fbpx

Mare Jonio. Nave ong salva 49 migranti nel Mediterraneo

Mare Jonio. Nave ong salva 49 migranti nel Mediterraneo

K metro 0 – Roma – “La nave Mare Jonio ha incrociato un gommone in avaria che stava affondando con una cinquantina di persone. Li stiamo già soccorrendo. La cosiddetta Guardia Costiera libica arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi”. Lo scrive su twitter Mediterranea Saving Humans che ha da oggi Nave

K metro 0 – Roma – “La nave Mare Jonio ha incrociato un gommone in avaria che stava affondando con una cinquantina di persone. Li stiamo già soccorrendo. La cosiddetta Guardia Costiera libica arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi”. Lo scrive su twitter Mediterranea Saving Humans che ha da oggi Nave Mare Jonio in navigazione nel Mediterraneo centrale. La Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, la piattaforma delle associazioni italiane che si alterna con Open Arms e Sea Watch, era tornata in mare due giorni fa, e sta navigando per raggiungere il Mediterraneo centrale: l’imbarcazione oltre alla bandiera italiana e a quella europea, porta anche le bandiere della città di Palermo e della città di Napoli.

“Stiamo facendo rotta verso nord per evitare il maltempo, ci dirigiamo verso l’Italia dove chiederemo il porto sicuro per sbarcare queste persone scappate dai campi di concentramento libici”. Lo dice all’ANSA Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Human da bordo della nave Mare Ionio al termine del salvataggio di 50 migranti, tra cui 12 minori, al largo della Libia. “Non c’è stata alcuna tensione con la motovedetta libica, sono arrivati quando il nostro soccorso era già in corso” aggiunge Casarini.  Le condizioni dei migranti, ha sottolineato Casarini, sono in linea di massima buone. “La maggior parte di loro sono disidratati e soffrono il mare, ma da un primo esame del medico di bordo sembra che le loro condizioni non destino particolari preoccupazioni”. Quanto alle fasi del salvataggio, da bordo ribadiscono che non c’è stato alcun problema con i libici. “Quando siamo arrivati in zona – dice ancora Casarini – eravamo soli e abbiamo iniziato a soccorrere le persone, il gommone era in difficoltà e stava imbarcando acqua. La motovedetta libica è arrivata quando le operazioni di soccorso erano già in atto, ci hanno chiesto come mai fossimo in quella zona e abbiamo risposto loro che durante la navigazione ci siamo imbattuti nel gommone. A quel punto hanno lasciato che terminassimo il soccorso”.

Poche ore dopo, come una sorta di ritorsione, il Viminale comunica che sta lavorando a una direttiva per ribadire le procedure dopo eventuali salvataggi in mare. La priorità – spiegano fonti del ministero dell’Interno – rimane la tutela delle vite, ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare. “Qualsiasi comportamento difforme, sostiene il Viminale, può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani”. Per questo, il ministro dell’Interno Matteo Salvini sta per firmare una direttiva che sarà inviata a tutte le autorità interessate. Si annuncia l’ennesimo braccio di ferro sulla pelle dei salvati in mare.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: