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Il Comitato anti-tortura esorta a condurre indagini efficaci sulle denunce di torture nella regione del Caucaso settentrionale

Il Comitato anti-tortura esorta a condurre indagini efficaci sulle denunce di torture nella regione del Caucaso settentrionale

K metro 0 – Strasburgo – Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa (Comitato europeo per la prevenzione della tortura – CPT) ha rilasciato ieri una dichiarazione pubblica riguardante la Federazione russa, in cui esorta le autorità russe ad adottare misure incisive per sradicare il fenomeno dei maltrattamenti da parte di agenti delle forze dell’ordine nella

K metro 0 – Strasburgo – Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa (Comitato europeo per la prevenzione della tortura – CPT) ha rilasciato ieri una dichiarazione pubblica riguardante la Federazione russa, in cui esorta le autorità russe ad adottare misure incisive per sradicare il fenomeno dei maltrattamenti da parte di agenti delle forze dell’ordine nella Repubblica cecena e in altre aree della regione del Caucaso settentrionale della Federazione russa, e in particolare a svolgere indagini efficaci ogni qualvolta emergano informazioni rilevanti relative a tali episodi.

La dichiarazione pubblica è resa in applicazione dell’articolo 10 (2) della Convenzione europea per la prevenzione della tortura, che prevede che il Comitato possa pubblicare una dichiarazione se una Parte contraente della Convenzione “non coopera o rifiuta di migliorare la situazione in base alle raccomandazioni del Comitato”.

Nel suo intervento al momento in cui è stata rilasciata la dichiarazione pubblica, il primo Vicepresidente del CPT, Mark Kelly, che è stato Capo delegazione durante la visita effettuata nel 2017 dal CPT nella Repubblica cecena della Federazione russa, ha affermato: “Per il CPT, è motivo di grande preoccupazione il fatto che, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi 20 anni, la tortura dei detenuti nella Repubblica cecena continui ad essere un problema profondamente radicato. Non costituisce unicamente un’inadempienza degli obblighi da parte delle autorità della Repubblica cecena, ma ugualmente un’omissione del dovere di sorveglianza e controllo effettivi da parte della Federazione russa.”

Dalle informazioni raccolte dal Comitato nel corso delle sue visite si evince che ricorrendo alla tortura e ad altre forme di maltrattamento da parte di membri delle forze dell’ordine nella Repubblica cecena rimane diffusa, così come la pratica correlata di detenzioni illegali che inevitabilmente aumenta significativamente il rischio di ricorrere a maltrattamenti. Inoltre, rimane profondamente preoccupante che nelle loro risposte ai rapporti di visita del CPT, le autorità russe non abbiano riconosciuto la gravità della situazione.

La pratica diffusa dei maltrattamenti della polizia, inclusa la tortura, non è esclusiva di questa repubblica della Federazione Russa; questo problema è stato più volte evidenziato dal CPT nei confronti di altre repubbliche della regione del Caucaso settentrionale.

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