K metro 0 – Kiev – Vadim Volchenko, Ministro del turismo della Repubblica autonoma di Crimea, ha dichiarato che alcune delegazioni indiane e cinesi si sono recate nella capitale Simferopoli con lo scopo di valutare le potenzialità turistiche della penisola, nel corso di una riunione denominata “Open Crimea”. “Le delegazioni provenienti dall’India, dalla Repubblica popolare cinese
K metro 0 – Kiev – Vadim Volchenko, Ministro del turismo della Repubblica autonoma di Crimea, ha dichiarato che alcune delegazioni indiane e cinesi si sono recate nella capitale Simferopoli con lo scopo di valutare le potenzialità turistiche della penisola, nel corso di una riunione denominata “Open Crimea”.
“Le delegazioni provenienti dall’India, dalla Repubblica popolare cinese e dalla Repubblica di Abkhazia (a nord della Georgia, al confine con la Russia, ndr) sono state presenti all’apertura del forum”, ha confermato Volchenko. “Ciò sottolinea lo status internazionale del prossimo evento”. Una visita, questa, che, oltre che commerciale, sembra avere anche uno scopo diplomatico: risollevare l’economia di una penisola da sempre di grande interesse nello scenario geopolitico orientale, in particolare per la Russia.
Se l’Ucraina è considerata zona strategicamente importante a causa della sua posizione di confine tra l’Europa e la Russia (e, più in esteso, tra occidente e oriente), la Crimea, infatti, è ancora più rilevante: situata nel centro del Mar Nero, è un perfetto epicentro tra Russia, Ucraina, Europa e, attraverso la Turchia, fino in Siria. L’importanza strategica, militare e politica della Crimea, ruota principalmente intorno al porto di Sebastopoli, che ospita la flotta russa sin dal 1783. Inizialmente, nell’aprile 2010, i parlamenti di Ucraina e Russia giunsero a un nuovo accordo per estendere fino al 2042 la presenza della flotta russa a Sebastopoli, in cambio di uno sconto di 40 miliardi di dollari sulle forniture di gas russo; ma la caduta del presidente filorusso ucraino Ianukovich, seguita alle proteste dell’Euromaidan, cambiò di nuovo le condizioni politiche del Paese e, di conseguenza, gli accordi sul porto di Sebastopoli Porto che è strategico per la Russia anche per la sua posizione nei confronti del Caucaso, altra zona di fondamentale importanza nello scacchiere geopolitico del Cremlino, e dell’ altro porto di Tarso, in Turchia, a circa 25 km dal confine Siria/Libano, che fa da tramite tra Europa e Asia.
Sebastopoli, insomma, rimarrà sempre in cima agli interessi di Mosca. Il Mediterraneo (che tra l’altro è anche ricco di idrocarburi, che da tempo interessano anche alla Turchia) è chiuso da una parte dal canale di Suez, e dalle altre parti dallo stretto di Gibilterra e dal Bosforo. Passaggi obbligati per chiunque voglia accedere al Mediterraneo: in caso di crisi, qualsiasi movimento navale nel Mediterraneo può essere facilmente controllato chiudendo questi accessi. A Tarso il Cremlino aveva una sua base fissa, anche se di minor importanza, che le permetteva di avere comunque una certa operatività nel Mediterraneo. Poi è scoppiata la guerra civile in Siria, e la Russia, pur senza perdere la sua base, ha dovuto rinunciare a importanti rifornimenti siriani.
Altri porti disponibili, per il Cremlino, non ce ne sono, e anche se ci fossero, non sarebbero altrettanto importanti di quello di Sebastopoli. Intanto, la Crimea è ormai russificata: le uniche leggi vigenti nella penisola sono infatti quelle russe, negli uffici governativi è esposta l’aquila a due teste (simbolo presidenziale russo), e persino la lingua ucraina è scomparsa dai libri di testo.
di Emiliano Federico Caruso