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Polonia. Al via lo sciopero degli insegnanti dopo il fallimento delle trattative con il governo sull’aumento dei salari

Polonia. Al via lo sciopero degli insegnanti dopo il fallimento delle trattative con il governo sull’aumento dei salari

K metro 0 – Varsavia – In Polonia, gli insegnanti hanno dato inizio ad una serie di scioperi nella giornata di martedì, il cui termine non è ancora stato comunicato. La richiesta è quella di un aumento del salario, dopo giorni di colloqui inconcludenti con il governo, che non hanno portato ad una soluzione.  Lo

K metro 0 – Varsavia – In Polonia, gli insegnanti hanno dato inizio ad una serie di scioperi nella giornata di martedì, il cui termine non è ancora stato comunicato. La richiesta è quella di un aumento del salario, dopo giorni di colloqui inconcludenti con il governo, che non hanno portato ad una soluzione.  Lo sciopero degli insegnanti delle scuole e degli asili è il primo dopo molti anni: nel 1993 gli esami di maturità furono cancellati in molte scuole del Paese per le proteste. La Polonia conta circa 400mila insegnanti e 4 milioni e mezzo di studenti, questa situazione è connaturata al sistema scolastico polacco, in cui gli insegnanti sono cronicamente sottopagati.  Anche stavolta, il periodo scelto non è dei migliori: mancano pochi giorni agli esami di fine corso per le scuole elementari e le scuole medie, qualche settimana ancora e ci saranno anche gli esami di maturità per le superiori. Non solo, il Paese è nel bel mezzo delle campagne elettorali per le elezioni europee di maggio, fondamentali per il governo polacco.

I funzionari della città di Varsavia hanno riportato la chiusura dell’80% delle scuole nella giornata di lunedì. Stessa situazione anche nelle altre aree del Paese, i dati preliminari hanno rivelato che il 90% delle scuole hanno riportato disagi, anche se il ministro dell’Istruzione polacco ha parlato di un’adesione allo sciopero del 48,5%.  Il principale sindacato degli insegnanti, ZNP, ha dato il via libera alla protesta, dopo i fallimentari colloqui di domenica con il governo. Solo una piccola unione sindacale ha accettato la proposta dell’esecutivo e ha deciso di non scioperare. Gli insegnanti sono stati in parte spinti all’azione dall’indignazione nei confronti del governo conservativo che, durante la propria campagna elettorale, ha proposto stanziamenti di fondi per le famiglie, per le imprese e per gli allevatori ma non per il settore dell’istruzione.

Queste le dichiarazioni di Slawomir Wittkowicz, a capo del Forum sindacale: “Sono stati trovati fondi per tutti, anche per gli animali, ma non ci sono soldi per gli insegnanti”. La richiesta iniziale prevedeva un aumento mensile di 1,000 zlotys (230 euro) e miglioramenti al sistema salariale. I negoziatori avevano dato la propria disponibilità ad accettare un compromesso ma l’offerta del governo è stata ritenuta inaccettabile. Il responsabile di ZNP, Slawomir Broniarz, ha infatti sottolineato che le proposte erano di molto al di sotto delle aspettative e avrebbero comportato solamente più ore di lavoro per gli insegnanti. L’esecutivo da parte sua ha dichiarato di aver apportato aumenti agli stipendi degli insegnanti già dal 2018. La proposta è quella di accelerare il processo dei ritocchi sui salari e allo stesso tempo aumentare le ore di lavoro fino a 24 settimanali, rispetto alle 18 attuali.

Gli insegnanti in protesta sono stati intervistati in via privata da TVN24 e hanno parlato delle ragioni dello sciopero che non riguardano semplicemente la paga ma anche la loro dignità, visto che non riescono a mantenere le proprie famiglie. Lo stipendio netto medio di un insegnante in Polonia va dai 1.800 zlotys ai 3.000 zlotys (ovvero dai 450 ai 750 euro circa). I bonus provengono unicamente dalla classe a cui vengono assegnati. Alcuni genitori hanno supportato la causa, altri sono stati comprensivi e altri ancora delusi, sopratutto visto che lo sciopero arriva in un momento scolastico particolare.  Queste le parole di uno di loro, Tomasz Pietka: “Appoggio totalmente la protesta. Guadagnano due noccioline per un lavoro che comporta responsabilità e conoscenze”. Il vice primo ministro polacco, Beata Szydlo, ha proposto, nella giornata di lunedì, un ulteriore tornata di colloqui e, rivolgendosi agli insegnanti, ha chiesto di considerare la situazione degli studenti in procinto di affrontare gli esami.

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