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L’Aja, condanna all’ergastolo Karadzic per genocidio e crimini di guerra

L’Aja, condanna all’ergastolo Karadzic per genocidio e crimini di guerra

K metro 0 – L’ Aja – I giudici del Tribunale Penale Internazionale hanno emesso il giudizio d’appello per Radovan Karadzic, il leader serbo-bosniaco già condannato, in primo grado, a 40 anni di carcere per le atrocità commesse, dietro suo preciso ordine, nei confronti dei musulmani di Bosnia durante la breve vita della sedicente “Repubblica

K metro 0 – L’ Aja – I giudici del Tribunale Penale Internazionale hanno emesso il giudizio d’appello per Radovan Karadzic, il leader serbo-bosniaco già condannato, in primo grado, a 40 anni di carcere per le atrocità commesse, dietro suo preciso ordine, nei confronti dei musulmani di Bosnia durante la breve vita della sedicente “Repubblica serba di Bosnia”, nella fase più cruenta del conflitto jugoslavo del 1991- ’95. Il Tribunale dell’Aja era chiamato altresì a decidere sulla legittimità di una seconda accusa di genocidio nei confronti di Karadzic: relativa, invece, alla fase iniziale della guerra, quando i serbi, nel 1992, portarono via migliaia di musulmani bosniaci e croati dai villaggi sotto il loro controllo, rinchiudendoli, il più delle volte, in veri e propri lager, in stile Seconda guerra mondiale.

È venuto il tempo, per lui, di pagare il prezzo di quello che ha fatto”, ha detto Munira Subasic, dell’organizzazione “Madri di Srebrenica” (la città vittima, a luglio 1995, d’una vera “pulizia etnica” fatta dalle milizie serbe). Se la Corte non l’avesse condannato all’ergastolo, prosegue la Subasic, “avrebbe commesso un genocidio nei confronti della giustizia”.

Il conflitto per la dissoluzione della Jugoslavia ha causato, dal 1991 al 1995, 100.000 morti e milioni di senza casa. In situazione analoga a quella in cui era Karadzic si trova anche Ramko Mladic, comandante militare serbo-bosniaco ai suoi ordini, anche lui condannato per genocidio (8.000 i musulmani morti a Srebrenica a luglio ’95, tra adulti e ragazzi) e vari crimini di guerra, e in attesa del giudizio d’appello.

Karadzic, presidente dei serbi di Bosnia, abusò del suo immenso potere – ha rilevato l’altro giudice del TPI, Karina Gustaffson, in altro giudizio d’appello nel 2018 – per causare cinicamente migliaia di morti. Ha cercato di difendersi sostenendo sempre che le campagne da lui ordinate durante la guerra in Bosnia, compreso il sanguinoso assedio di Sarajevo, durato mesi, furono necessarie per difendersi dai croati. Quando, nei primi anni Duemila, iniziò il primo processo nei suoi confronti, Karadzic era latitante: lo sarebbe rimasto sino al 2008, quando sarebbe stato arrestato in Serbia, travestito da operatore sanitario.

La Corte, riunita in appello, ha condannato Karadzic, confermando la sua colpevolezza per il genocidio di Srebrenica, l’assedio e i bombardamenti su Sarajevo, i crimini di guerra vari commessi negli anni del conflitto in Bosnia (1992- ’95). Ma – come già nella sentenza di primo grado – ha respinto la seconda accusa di genocidio, ribadendo che l’ex-presidente non è responsabile, invece, dei massacri avvenuti, in altri 7 comuni bosniaci, nel 1992, a guerra da poco iniziata. La sentenza odierna è quella definitiva, per Karadzic.

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