K metro 0 – Mosca – Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto-legge nella giornata di mercoledì per velocizzare le procedure di richiesta della cittadinanza per gli abitanti delle zone dell’Ucraina controllate dai separatisti. La mossa in questione potrebbe portare al rallentamento del processo di pacificazione e rinviare la fine degli spargimenti di sangue.

Il decreto, pubblicato sul sito del Cremlino, permetterà agli individui residenti nelle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk di velocizzare le proprie richieste di cittadinanza, che verranno prese in carico in meno di tre mesi. Una volta ottenuta la cittadinanza russa, dovranno giurare fedeltà alla Russia. La decisione di Putin potrebbe innescare una nuova esclation nella guerra iniziata nel 2014 nell’est Ucraine mandare in fumo qualsiasi speranza di pace nell’area, nota come Donbass, che si era riaccesa con l’elezione del nuovo presidente ucraino. Il ministro degli Esteri, Pavlo Klimkin, ha descritto il decreto di Putin come “un nuovo stadio dell’occupazione del Donbass” e ha poi aggiunto sul proprio profilo Twitter: “Chiedo ai cittadini ucraini che vivono nei territori occupati dalla Russia di rifiutare i passaporti”. Putin ha dichiarato che la norma non vuole assolutamente “creare problemi al nuovo governo ucraino”, durante un incontro con i legislatori a San Pietroburgo. Ha poi sottolineato che la firma sul decreto è arrivata per ragioni “umanitarie”, visto che gli abitanti del Donetsk e del Luhansk stanno soffrendo la situazione e “non hanno più diritti civili”. Il presidente russo non ha però spiegato perché non è stata offerta prima la cittadinanza ai residenti del Donbass, nonostante fosse stata invocata dai nazionalisti russi. Il Cremlino, infatti, non ha mai risposto alle richieste fino ad ora, nemmeno durante il conflitto più aspro che ha mietuto circa 15mila vite.

Le speculazioni riguardanti la facilitazione del processo di richiesta della cittadinanza per gli ucraini delle aree controllate dai separatisti sono circolate durante tutta la campagna elettorale delle presidenziali in Ucraina. Tuttavia, si credeva potessero essere messe in atto manovre del genere solamente se fosse stato rieletto l’ex presidente Petro Poroshenko. Quest’ultimo è stato sconfitto, con ampio margine, nelle votazioni di domenica per mano dell’attore comico, Volodymyr Zelenskiy, che si insedierà il mese prossimo e che ha già posto come priorità il porre fine alla guerra nell’est Ucraina. Nessuna reazione al decreto è arrivata da parte dello staff di Zelenskiy.  Durante la campagna elettorale, Zelenskiy non è sembrato bellicoso come il predecessore e ha messo in chiaro sin da subito la volontà di risolvere pacificamente il conflitto. Putin, contrariamente a quanto fatto da altri leader, non si è ancora congratulato con il nuovo presidente per la vittoria nelle elezioni, visto che i risultati non erano ancora definitivi.  L’ambasciatore ONU per l’Ucraina, Volodymyr Yelchenko, ha dichiarato di aver contattato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite per discutere la faccenda, che secondo lui viola l’accordo di pace redatto nel 2015. A seguito dell’annessione della Crimea, in un referendum organizzato in fretta e furia nel 2014, la Russia aveva fornito tutto il proprio supporto ai ribelli separatisti nell’est Ucraina ma si è astenuta dal riconoscere il loro voto sull’indipendenza. L’Ucraina e praticamente l’intero globo, ritengono che l’annessione della Crimea da parte della Russia sia illegale.