K metro 0 – Bruxelles – Oltre 1.200 fra Leader politici, ricercatori ed esperti del settore si sono riuniti ieri al Parlamento europeo per una conferenza ad alto livello sul futuro degli oceani. La conferenza prevedeva tre “panel”: il primo dedicato alla “governance globale degli oceani”; il secondo su “raggiungere mari e oceani sani e
K metro 0 – Bruxelles – Oltre 1.200 fra Leader politici, ricercatori ed esperti del settore si sono riuniti ieri al Parlamento europeo per una conferenza ad alto livello sul futuro degli oceani.
La conferenza prevedeva tre “panel”: il primo dedicato alla “governance globale degli oceani”; il secondo su “raggiungere mari e oceani sani e puliti”; il terzo invece verteva su “economia sostenibile blu, per ridurre la pressione sugli oceani”. Sono state molte le voci in programma: dalla politica alla scienza, dalle istituzioni internazionali ai centri di ricerca e le ong ambientaliste.
Il Commissario Karmenu Vella aprendo la conferenza congiunta della Commissione europea e dell’Europarlamento sugli ‘oceani futuro del pianeta blu’ ha sottolineato che l’ Ue ha già designato zone marine protette “per oltre il 10%” delle proprie aree marine e costiere “con due anni di anticipo rispetto al termine del 2020 fissato come obiettivo internazionale dalla convenzione sulla biodiversità” e che sta rispondendo “alla crescente pressione sugli ecosistemi locali, al sovra-sfruttamento della pesca e all’inquinamento” con misure come “le restrizioni alle plastiche monouso, la gestione sostenibile” degli stock ittici e gli investimenti in ricerca e innovazione per “una crescita economica sostenibile” delle aree marine e costiere.
A conclusione della conferenza ha preso la parola il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha dichiarato:
«Mari e coste pulite sono una risorsa economica, commerciale e turistica unica al mondo. Ma se non agiamo subito, se continueremo a sfruttare ed inquinare i nostri oceani in maniera irresponsabile, entro il 2050 nei mari vi sarà più plastica che pesce. Il Parlamento europeo è in prima linea nella battaglia per la sostenibilità ambientale. Stiamo dando risposte concrete ai milioni di ragazzi scesi in piazza per chiedere di salvaguardare il pianeta e i suoi oceani. Siamo dalla loro parte. Ci siamo battuti per includere la tutela degli oceani fra gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite. La scorsa settimana, a Strasburgo, abbiamo approvato una direttiva che mira a ridurre drasticamente la quantità di plastica in mare, anche facendo in modo che le navi smaltiscano i propri rifiuti a terra. Il 70% degli oggetti che inquinano i nostri mari sono composti da plastica monouso – ha aggiunto Antonio Tajani –per questo, il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che vieta questo tipo di plastica a partire dal 2021. Inoltre, abbiamo varato un pacchetto sull’economia circolare che mira a cambiare il modo in cui produciamo, rendendolo più sostenibile ed incentivando il riciclo ed il riutilizzo dei rifiuti. Il nostro obiettivo è riciclare almeno 1 milione di tonnellate di plastica. In termini ambientali ciò equivarrebbe a togliere ben 1 milione di auto dalle strade».
Antonio Tajani ha concluso ricordando che il Parlamento europeo chiede maggiori sforzi anche in termini di investimenti: «La battaglia per il pianeta si combatte anche dotandosi delle risorse necessarie. Il Parlamento europeo ha chiesto di aumentare del 50% i fondi del nuovo programma Orizzonte Europa, portandoli a 120 miliardi di euro, anche per puntare su tecnologie pulite e sull’economia circolare. Chiediamo che almeno il 30% di tutte le azioni previste nel prossimo bilancio dell’Unione 2021-2027, e il 35% di Orizzonte Europa, vada a sostegno della sostenibilità. Tutela dell’ambiente, ricerca, innovazione, industria sono indissolubilmente legate. La continua dialettica tra Università, centri di ricerca, associazioni e imprese è la chiave per un proficuo matrimonio tra ambiente ed un’economia innovativa e competitiva che possa creare nuovi posti di lavoro».
di Rosa Massaro