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Russia. Putin mira a costruire un internet sovranista con un nuovo progetto di legge

Russia. Putin mira a costruire un internet sovranista con un nuovo progetto di legge

K metro 0 – Mosca – In Russia è stato avviato il procedimento di stesura della legge che consentirà alle autorità nazionali di ottenere un controllo maggiore sugli accessi a Internet. La legge vorrebbe la creazione di un unico hub centralizzato da cui le autorità posso gestire, e bloccare, le informazioni che sono trasmesse al

K metro 0 – Mosca – In Russia è stato avviato il procedimento di stesura della legge che consentirà alle autorità nazionali di ottenere un controllo maggiore sugli accessi a Internet. La legge vorrebbe la creazione di un unico hub centralizzato da cui le autorità posso gestire, e bloccare, le informazioni che sono trasmesse al cyberspazio nazionale.

Un’anticipazione di questo trend, si è avuto quando a ottobre le autorità russe hanno bloccato il servizio di Mobile Internet in un’area del paese per quasi due settimane, per contrastare le proteste antigovernative sul versante russo del Caucaso.

Bloomberg riporta che Putin stia valutando tale nuovo sistema informatico per porre un argine alle strategie informatiche dell’amministrazione USA, che prevede misure offensive contro Russia e altri paesi designati, ma i tecnici e gli esperti della sicurezza affermano che in realtà sarebbero i disordini politici interni il maggiore problema da gestire. “Questa legge non riguarda minacce straniere, né vieta Facebook e Google, cosa che la Russia può già fare legalmente – ha detto Andrei Soldatov, autore di ‘The Red Web: Le Guerre del Cremlino su Internet‘ e co-fondatore di Agentura.ru, un sito che traccia i servizi di sicurezza a Bloomberg. Si tratta di essere in grado di tagliare certi tipi di traffico in certe aree durante i periodi di disordini civili”.

Oggi la Russia censura una varietà di argomenti online, spesso con il pretesto di sradicare l’estremismo e aziende straniere come LinkedIn e Zello si rifiutano di localizzare server all’interno del paese. In totale, circa 80.000 siti sono attualmente nella lista nera, secondo Roskomsvoboda, un gruppo con base a Mosca che fa campagne contro le restrizioni online.

Un funzionario russo ha affermato che la nuova legge renderà più semplice per le autorità monitorare e interrompere le decine di app e gruppi di messaggi attualmente classificati come illegali. Ha detto che più di 30 milioni di russi utilizzano tali servizi, il più popolare dei quali è Telegram, una piattaforma fondata dall’imprenditore tecnologico ribelle Pavel Durov.

Gli sforzi russi per costringere Durov, che ha sede a Dubai, a consegnare le sue chiavi di crittografia lo scorso aprile hanno provocato proteste e radicalizzazione di massa. Le autorità hanno cercato di staccare la spina su Telegram in Russia, ma hanno finito con l’abbattimento di centinaia di siti non collegati nel processo, tra cui rivenditori, banche e sistemi di biglietteria aerea.

Parrebbe che il disegno di legge sarebbe un progetto a cui la Russia lavora da tempo, e l’obiettivo finali di Putin sarebbe quello di garantire che l’internet nazionale russo (Runet), continui a funzionare ne caso in cui gli Stati Uniti provino a isolare il paese. Putin ha riferito ad alcuni media locali il mese scorso in una riunione al Cremlino, di dubitare che gli Stati Uniti avrebbero mai scollegato la Russia dal web perché “avrebbe causato loro enormi danni”. Tuttavia, ha evidenziato che la minaccia è reale. “Più sovranità abbiamo, anche in campo digitale, meglio è. Questo è un settore molto importante”, queste le parole del leader russo.

Se la legge dovesse essere approvata, la Russia, come la Cina, avrebbe il suo “Great Firewall”, con un controllo totale sul flusso di informazioni, in entrata e in uscita. Al momento, gli oppositori sono i fornitori dei servizi di internet e gli operatori wireless, che sostengono che la somma stanziata dal governo (269 milioni di euro), non sarà sufficiente.

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