K metro 0 – Parigi – All’indomani del tragico incendio che ha consumato il tetto e la guglia della cattedrale parigina di Notre-Dame, centinaia di vigili del fuoco erano ancora al lavoro per assicurare la completa estinzione delle fiamme e mettere in salvo le torri delle campane e le mura esterne. Nel frattempo, gli investigatori
K metro 0 – Parigi – All’indomani del tragico incendio che ha consumato il tetto e la guglia della cattedrale parigina di Notre-Dame, centinaia di vigili del fuoco erano ancora al lavoro per assicurare la completa estinzione delle fiamme e mettere in salvo le torri delle campane e le mura esterne. Nel frattempo, gli investigatori sono impegnati nella ricerca delle ragioni dietro il terribile episodio. Il portavoce dei vigili del fuoco, Gabriel Plus, ha infatti annunciato agli organi di stampa l’inizio delle indagini, dopo che alle dieci del mattino di martedì l’incendio era ormai dichiarato estinto e sotto controllo.
Uno dei vigili del fuoco è rimasto ferito. Il fuoco ha rischiato di far crollare le monumentali torri della facciata ovest della cattedrale, visitata ogni anno da circa 12 milioni di turisti. Le fiamme hanno distrutto due terzi del tetto, patrimonio UNESCO, e hanno fatto collassare la spettacolare guglia gotica, uno dei simboli di Parigi. L’area è stata sottoposta a verifiche da parte di architetti e ingegneri nella giornata di martedì, il sottosegretario all’Interno, Laurent Nunez, ha dichiarato che la struttura “sta reggendo bene” ma sono state rilevate alcuni “punti deboli”, soprattutto nella volta. Per quanto riguarda le opere contenute all’interno della cattedrale, il ministro della Cultura, Franck Riester, ha dichiarato che non si è ancora riusciti ad analizzare l’estensione delle fiamme e dei danni causati dall’acqua all’interno. “Dobbiamo attendere un po’ per preparare un inventario completo”, ha poi aggiunto che l’organo, molti dipinti e affreschi sono stati “danneggiati gravemente”.
Queste invece le parole del presidente francese, Emmanuel Macron, sull’accaduto e sulle prossime mosse: “Desidero rivolgere il mio pensiero all’insieme dei nostri compatrioti, perché Notre-Dame è la nostra storia, la nostra letteratura, il nostro immaginario, il luogo dove abbiamo vissuto i nostri bei momenti, ma anche le epidemie, le guerre, e la liberazione. È il baricentro delle nostre vite. È il punto di riferimento per misurare le distanze e per orientarsi a Parigi. Compare nei libri, nei dipinti. È la cattedrale di tutti i francesi, uomini e donne, anche di coloro che non sono mai venuti qui. Mi impegno, da domani, in una raccolta di fondi a livello nazionale e anche al di là dei nostri confini. Chiameremo i migliori talenti e molta gente potrà dare il proprio contributo. E la ricostruiremo. Ricostruiremo Notre Dame, perché questo è ciò che i francesi si aspettano e ciò che la nostra storia merita. Perché è il nostro destino profondo”.
La procura di Parigi ha comunicato ufficialmente l’inizio di un’inchiesta sul rogo: i periti, per ora, sono al lavoro sull’ipotesi dell’incidente, ovvero che le fiamme siano divampate per cause accidentali. Il procuratore Remy Heitz ha parlato così: “Siamo al lavoro sulla teoria dell’incidente. Cinquanta persone sono al lavoro su una lunga e complessa indagine”. L’incendio è iniziato intorno alle 18 e 50, partendo dall’attico e raggiungendo in pochi minuti la struttura lignea del tetto, chiamata “la foresta” e lunga più di 100 metri. I periti si stanno concentrando sulla possibilità che le fiamme siano partite dall’area del tetto in ristrutturazione, nascosta dalle impalcature. Gli operai che erano al lavoro sulla cattedrale sono stati prontamente interrogati nella serata di lunedì, alcuni di loro erano appollaiati su delle gru alte decine e decine di metri, proprio mentre i pompieri cercavano di contenere l’incendio. Gli esperti credono che la struttura ultracentenaria di legno unita ai vasti spazi aperti e all’assenza di sistemi antincendio efficienti, abbia portato al rapido sviluppo delle fiamme e ha ostacolato l’intervento dei pompieri.
