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Paesi Bassi: Tre morti e nove feriti in una sparatoria ad Utrecht, attentato o vendetta personale?

Paesi Bassi: Tre morti e nove feriti in una sparatoria ad Utrecht, attentato o vendetta personale?

K metro 0 – Utrecht – Un uomo armato di fucile (ma secondo alcuni testimoni, sarebbero state più persone), alle 10,45 circa di lunedì 18 marzo – come riferito dal quotidiano olandese “De Telegraaf”, ripreso poi dalle agenzie di stampa – ha aperto il fuoco su un tram nella città olandese di Utrecht (importante centro

K metro 0 – Utrecht – Un uomo armato di fucile (ma secondo alcuni testimoni, sarebbero state più persone), alle 10,45 circa di lunedì 18 marzo – come riferito dal quotidiano olandese “De Telegraaf”, ripreso poi dalle agenzie di stampa – ha aperto il fuoco su un tram nella città olandese di Utrecht (importante centro universitario europeo, con circa 350.000 abitanti), nella zona periferica e residenziale vicino Piazza 24 Ottobre, uccidendo 3 persone e ferendone 9. Le autorità hanno lanciato immediatamente l’allarme al massimo livello, e il sindaco, Jan van Zanen, confermando che, tra i feriti, 3 sono in serie condizioni, ha parlato di attacco terroristico come più probabile spiegazione dell’accaduto.  “Tutta la nostra nazione è colpita dall’ attacco ad Utrecht”, ha detto il Premier Mark Rutte, non escludendo il fattore terrorismo e parlando di una situazione “preoccupante”. “Nel Paese”, ha aggiunto, “c’è un misto di incredulità e di disgusto”; ma “se è effettivamente un attacco terroristico, allora abbiamo una sola risposta: la nostra nazione, la democrazia devono essere più forti di fanatismo e violenza”. «L’Unione europea sta al fianco dell’Olanda e del suo popolo in questi momenti difficili. I miei pensieri vanno ai feriti e alle loro famiglie», ha scritto su Twitter il presidente uscente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Poche ore dopo la sparatoria, la polizia di Utrecht ha diffuso la foto di un uomo di 37 anni, nato in Turchia, definito “collegato con l’incidente”: l’istantanea mostra un giovane barbuto su un tram o un autobus, vestito di un giubbotto blu scuro con cappuccio. La polizia ha raccomandato ai cittadini, nel caso incontrassero l’uomo (identificato come Gokmen Tanis, residente probabilmente ad Utrecht), di non avvicinarlo, ma chiamare subito le autorità.

Interrotta dai partiti la campagna per le elezioni provinciali di mercoledì 19 marzo Quest’attacco di Utrecht è avvenuto 3 giorni dopo quello sanguinoso di Christchurch, con 50 persone uccise nelle 2 moschee, da un suprematista razzista bianco che odia gli immigrati: ma non ce alcun indizio di un possibile legame trai due eventi (che, anzitutto, sembrano avere opposte radici ideologiche). L’Olanda sinora era rimasta immune da attentati di gravi proporzioni: la polizia sta monitorando l’area circostante il fatto, usando anche elicotteri e cani-poliziotto. Le forze politiche olandesi, intanto, hanno deciso di interrompere la campagna elettorale per le elezioni provinciali di mercoledì prossimo, 21 marzo: elezioni che determineranno anche la fisionomia della prossima Camera Alta. Nella vicina Germania, la polizia ha intensificato la vigilanza lungo il confine con l’Olanda: Heinrich Onstein, un portavoce del BKA, la Polizia, federale tedesca, ha precisato che molti funzionari sono stati aggiunti oggi stesso agli organici per controllare anche tutte le strade minori che attraversano la campagna tra i due Paesi. La polizia di Utrecht, intanto, ha fermato il fratello di Goknmen Tanis: il quale, ha riferito un uomo d’affari turco alla BBC turca, «era stato arrestato alcuni anni fa per presunti legami con l’Isis e poi rilasciato», andando però a combattere In seguito in Cecenia. Secondo i parenti di Tanis, citati dall’agenzia turca Anadolu, e secondo alcuni testimoni residenti nella sua stessa zona, il killer avrebbe agito solo per «ragioni familiari», comunque strettamente personali, aprendo successivamente il fuoco anche sulle persone accorse in aiuto delle vittime. Ma la polizia olandese non crede a questa ipotesi “minimalista”, e sta percorrendo la pista dell’attentato.

 

 

di Fabrizio Federici

 

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