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BCE. Dopo Mario Draghi, chi sarà il nuovo presidente?

BCE. Dopo Mario Draghi, chi sarà il nuovo presidente?

K metro 0 – Francoforte – Il rallentamento dell’economia europea e i rischi sulla crescita maggiormente sbilanciati verso il basso, stanno focalizzando l’attenzione dei mercati sempre più sulle prossime mosse della Banca centrale europea. All’interno del settore economia dell’UE, è fuori discussione il successo ottenuto da Mario Draghi, da quando nel 2011 ha assunto la

K metro 0 – Francoforte – Il rallentamento dell’economia europea e i rischi sulla crescita maggiormente sbilanciati verso il basso, stanno focalizzando l’attenzione dei mercati sempre più sulle prossime mosse della Banca centrale europea.

All’interno del settore economia dell’UE, è fuori discussione il successo ottenuto da Mario Draghi, da quando nel 2011 ha assunto la carica di presidente della Banca Centrale Europea. Nel luglio del 2012 aveva dichiarato che avrebbe fatto di tutto per proteggere la moneta unica europea, e così è stato. La scelta del presidente sarà quindi cruciale, e dovrà essere una personalità convincente, nel caso in cui, in futuro, vi fosse nuovamente una situazione da “qualsiasi cosa serva”.

Adesso è iniziato il countdown per la fine del suo mandato, previsto per la fine di ottobre 2019, e sono iniziate anche le scommesse su chi potrebbe sostituire Draghi come nuovo presidente. Secondo un sondaggio effettuato da Bloomberg, la corsa alla carica al momento sembra giocarsi tra Francia e Finlandia, con due candidati ciascuno.

In testa nel sondaggio su chi sarà il prossimo presidente della BCE troviamo Erkki Liikanen, ex direttore della banca centrale finlandese. A seguire, a poca distanza, spicca Francois Villeroy de Galhau, attuale Governatore della Banca di Francia. Il connazionale di Liikanen, Olli Rehn, vanta la terza posizione, seguito subito dal francese Benoit Coeure. Vi è poi l’esponente tedesco più quotato alla carica di presidente, Jens Weidmann, che si trova al quinto posto.

La scelta sarà politica, e valuterà, oltre all’esperienza, genere e nazionalità. La motivazione di una scelta con parametri completi è semplice, dal momento in cui il nuovo presidente dovrà essere in grado di tutelare l’assetto raggiunto da Draghi e di consolidare la ripresa dell’economia dell’eurozona. Il merito ottenuto dagli attuali leader economici europei, che oltre a Draghi vedono anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, è quello aver tenuto insieme l’eurozona durante la più grave crisi dei suoi 20 anni di storia, e per fare ciò è stato necessario attuare un programma di riforma radicale dei precedenti assetti della BCE, sradicandola dallo stampo della Bundesbank tedesca, ossessionata dal controllo dell’inflazione, per muoversi in una direzione che assicuri una crescita senza collassi economici e circoli economici viziosi.

“Sotto la sua guida, la BCE ha ampliato i suoi strumenti”, afferma Roberto Gualtieri, presidente della commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, commentando l’operato di Draghi. Un riferimento, il suo, agli acquisti di obbligazioni del valore di trilioni di euro, tassi d’interesse negativi e l’uso della credibilità della banca centrale per segnalare che l’indebitamento dell’euro rimarrà a buon mercato per gli anni a venire. “La BCE ora ha una cassetta degli attrezzi paragonabile a quella della Federal Reserve.”

 

Tosca Di Caccamo

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