K metro 0 – Mosca – Il leader nordcoreano, Kim Jong Un, sarà in visita in Russia a fine mese. Questo quando riportato dal Cremlino nella giornata di giovedì: l’incontro servirà al presidente russo, Vladimir Putin, per imporsi come mediatore nell’annosa questione del nucleare e per innalzare il profilo della Russia negli affari regionali. Nel
K metro 0 – Mosca – Il leader nordcoreano, Kim Jong Un, sarà in visita in Russia a fine mese. Questo quando riportato dal Cremlino nella giornata di giovedì: l’incontro servirà al presidente russo, Vladimir Putin, per imporsi come mediatore nell’annosa questione del nucleare e per innalzare il profilo della Russia negli affari regionali. Nel breve comunicato rilasciato dal Cremlino, si evince che Kim sbarcherà in Russia nella “seconda metà di aprile”, su invito di Putin, ma non sono stati forniti altri dettagli. I media russi sono in fermento da giorni, visto che si tratterà del primo incontro faccia a faccia tra i due leader.
Putin viaggerà in Cina, durante il mese di aprile, e alcune speculazioni parlano di un possibile incontro con Kim, durante lo scalo a Vadivostok, vicino il confine con la Corea del Nord. Il leader nordcoreano ha annunciato la scorsa settimana la propria disponibilità per un terzo incontro con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e ha anche stabilito la deadline a fine anno per ricevere da Washington un accordo ragionevole sugli impianti, le armi e i missili nucleari. Kim ha indicato come ragione principale del fallimento dell’incontro di febbraio con Trump, l’unilateralità delle richieste statunitensi. La Russia è stata coinvolta nei colloqui portati avanti dalla Cina, atti a persuadere la Corea del Nord ad abbandonare il programma nucleare in cambio di aiuti e di garanzie sulla sicurezza. Il tentativo non andò a buon fine visto che la Corea abbandonò il tavolo delle trattative nel 2009.
I legami tra Mosca e Pyongyang sono solidi e duraturi, stabiliti nell’era sovietica, hanno comportato la costruzione di fabbriche e infrastrutture chiave, l’invio di scorte e armi per l’esercito nordcoreano. I rapporti sono poi stati congelati dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, in cui Mosca ha scelto di ignorare degli ex alleati sovietici, nonostante lo sprofondamento economico in cui era invischiata. Dopo la prima elezione di Putin, ci sono stati vari tentativi di riavvicinamento, tra cui la visita a Pyongyang nel luglio del 2000. In un tentativo apparente di rubare la scena, Putin aveva sponsorizzato ampiamente la buona riuscita dei colloqui con l’ex leader Kim Jong Il e aveva dichiarato di aver ottenuto la promessa di abbandono del programma missilistico in cambio di aiuti per il lancio di satelliti. Tuttavia, Kim ritirò dopo poco la propria promessa.
Nonostante la cooperazione militare russo-nordcoreana sia stata bloccata dalle sanzioni dell’ONU, Mosca ha continuato ad inviare grano e aiuti umanitari alla Corea del Nord, decine di migliaia di migranti nordcoreani hanno lavorato nel versante est della Russia. Il Cremlino ha cancellato i debiti della Corea del Nord, risalenti al periodo sovietico, ma i tentativi di una cooperazione piu’ ampia non hanno fruttato. Per anni, Mosca ha sperato di poter costruire un percorso ferroviario, un gasdotto e linee elettriche transcoreane: progetti ambiziosi che avrebbero consentito alla Russia di incrementare il proprio controllo sulla regione, ma nessun progresso è stato fatto. Il maggiore interesse del Cremlino è quello di avere un accesso maggiore alle risorse minerarie della Corea del Nord, che includono metalli preziosi. Dal canto suo, Pyongyang necessità della fornitura elettrica russa e vorrebbe convincere Mosca ad investire nell’ammodernamento delle infrastrutture risalenti al periodo sovietico.