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Cipro. La Maggior parte dei cittadini, sia greci che turchi, sono a favore del sostegno ai rifugiati

Cipro. La Maggior parte dei cittadini, sia greci che turchi, sono a favore del sostegno ai rifugiati

K metro 0 – Nicosia – La questione dell’accoglienza e dell’immigrazione nell’area mediterranea non riguarda solo Italia, Grecia e Spagna, di cui si parla continuamente sulla stampa: ma anche la piccola isola vicino alle coste turche. Cipro, infatti, sta riscontrando serie difficoltà nella gestione dei richiedenti asilo, che continuano ad aumentare. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, relativi

K metro 0 – Nicosia – La questione dell’accoglienza e dell’immigrazione nell’area mediterranea non riguarda solo Italia, Grecia e Spagna, di cui si parla continuamente sulla stampa: ma anche la piccola isola vicino alle coste turche.

Cipro, infatti, sta riscontrando serie difficoltà nella gestione dei richiedenti asilo, che continuano ad aumentare. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, relativi al 2017, a Cipro il numero di richieste di protezione internazionale è aumentato del 57% rispetto all’anno precedente: dopo la Grecia, è il Paese che ha accolto più richiedenti asilo per ogni abitante (anche se, in termini di valori assoluti, oggi è al terzultimo posto tra i Paesi UE, subito prima di Finlandia e Polonia). Inoltre, il Ministero dell’Interno ha fatto sapere che, fra gennaio e luglio 2018, le domande sono state il 55% in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (esattamente 5015 da gennaio a settembre 2018, ricorda, poi, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni). Per questo, già il 5 settembre 2018, c’ era stato un Consiglio dei ministri di emergenza, a termine del quale il ministro dell’interno, Constantinos Petrides, aveva sottolineato la necessità di un miglior coordinamento delle politiche comunitarie per l’immigrazione, dopo il Consiglio europeo di Bruxelles di fine giugno. Aveva spiegato inoltre alla stampa – e su questa linea è tuttora il governo cipriota – che Cipro “non è in grado di sviluppare delle strutture” per assorbire il flusso di migranti, se continuerà ad aumentare”.

Gli aiuti finanziari della UE

A dicembre scorso, la Commissione europea ha stanziato 305 milioni di euro a favore di Grecia, Italia, Cipro e Croazia: soldi destinati proprio ad aumentare, in questi Paesi, la capacità di accoglienza dei migranti, proteggere le vittime della tratta di esseri umani e rafforzare – col potenziamento dell’apposito sistema “Frontex” -la gestione delle frontiere esterne.

“La Commissione è impegnata a continuare a sostenere gli Stati membri sotto pressione migratoria”, ha sottolineato, in quell ‘occasione, il commissario per l’Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos. A Cipro, l’Ue ha destinato 3,1 milioni di euro proprio per migliorare la sua capacità di accoglienza e trasformare, nello specifico, il centro di emergenza temporaneo “Pournaras” in un centro di prima accoglienza a pieno titolo (che diverrà uno sportello unico, operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7).

L’aumento di immigranti e richiedenti asilo da Turchia, Siria e altri Paesi asiatici

A Syrian refugee reacts as he waits behind border fences to cross into Turkey at Akcakale border gate in Sanliurfa province, Turkey, June 15, 2015. REUTERS/Umit Bektas

Cipro, comunque, si trova direttamente alle prese con la questione dell’immigrazione; e, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico “The Guardian”, i trafficanti sfrutterebbero la divisione dell’isola e la vicinanza al Medio Oriente per far approdare i rifugiati siriani. L’ isola, infatti, dai tempi del conflitto greco-turco del 1974 è divisa in Repubblica Turca di Cipro Nord– non riconosciuta dalla comunità internazionale – e Repubblica di Cipro, membro dell’UE. Secondo il ministro dell’Interno, i migranti entrerebbero attraverso dei “punti ciechi”, dalla parte nord dell’isola: molti arrivano dalle coste della Turchia o del Libano. La maggior parte dei migranti chiede poi lo status di t rifugiato, e di questi circa un quarto sono siriani in fuga dal loro Paese (in preda, da 8 anni, alla guerra civile).

