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Brexit. Portavoce della Commissione europea Schinas: “Ancora nessuna soluzione”

Brexit. Portavoce della Commissione europea Schinas: “Ancora nessuna soluzione”

K metro 0 – Londra – L’Unione europea mercoledì ha parlato delle trattative con il Regno Unito definendole “complicate”. Il dialogo tra le parti non è riuscito a far superare l’impasse e manca meno di una settimana alla decisione del governo britannico sull’approvazione o meno del divorzio con l’Unione. Il portavoce della Commissione europea, Margaritis

K metro 0 – Londra – L’Unione europea mercoledì ha parlato delle trattative con il Regno Unito definendole “complicate”. Il dialogo tra le parti non è riuscito a far superare l’impasse e manca meno di una settimana alla decisione del governo britannico sull’approvazione o meno del divorzio con l’Unione.

Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha dichiarato che: “Il dialogo prosegue in una direzione costruttiva mentre le discussioni sono state molto difficili. Non è stata identificata ancora nessuna soluzione al momento”. A colloquio con Schinas c’erano col ministro per la Brexit Stephen Barclay e il procuratore generale Geoffrey Cox. Quest’ultimo ai microfoni di Sky News ha spiegato che si tratta di “una discussione complicata. Siamo arrivati al cuore della faccenda e abbiamo avanzato delle proposte molto ragionevoli. Siamo finalmente arrivati a discutere i dettagli”.

Il Regno Unito dovrebbe abbandonare l’Unione europea il prossimo 29 marzo. Il parlamento britannico ha però, fino ad ora, rigettato la proposta di divorzio. L’alternativa sarebbe quella di un’uscita ordinata con un periodo di transizione utile per l’assestamento dell’economia alle nuove regole di mercato.

Le maggiori preoccupazioni riguardano la possibilità di mantenere una frontiera aperta tra l’Irlanda del Nord, facente parte del Regno Unito, e l’Irlanda, membro dell’Unione europea. Il meccanismo, noto come backstop, è un salvagente che potrebbe far rimanere il Regno Unito all’interno del circolo di interessi economici degli altri 27 Paesi europei, consentendo così la rimozione dei controlli fino al raggiungimento di un nuovo accordo.

I legislatori che sostengono la Brexit nel Regno Unito temono che questo tipo di accordo possa ritorcersi contro il Paese visto che l’Ue potrebbe continuare a farlo rispettare anche in futuro. Il primo ministro Theresa May vorrebbe, per questo motivo, ridisegnare il patto e convincere gli oppositori che le misure saranno solamente temporanee. I leader europei però, nelle scorse settimane, hanno ribadito che gli accordi non possono essere ridiscussi, le contrattazioni si stanò concentrando sulle possibili aggiunte da inserire nel patto.

Theresa May ha dichiarato che il nuovo accordo, con le ipotetiche modifiche, sarà presentato nuovamente al Parlamento. Se dovesse arrivare un ulteriore rifiuto, i legislatori dovranno scegliere se uscire dal blocco con un ‘no-deal’ oppure ritardarne la data. Liam Fox, segretario dell’International Trade ha commentato la faccenda, sottolineando come una ‘no-deal’ Brexit sia “enormemente subottimale” se confrontato con una ‘deal’ Brexit e ha aggiunto che tutto può succedere nelle votazioni della prossima settimana.

Le aziende britanniche sono fortemente contrarie ad un’uscita senza accordo, visto che imporrebbe forti tassazioni e altri ostacoli con l’Unione europea, che tra l’altro è il piu grande partner commerciale. Inoltre, potrebbe destabilizzare il processo di pace in atto in Irlanda del Nord, che ormai poggia sul libero scambio della frontiera aperta. Il capo del servizio civile nordirlandese, David Sterling, ha spiegato in una lettera ai leader di governo che: “non esiste ad oggi una mitigazione per le gravi conseguenze di un no-deal”, che includono un aumento del tasso di disoccupazione e un esodo generalizzato degli affari in Irlanda.

 

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