K metro 0 – Ankara – Acque agitate per la lira turca. La Turchia ha bruciato almeno un terzo delle sue riserve estere questo mese, nel tentativo di arginare un crollo della valuta nazionale prima delle elezioni locali programmate nel fine settimana. Una concatenazione di eventi che sta spaventando gli investitori e ha fatto perdere
K metro 0 – Ankara – Acque agitate per la lira turca. La Turchia ha bruciato almeno un terzo delle sue riserve estere questo mese, nel tentativo di arginare un crollo della valuta nazionale prima delle elezioni locali programmate nel fine settimana. Una concatenazione di eventi che sta spaventando gli investitori e ha fatto perdere alla lira ben il 5 per cento giovedì scorso.
Sul Financial Times si legge: “I nuovi dati settimanali pubblicati dalla banca centrale turca hanno evidenziato che le riserve estere sono scese di 13 miliardi di dollari la settimana scorsa, portando il calo totale di marzo a 45,1 miliardi di lire turche. Espresso in dollari, il calo nelle prime tre settimane di marzo è stato pari a circa 10 miliardi, lasciando le riserve a circa 24,7 miliardi di dollari”.
Le nuove vendite di valuta hanno contribuito ad aggravare le turbolenze sui mercati finanziari turchi, che sono rimasti per quasi una settimana in una situazione difficile, che richiama alla memoria la scorsa estate quando la lira scese ai minimi storici, con effetti duraturi sull’economia.
Piotr Matys, uno stratega dei mercati valutari dei Paesi emergenti per Rabobank, ha detto: “E’ stata un’altra caduta netta nelle riserve che erano già basse. Questo brusco calo implica che la banca centrale è intervenuta nelle ultime settimane, cercando di mantenere la lira relativamente stabile prima delle cruciali elezioni locali”.
Le pressioni della Turchia per ostacolare l’attività sui mercati monetari in un apparente tentativo di bloccare le vendite allo scoperto sulla sua valuta hanno aggravato le preoccupazioni degli investitori.
Il governatore della Banca Centrale, Murat Cetinkaya, ha cercato di rassicurare i mercati dichiarando all’agenzia statale Anadolu che le riserve nette in valuta estera sono aumentate nell’ultima settimana del mese, contrariamente a quanto è avvenuto.
Venerdì scorso, il rendimento dei titoli obbligazionari denominati in lire a 10 anni dalla Turchia ha oscillato sopra il 18 per cento, dopo essere sceso sotto il 14 per cento all’inizio di quest’anno. L’aumento dei rendimenti ha fatto scendere i prezzi.
Il crollo della Lira turca allontana la Turchia dall’ingresso nell’Unione europea ed ancor più dall’Eurozona. Inoltre, i tassi a due cifre sul debito pubblico rendono ancora più complicato il superamento dalla crisi economica e finanziaria turca.
di Salvatore Rondello