Possibili maneggi dei trafficanti a parte, è un fatto che “i profughi che provengono dal Medio Oriente stanno cercando nuove strade per migliorare le loro condizioni di vita”, sottolinea George Tzogopoulos, ricercatore del “think-thank” ateniese Eliamep e collaboratore del CIFE, Centro Italiano di Formazione Europea di Roma. “E per il momento è molto difficile per loro andare in Grecia attraverso la Turchia. Per questo stanno cercando nuovi percorsi, e Cipro è tra questi”. (l’isola, del resto, è a soli 160 chilometri dalle coste siriane; mentre la Turchia, ha creato sostanzialmente una strozzatura nella rotta dei profughi verso i Balcani, e la Grecia stessa recentemente ha inasprito le regole per entrare nel Paese).

La percezione della questione da parte della popolazione cipriota

Di fronte a tutto ciò, come risponde la popolazione cipriota? Su questi temi si è incentrato il sondaggio di opinione condotto dal Centre for Field Studies dell’Università di Cipro (UCFS), pubblicato venerdì scorso e a cui hanno partecipato 1.408 persone:701 greco-ciprioti e 707 turco-ciprioti.

Nella presentazione della ricerca, commissionata dall’ufficio regionale dell’UNHCR, l’organismo ONU per i rifugiati, Harris Psaltis, professore associato di Psicologia sociale e dello sviluppo all’Università di Cipro, ha affermato che entrambe le comunità cipriote capiscono la necessità di aiutare i rifugiati.

Uno studio simile è avvenuto già nel 2015, e lo scopo di questa nuova ricerca era proprio analizzare eventuali cambiamenti di opinione nel triennio 2015-2018. In effetti, qualcosa è cambiato, e in senso positivo: oggi c’è più comprensione e disponibilità nei confronti di chi sbarca sull’isola. (1035 persone, complessivamente, nel 2018). La maggior parte dei cittadini ciprioti, sia greci che turchi, sono a favore del sostegno ai rifugiati a Cipro, ma sono riluttanti quando si tratta di concedere la cittadinanza a coloro che si trovano sull’isola da più di cinque anni. Questo, sebbene, secondo il sondaggio, entrambe le comunità cipriote – greca e turca – identifichino i migranti soprattutto come persone in difficoltà, che arrivano nell’isola sfuggendo ai conflitti e alle emergenze in corso nei loro Paesi. Ma il problema è anzitutto che i termini “rifugiato” e “migrante” sono percepiti in modo diverso dalle due comunità.

C’è infatti, nella percezione dei greco-ciprioti, una sottocategoria nella categoria dei migranti, composta da individui facoltosi provenienti da Russia e Cina: che non sono considerati migranti, perché la loro ricchezza non corrisponde allo stereotipo prevalente di un migrante. Per i turco-ciprioti, il termine “migrante” si riferisce a coloro, provenienti soprattutto dalla Turchia, ma anche da Afghanistan, Pakistan e altri Paesi asiatici, che si spostano per motivi di necessità economica; mentre il termine “rifugiato” è associato prevalentemente a chi fugge dalla guerra civile siriana. Tuttavia, entrambe le comunità restano preoccupate per gli effetti della migrazione sullo sviluppo economico di Cipro, e sull’aumento dei tassi di criminalità. È, forse, per via della confusione nel comprendere chi si ha di fronte che più della metà dei partecipanti al sondaggio è restia nel concedere la cittadinanza ai rifugiati: il 50, 8% per i greco-ciprioti e il 67, 8% per i turco-ciprioti. Anche a Cipro, comunque, in linea con l’indirizzo prevalente nelle maggior parte delle normative nazionali europee, non si può concedere la cittadinanza senza un minimo di anni di effettiva residenza nel Paese, e un minimo di documentata integrazione con i suoi cittadini.

A Cipro, insomma, sembra quasi che si sia avviato un processo di accettazione dell’altro, ma non ancora di integrazione. Katja Saha, rappresentante dell’UNHCR sull’ isola, dichiara infatti che “le narrazioni politiche distorte hanno portato a credere che rifugiati e migranti siano una minaccia alla sicurezza sociale. Le statistiche globali ci dicono che 9 rifugiati su 10, in tutto il mondo, sono ospitati in Paesi poveri e a medio reddito, non in Europa. Eppure, i Paesi europei, tra cui Cipro, si sentono oberati dagli attuali flussi di rifugiati”.

 

Redazione in collaborazione con Mara di Fuccia

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Mara Di Fuccia
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