K metro 0 – Parigi – Abdelaziz Bouteflika, 81enne capo di Stato uscente dell’Algeria, ha depositato ieri sera tutta la documentazione necessaria alla candidatura per quello che sarebbe il suo quinto mandato in carica, nonostante in diverse città algerine, e non solo, si siano svolte numerose proteste cittadine per opporsi alla sua ennesima candidatura. Le
K metro 0 – Parigi – Abdelaziz Bouteflika, 81enne capo di Stato uscente dell’Algeria, ha depositato ieri sera tutta la documentazione necessaria alla candidatura per quello che sarebbe il suo quinto mandato in carica, nonostante in diverse città algerine, e non solo, si siano svolte numerose proteste cittadine per opporsi alla sua ennesima candidatura.
Le tensioni della crisi algerina si fanno sentire anche in Europa, e sembra che Macron sia uno dei leader più preoccupati per le vicende del paese africano. A Parigi, nella giornata di ieri, centinaia di persone sono scese in piazza per opporsi in modo coeso al quinto mandato di Bouteflika, che per i cittadini rappresenterebbe, secondo i media francesi, un sistema corrotto e illegittimo.
Ecco che la comunità algerina francese ha raccolto partecipanti di tutte le età, tra cui moltissimi studenti, per protestare in place de la République, così come è stata unita e compatta la infestazione della comunità algerina insediata a Londra.
Il presidente uscente, però, non sembra spaventato delle proteste che da circa dieci giorni si ripetono in Algeria, e non solo, e non vuole ritirare la candidatura. Il suo ex alleato, Abu Bakr Geddouda, ha detto al Ilfatto.it: “I cittadini sono molto determinati e non si fermeranno”.
Geddouda, ex parlamentare e presidente del National Shura Council (comitato centrale del partito islamista del Movimento Sociale per la pace), appartenente alla fazione politica dei Fratelli Musulmani algerini, appoggiava Bouteflika fino al 2012, ma adesso il nuovo candidato a presidente del gruppo, Abderrazak Makri, ha deciso di boicottare le elezioni. “La situazione è delicata.”, ha detto Makri alla stampa, e ha aggiunto: “Ci siamo ritirati dalla coalizione e abbiamo rifiutato di farne nuovamente parte perché manca un piano di riforme per il paese. Le elezioni sono sempre state truccate e il parlamento non ha potere, queste proteste sono il risultato di questa situazione politica”.
Uno dei problemi che i manifestanti lamentano del governo Bouteflika è l’assenza di riforme: molti dei partecipanti alle proteste sono giovanissimi, dato che in Algeria circa il 70% della popolazione ha un’età inferiore ai 30, ma la disoccupazione giovanile i al 26%. Inoltre, la maggior parte della popolazione non crede che la figura di Bouteflika possa essere quella del pacificatore, dopo la crisi della guerra civile algerina durante il cosiddetto “decennio nero” (1991-2002), che ha fatto circa duecentomila vittime.
Altro problema al quale Bouteflika non sembra in grado di sopperire è la crisi economica, dettata dal crollo del prezzo del petrolio e del gas, fonti primarie di introito per l’Algeria. “Gli algerini hanno capito che è il momento di decidere per il nostro paese. Noi non siamo né la Siria né l’Iraq e i governi occidentali devono appoggiarci”, ha continuato Geddouda, aggiungendo che “Non devono ripetere l’errore che hanno commesso in passato non sostenendo le richieste di giustizia sociale e di democrazia delle popolazioni arabe”.