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UE. Interventi per il recupero dei crediti in sofferenza dei cittadini europei. Proposta di Direttiva Europea

UE. Interventi per il recupero dei crediti in sofferenza dei cittadini europei. Proposta di Direttiva Europea

K metro 0 – Bruxelles – Il sistema sociale e produttivo europeo è gravato da una zavorra finanziaria che ne compromette le possibilità di ripresa. Solo in Italia, oltre un milione e duecentomila soggetti, famiglie, professionisti, imprese, hanno debiti deteriorati, spesso per problemi lavorativi dovuti alla crisi generale, i cosiddetti Non Performing Loan (NPL), crediti

K metro 0 – Bruxelles – Il sistema sociale e produttivo europeo è gravato da una zavorra finanziaria che ne compromette le possibilità di ripresa. Solo in Italia, oltre un milione e duecentomila soggetti, famiglie, professionisti, imprese, hanno debiti deteriorati, spesso per problemi lavorativi dovuti alla crisi generale, i cosiddetti Non Performing Loan (NPL), crediti erogati dal sistema creditizio che vertono in uno stato di deterioramento (distressed loan). Il deterioramento di una parte del portafoglio prestiti, se contenuta, è fisiologica nell’attività creditizia. Negli ultimi anni tuttavia, il fenomeno si è notevolmente acuito, a partire dalla crisi economica iniziata nel 2008.  Livelli elevati di NPL incidono sul capitale e sulla raccolta delle banche, riducono la loro redditività e sottraggono risorse che potrebbero essere destinate a impieghi più produttivi, ostacolando anche l’offerta di credito alle imprese. L’eccessivo accumulo di NPL rischia di compromettere la capacità degli intermediari finanziari di svolgere il proprio ruolo primario all’interno dell’economia, ossia quello di intermediario creditizio. Di tale situazione, però, soggetti finanziari, perlopiù stranieri ne beneficiano, con margini di profitto elevati, per i quali il business è contrastante con la rimessa in bonis del debitore. Il sistema si fonda su tre attori principali: le banche, costrette a cedere i crediti deteriorati a prezzi bassi pur di rientrare nei limiti determinati dalla Banca Centrale Europea, i soggetti debitori, spesso costretti a cedere la propria attività gravata da debiti ancorché talvolta potrebbe essere salvata e riportata in attivo e i soggetti finanziari che lucrano su questa duplice debolezza, con margini di guadagni da controllare per una finanza sostenibile. Ciò che dovrebbe ricercarsi è un principio di equità tra le parti coinvolte, garantendo un giusto profitto senza speculazione a chi di fatto ha nel proprio bilancio il debito delle famiglie e imprese. Storicamente, un equilibrio si è avuto attraverso il sistema locale delle relazioni con la clientela dovute alla presenza sul territorio, elemento fondamentale per molti dei sistemi bancari europei. Tale sistema cuscinetto sta venendo meno con la concentrazione delle banche locali e con la proposta di normativa europea.

Al fine di promuovere lo sviluppo di un mercato secondario paneuropeo dei NPL, la Commissione Europea ha elaborato una proposta di direttiva pubblicata il 13 marzo 2018 che si concentra su tre aspetti centrali. Per superare le barriere all’operatività transfrontaliera e per favorire il pieno sviluppo della concorrenza, si propone di adottare una normativa armonizzata dei requisiti di ingresso nel mercato oltre che di vigilanza di questi operatori. Gli acquirenti di NPL non sarebbero soggetti ad alcuna forma di autorizzazione, ma solo a limitati obblighi informativi verso le autorità di vigilanza, anche nel caso in cui operino in Stati dell’UE diversi dal proprio. Per i gestori di crediti sarebbe previsto un regime autorizzativo e di vigilanza contenuto nonché il passaporto europeo. Le società svolgenti attività di recupero dei crediti si dovrebbero dotare di autorizzazione rilasciata da una specifica autorità di supervisione designata da ogni singolo Stato membro. Al fine di aumentare la concorrenza, viene prevista la possibilità per le società di svolgere la propria attività cross-border all’interno di tutto il territorio UE. Inoltre, viene introdotto un meccanismo di escussione stragiudiziale delle garanzie “AECE”(Accelerated Extrajudicial Collateral Enforcement) per rendere più flessibile e rapido il sistema delle garanzie del credito.

La proposta si basa sull’assunto che una armonizzazione delle regole potrebbe contribuire a realizzare un mercato dei NPL più competitivo ed efficiente. Tuttavia, alcuni punti sono oggetto di attenzione. Una aggressività nel recupero dei crediti comprometterebbe il fragile tessuto delle imprese, famiglie, professionisti italiani ed europei a vantaggio di grandi operatori.  Per questo si rileva la stringente esigenza di inserire norme volte a consentire ai debitori in sofferenza di rimettersi in gioco ed estinguere il proprio debito ad un prezzo ragionevole prima di porlo su un mercato europeo in cui viene ceduto comunque ad un prezzo ridotto ad operatori di grandi dimensioni. E’ necessario prevedere una normativa che dia un equo valore finanziario al tempo di recupero per il ritorno in bonis dei debitori, con possibilità di estinzione del debito per importi non dissimili a quelli di acquisizione da parte delle società cessionarie estere. Ciò contribuirebbe al rilancio dei consumi interni con conseguenti ricadute positive sul sistema economico- produttivo nazionale evitando lo spostamento di risorse ancora positive, fuori dal Paese.

 

di Manuela Stefoni

 

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