K metro 0 – Londra – Il gruppo repubblicano Nuova Ira ha rivendicato la responsabilità per l’uccisione della giornalista, Lyra McKee, e ha inviato le proprie scuse alla famiglia e agli amici. Nelle dichiarazioni rilasciate ad Irish News, il gruppo ha riconosciuto che uno dei propri attivisti ha ucciso la reporter di 29 anni, uccisa
K metro 0 – Londra – Il gruppo repubblicano Nuova Ira ha rivendicato la responsabilità per l’uccisione della giornalista, Lyra McKee, e ha inviato le proprie scuse alla famiglia e agli amici. Nelle dichiarazioni rilasciate ad Irish News, il gruppo ha riconosciuto che uno dei propri attivisti ha ucciso la reporter di 29 anni, uccisa a Derry nella giornata di giovedì, e si è scusato per l’accaduto con i genitori della vittima. Tuttavia, nelle parole rilasciata c’è anche l’intento di giustificare l’atto, parte di un’operazione di difesa nei confronti di forze nemiche. Nella nota si legge: “Nella notte di giovedì, a seguito di un’incursione nel complesso residenziale di Creggan da parte delle forze armate britanniche, l’Ira ha deciso di impegnare i propri volontari. Li abbiamo anche istruiti in modo da avere molta più cura in futuro nel confronto con i nemici, e abbiamo messo a punto delle misure per assicurarci che venga rispettato il protocollo. Durante l’attacco rivolto al nemico, Lyra McKee è stata tragicamente uccisa. L’Ira rivolge le proprie più sincere scuse al compagno, alla famiglia e agli amici di Lyra McKee per la sua morte”.
Dopo il comunicato, gli amici di McKee si sono ritrovati sotto gli uffici di Saoradh a Derry, un partito repubblicano che rispecchia il pensiero della Nuova Ira. Alcuni dei manifestanti hanno imbrattato le mura dell’edificio con delle impronte rosse, come per dire che sulle mani del partito vi è il sangue dell’uccisione. Alcuni sostenitori di Saoradh si sono piazzati intorno alla Junior McDaid House ma non sono intervenuti. Sono rimasti in silenzio con le braccia conserte, mentre venivano pressati dai giornalisti e dalle crew televisive. Uno dei manifestanti, Sinead Quinn, ha criticato le parole provenienti di Saoradh che ha descritto la morte di McKee come un incidente: “Lyra McKee merita di più. Sono felice di vedere così tante persone oggi a manifestare e a guardare questi uomini. Non rappresentano i repubblicani di questa città. Nessuno può invocare una sparatoria all’interno di una folla”. Il commissario Alan Sutton della Polizia nordirlandese (PSNI) ha commentato così la faccenda: “Al momento, la polizia non ha ricevuto nessuna lamentela riguardante la protesta”. La manifestazione è andata in scena dopo che i politici irlandesi e i religiosi hanno trasformato le commemorazioni della Rivolta di Pasqua in un momento di condanna dei repubblicani per l’uccisione di McKee. Il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, ha evidenziato come la risposta alla sua morte sia stata “più che deplorevole”.
Nella giornata di domenica due uomini sono stati fermati e rilasciati senza alcuna accusa. Le autorità si stanno rivolgendo in particolare alla comunità di Creggan per aiutare a capire chi sia il colpevole di questo atto. McKee è stata uccisa intorno alle 9 di sera di giovedì scorso, quando la polizia è entrata a Creggan per cercare armi ed esplosivi e prevenire possibili attacchi terroristici durante il weekend di Pasqua, in cui i repubblicani hanno commemorato la Rivolta di Pasqua del 1916. Alcuni giovani hanno risposto lanciando delle bombe molotov e alcuni veicoli sono stati dati alle fiamme. Nel materiale video raccolto, un uomo armato è stato immortalato mentre impugna un’arma in direzione dell’area nella quale era posizionata McKee. Un portavoce della Polizia nordirlandese ha confermato che è al vaglio l’opzione di permettere ai testimoni di fornire delle prove sui video. Il sovrintendente Jason Murphy ha confermato che “la comunità sta aiutando molto ma dobbiamo convertire questo aiuto in prove tangibili che possono rivelare chi ci sia dietro l’uccisione di Lyra. Continueremo a lavorare a stretto contatto con la comunità locale per raggiungere il nostro obiettivo”.