K metro 0 – Bruxelles – Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha perso la fiducia nel Parlamento Europeo anche dello Spitzenkandidat, l’ala più conservatrice e con una maggiore apertura alle politiche di destra del tedesco Manfred Weber. Il partito ungherese nazionalista Fidesz rischia ora l’espulsione dal parlamento, dopo la richiesta della sua sospensione da parte
K metro 0 – Bruxelles – Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha perso la fiducia nel Parlamento Europeo anche dello Spitzenkandidat, l’ala più conservatrice e con una maggiore apertura alle politiche di destra del tedesco Manfred Weber. Il partito ungherese nazionalista Fidesz rischia ora l’espulsione dal parlamento, dopo la richiesta della sua sospensione da parte di 12 membri del Partito Popolare Europeo (PPE) arrivata martedì scorso.
Orbán è noto a tutti per le sue campagne anti-immigrazione e il rifiuto di qualsiasi tipo di accoglienza dei richiedenti asilo: l’Ungheria è tra i Paesi che si sono schierati contro la riforma del regolamento di Dublino. Stando al testo attuale, infatti, l’obbligo di prima accoglienza spetta esclusivamente al primo paese di approdo, che solitamente coincide con l’Italia, Grecia e Spagna. A destare più scalpore e indignazione tra la società civile e le classi politiche del blocco europeo è stata, soprattutto, la diffusione di un video girato, quasi un anno fa, nel quartiere multietnico di Molenbeek di Bruxelles da Tamás Deutsch, parlamentare europeo e membro di spicco di Fidesz. Le immagini, montate con una colonna sonora drammatica, mostrano immigrati musulmani alle prese con la vita quotidiana e Deutsch che racconta la sua visione di un’Europa non più degli europei ma degli estremisti islamici. “I politici vogliono riempire l’Europa di immigrati e non farla essere più degli europei, cristiani, bianchi. Vogliono trasformarla nell’Europa dei jihadisti” dice il parlamentare ungherese. Infatti, secondo Tamás Deutsch, vi è un nesso diretto tra le immigrazioni illegali e il proliferare di atti terroristici; accogliere le masse di migranti significherebbe mettere maggiormente a rischio, in particolare, la sicurezza della nazione e, in generale, quella dell’Europa. Il video, successivamente postato dallo stesso Orbán sul suo profilo Facebook, ha contribuito ad infiammare ancor di più gli animi dei parlamentari europei moderati. Un colpo così basso – l’obiettivo era screditare l’Unione Europea, dal momento in cui il video è stato girato a Bruxelles – assestato da un importante parlamentare europeo non è ciò di cui si ha bisogno in questo delicato momento storico.
Tuttavia, va ricordato che l’Ungheria, sebbene abbia sempre insistito sul tema dell’immigrazione e sulla questione dei rifugiati, non ha un numero elevato di immigrati. È proprio la poca solidarietà mostrata dal governo ungherese a infastidire i Popolari europei.
L’ultima sfida lanciata dal primo ministro Viktor Orbán è la promozione di una campagna mediatica anti-europea e anti-Junker sui piani di Bruxelles a favore dell’immigrazione. L’iniziativa, sponsorizzata anche sui social network e finanziata con le tasse dei contribuenti ungheresi, mira a far conoscere ai cittadini le proposte che metterebbero a rischio la sicurezza di Budapest: “hai il diritto di sapere cosa vogliono fare a Bruxelles” si legge in un post dell’account ufficiale dell’esecutivo. A quanto pare, il governo ungherese è sempre più online, come se volesse attirare a sé soprattutto l’attenzione dei giovani – che rappresentano il futuro di una nazione. Infatti, il manifesto di questo tanto contestato progetto, un fotomontaggio che ritrae il finanziere George Soros e il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, alludendo alla complicità dei due su un piano di invasione di massa nei confini europei, ha fatto scalpore in rete. Di conseguenza, le reazioni da parte della Commissione europea non sono tardate ad arrivare e Natasha Bertaud, portavoce di Juncker, ha ribadito al Sole 24 Ore che “La commissione Juncker è impegnata contro la disinformazione e le fake news, e questo caso non fa eccezione. Gli ungheresi meritano fatti, non finzioni. […] L’Ue supporta e non indebolisce la protezione nazionale dei confini. Non c’è alcun piano per “visti umanitari”. Gli stati membri decidono fino a che punto accettare l’immigrazione legale”.
Questo attacco diretto a Junker ha causato un ennesimo scontro tra Fidesz e il Partito Popolare Europeo, che potrebbe provocare una crisi insanabile e portare all’espulsione del primo ministro ungherese dal più grande partito europeo. Il blocco dei paesi nordici, più legati ai principi liberali ha, infatti, già avviato una richiesta formale di espulsione, mentre il presidente del PPE Joseph Daul ha dichiarato, martedì scorso al quotidiano tedesco Die Welt, che “il Partito popolare europeo è una grande famiglia che può avere le sue differenze, ma c’è un limite e Viktor Orban ha oltrepassato la linea rossa”. Nonostante l’ala più conservatrice del partito abbia sempre cercato di mantenere un legame saldo con Budapest, il presidente ungherese, ora, non può più contare sull’appoggio del suo “amico” Weber, il quale ha dichiarato alla rivista tedesca Der Spiegel: “Tutte le opzioni sono sul tavolo. Orbán ha danneggiato il PPE con le sue dichiarazioni e i suoi manifesti. Gli appelli non sono più sufficienti, prenderemo presto misure concrete”.
Questa volta, quindi, l’atteggiamento mostrato da Viktor Orban non passerà in osservato: se ne discuterà il 20 marzo all’assemblea politica del PPE, quando i rappresentanti dei partiti membri potranno decidere per l’espulsione definitiva di Fidesz.
di Fuccia Mara