Molte le reazioni: I leader di tutto il mondo hanno espresso il proprio cordoglio. Il primo ministro britannico, Theresa May, nella giornata di ieri ha fatto riecheggiare le campane dell’abbazia Westimnster 24 ore dopo l’incendio di Notre Dame, con lo scopo di “sottolineare la solidarietà con la Francia e il suo popolo”. Papa Francesco ha rivolto le proprie preghiere al popolo francese, che possa veder restituita una “gemma architettonica di una memoria collettiva” e che la cattedrale possa nuovamente essere un santuario per la fede cattolica e un simbolo per la nazione francese. Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha invitato tutti gli Stati membri della Ue a contribuire alla ricostruzione della cattedrale di Notre Dame. Queste le sue parole durante un intervento alla sessione del Parlamento europeo a Strasburgo: “Chiedo a tutti i 28 Stati membri di prendere parte a questo impegno. So che la Francia può farcela da sola, ma qui c’è in gioco qualcosa di più del semplice aiuto materiale. Siamo legati da qualcosa di più importante e più profondo dei trattati”. È arrivato anche l’annuncio da parte del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, “Un deputato mi ha proposto di raccogliere del denaro. Quindi metteremo fuori dalla plenaria una scatola per queste offerte. Ci metteremo quello che guadagniamo oggi per lanciare un messaggio di solidarietà, per cercare di ricostruire quello che deve essere ricostruito e sarà un messaggio positivo del Parlamento europeo, conto su di voi”. L’unica voce fuori dal coro, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha utilizzato il proprio profilo Twitter per consigliare una strategia d’intervento alle autorità francesi: Trump nel post pubblicato aveva ravvisato il mancato utilizzo di canadair per spegnere l’incendio. Tuttavia, in risposta, la protezione civile francese aveva dichiarato impossibile un’azione del genere visto che avrebbe “potuto far collassare l’intera struttura della cattedrale”.
Ulteriori fondi stanno provenendo da varie personalità come i due miliardari francesi Bernard Arnault e Francois Pinault, mecenati del lusso che spesso si sono trovati a rivaleggiare. Pinault, nella giornata di martedì ha annunciato che insieme a suo figlio e alla Artemis, donerà 100 milioni di euro per la restaurazione di Notre-Dame. Qualche ora più tardi è arrivata, puntuale, la risposta di Arnault che attraverso un comunicato ha annunciato che lui, la sua famiglia e la sua multinazionale LVMH devolveranno il doppio della cifra proposta da Pinault. Ma non sono stati soli a farsi avanti: anche la famiglia Bettencourt Meyers, proprietaria di L’Oreal, e Total doneranno 100 milioni di euro per gli interventi che verranno eseguiti sulla cattedrale.
Spiacevole coincidenza sempre nella notte di lunedì: mentre le fiamme divoravano il tetto della cattedrale parigina, simbolo della cristianità, a Gerusalemme la moschea di al Aqsa è andata a fuoco. La struttura è un altro luogo simbolo della spiritualità, una delle più importanti del mondo islamico. L’incendio è stato domato con facilità dai vigili del fuoco, fortunatamente non sono stati riportati né danni né feriti. Secondo quanto riportato dal direttore generale del Dipartimento per gli affari della moschea di Al Aqsa di Gerusalemme, Sheikh Azzam al-Khatib, alcuni bambini sono stati visti giocare nei pressi dell’edificio e potrebbero aver causato in modo involontario l’incendio.