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Conte e Juncker a colazione a Palazzo Chigi. L’Europa preoccupata per la regressione economica dell’Italia

Conte e Juncker a colazione a Palazzo Chigi. L’Europa preoccupata per la regressione economica dell’Italia

K metro 0 – Roma – Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, avrebbero dovuto incontrarsi lunedì sera a cena, ma un guasto all’aereo dalla Germania di Juncker ne ha ritardato la partenza, e si sono incontrati martedì mattina. Così, dopo l’Ocse, l’Unione Europea: l’Italia continua a

K metro 0 – Roma – Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, avrebbero dovuto incontrarsi lunedì sera a cena, ma un guasto all’aereo dalla Germania di Juncker ne ha ritardato la partenza, e si sono incontrati martedì mattina. Così, dopo l’Ocse, l’Unione Europea: l’Italia continua a essere oggetto delle preoccupazioni internazionali per la mancata crescita, e dopo il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico, è stato il turno del presidente della Commissione europea che ha ammesso: “Sono leggermente preoccupato di vedere che l’economia italiana continua a regredire. Auspico che le autorità italiane facciano sforzi supplementari per mantenere in vita la crescita economica dell’Italia”. Sforzo che il governo ha già annunciato di voler intraprendere con il decreto crescita che dovrebbe essere licenziato dal Consiglio dei ministri in settimana. “Così ridaremo impulso allo sviluppo – ha detto Conte – Avremo strumenti di semplificazione normative. Il dl crescita sarà la premessa per il rilancio di investimenti pubblici e privati”.  Per il resto, “con Juncker – ha detto Conte – abbiamo parlato del rallentamento dell’economia mondiale, che l’intera l’eurozona si trova ad affrontare. Una fase di temporaneo rallentamento economico dovuto alla guerra dei dazi che ha causato una significativa battuta d’arresto per diversi settori dell’industria manifatturiera europea. Ho sottolineato a Juncker che per reagire a questa fase di rallentamento, occorrerebbe che gli Stati membri che hanno maggiore spazio fiscale lo utilizzino a sostengo della domanda interna per permettere all’Europa di crescere e di reagire a una tendenza negativa”. Così, secondo il premier, “si potranno ridurre gli squilibri economici interni e rilanciare la crescita a benefico di tutta l’Eurozona”.

“Quando ci siamo messi d’accordo il presidente Conte ed io sul quadro generale del bilancio italiano avevamo pensato – ha sottolineato Juncker – che la crescita sarebbe stata dell’ordine dell’1%. Sappiamo che oggi quella cifra deve essere rivista al ribasso e dunque, visto il pesante debito pubblico italiano tutte le politiche che gravitino attorno alla nozione di rilancio del bilancio saranno limitate ma restiamo in contatto per vedere come procedere in materia”. La premessa è che “tra Italia e Commissione Ue è grande amore”, ma il presidente della Commissione Ue è tornato ad invitare l’esecutivo anche a non fermare i lavori sulla Tav: “E’ un progetto tecnico non ideologico. Serve una soluzione”.

“Il governo – ha poi aggiunto Conte in sede di conferenza stampa congiunta – aveva previsto il rallentamento economico, con la manovra ha attuato una politica fiscale espansiva ma responsabile con misure necessarie per ristabilire l’equità sociale”. E inoltre, “l’impalcatura fiscale non cambia rispetto allo scenario concordato con la commissione europea lo scorso dicembre”, ha assicurato ancora il presidente del Consiglio sottolineando che sulla Torino-Lione ci sarà un supplemento di riflessione. Nessuna critica su Via della seta, ovvero sui rapporti con la Cina e sul memorandum firmato con Xi Jinping, mentre sul fronte dell’immigrazione – ha sostenuto Juncker – “non bisogna dire che l’Ue è stata assente quando si è trattato di dare solidarietà. L’Italia ha ricevuto un miliardo di euro”.

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