K metro 0 – Oslo – Il governo della Norvegia ha avanzato la proposta di espandere l’area di esplorazione per il petrolio e per i gas naturali del 2019. Questo il contenuto del discorso fatto dal ministro norvegese per l’Energia e il Petrolio, Kjell-Børge Freiberg, giovedì scorso. Freiberg ha spiegato che con questo progetto la
K metro 0 – Oslo – Il governo della Norvegia ha avanzato la proposta di espandere l’area di esplorazione per il petrolio e per i gas naturali del 2019. Questo il contenuto del discorso fatto dal ministro norvegese per l’Energia e il Petrolio, Kjell-Børge Freiberg, giovedì scorso.
Freiberg ha spiegato che con questo progetto la Norvegia ha intenzione di accaparrarsi 90 nuovi blocchi messi a disposizione nel bando annuale APA: tra questi 48 nel mare di Barents, 37 nel mar di Norvegia e 5 nel mare del Nord. Ha poi aggiunto: “E’ importante dare seguito agli sviluppi positivi delle attività nel mare di Barents. Spero che questa mossa possa irrobustire le attività di ricerca e creare aumento del valore nel nord.”
Non sono mancate le critiche riguardanti l’aumento delle superfici sotto licenza APA. I politici dell’opposizione hanno contestato il fatto che tali licenze verranno utilizzate come pretesto per ampliare ancora di più le aree di esplorazione. Gaute Eiterjord, leader dell’associazione ambientalista Nature and Youth ha commentato così la faccenda: “E’ arrivato il momento per i politici di informarsi meglio sulle ricerche sul clima. Devono prendere sul serio il futuro dei giovani”.
La tornata di concessione di licenze nel 2018 ha visto la Norvegia accaparrarsene addirittura 83, un record del tutto particolare. Freiberg commentando il dato a gennaio, ha spiegato che: “Raggiungere questi numeri, 53 anni dopo la prima tornata assoluta, conferma quanto la Norvegia creda nella continua creazione di valore e di attività”.
Il livello di produzione di petrolio della Norvegia seguirà una tendenza negativa nel corso di quest’anno. Si raggiungerà il punto più basso dal 1988 ma verrà attuata una manovra di recupero anche grazie a due grandi aree da cui attingere. La produzione subirà una netta accelerata dal 2020 fino al 2023, grazie alla messa in funzione alla fine del 2019 del pozzo Johan Sverdrup, il gigante del mare del Nord. La Norvegia però non potrà contare su nuove grandi scoperte di fonti di petrolio o di nuovi progetti per sostenere la propria produzione dal 2025 in poi, quando le fonti Johan Sverdrup e Johan Castberg saranno già avviate da tre anni. Era stato proprio questo l’ammonimento del Consiglio Amministrativo norvegese del petrolio: l’anno scorso aveva cominciato a salire la preoccupazione riguardo la produzione per gli anni avvenire, in particolare dal decennio del 2020 in poi. L’unico modo per risollevare le sorti dell’industria del petrolio norvegese, su cui poggia le proprie basi l’economia dell’intero paese, è quella di fare nuove e importanti scoperte. Sarà fondamentale per mantenere i livelli di produzione stabili nei prossimi anni.