K metro 0 – Washington – Mentre, negli USA, è ancora in atto il contrasto tra l’amministrazione Trump e il Congresso – in gran parte controllato dai democratici – sul nodo irrisolto del “Muro per la sicurezza” da costruire ai confini col Messico (per il quale il Presidente chiede l’ok delle Camere a una spesa di
K metro 0 – Washington – Mentre, negli USA, è ancora in atto il contrasto tra l’amministrazione Trump e il Congresso – in gran parte controllato dai democratici – sul nodo irrisolto del “Muro per la sicurezza” da costruire ai confini col Messico (per il quale il Presidente chiede l’ok delle Camere a una spesa di almeno 5 miliardi di dollari), una smentita alle tesi di Trump è venuta dal Generale dell’ Aeronautica Terrence O’ Shaughnessy, comandante dell0′ U.S. Northern Command e del NORAD, il Comando della Difesa Aerospaziale del Nordamerica.
Il quale, come riferisce l’Associated Press, in un’audizione di ieri presso la Commissione per i Servizi militari del Senato (dove maggiore è la presenza dei repubblicani) che, d’intesa con Trump, aveva proposto appunto di costruire la barriera di confine col Messico, ha detto chiaramente di non vedere alcuna possibile minaccia militare ai confini meridionali degli USA; ma che la sua attenzione è rivolta, invece, al pericolo, “molto reale”, proveniente da Russia e Cina. Sono soprattutto i progressi della Russia in termini di addestramento dei militari e di capacità offensive, e il suo intento di tenere gli USA in una situazione di rischio, che rappresentano una minaccia per il futuro dell’America, ha sottolineato O’Shaughnessy.
Per alzare il Muro col Messico, di fronte a quella che ha definito una vera emergenza nazionale, Trump progetta di stornare una parte consistente di fondi della Difesa già destinati a programmi di edilizia militare e progetti contro la droga. I membri del congresso (soprattutto democratici, ma anche repubblicani dissidenti) sfidano l’Amministrazione su questo terreno, e i democratici della Commissione del Senato ieri hanno bombardato il generale di domande, su questa presunta necessità di stornare fondi da programmi già decisi.
“Sono consapevole, molto francamente, che questa Amministrazione sta politicizzando i nostri militari, e militarizzando la nostra politica dell’immigrazione”, ha detto il senatore democratico del Connecticut Richard Blumenthal. Mentre il senatore dell’Alaska David Sullivan ha ricordato l’enorme sproporzione esistente tra le flotte di navi rompighiaccio di Russia e Cina, presenti nell’ Artico, e l’unica nave rompighiaccio di cui dispongono attualmente gli Stati Uniti. Situazione, questa di povertà di mezzi nell’ Artico (iniziata a crearsi già coi tagli al bilancio federale decisi, negli anni ’80-’90, dalle amministrazioni Reagan e Bush Jr.) che davvero rappresenta una minaccia alla sicurezza del Paese.
Una conferma di tutti questi timori arriva – come riferisce l’agenzia Reuters – dagli Uffici studi dell’Esercito federale. Si prevede – ha sottolineato lunedì scorso, in un intervento pubblico, un ufficiale anziano del Pentagono – che le capacità militari della Russia arriveranno al culmine nel 2028: seguite a ruota (2 anni al massimo) da quelle cinesi. L’America, quindi, ha appena un decennio per prepararsi a fronteggiare efficacemente questa minaccia. Il funzionario civile piu’ in alto nell’ Esercito statunitense, il Segretario generale Mark Esper, ha detto – informa sempre la Reuters – che l’Esercito d’ora in poi penserà soprattutto a potenziare le complessive capacità americane di battere, se necessario, le due potenze militari emergenti, Russia e Cina. Due potenze, ha aggiunto (in implicita critica, aggiungiamo, alle politiche di 3 Amministrazioni federali), che per anni “hanno modernizzato le loro forze militari, mentre gli Stati Uniti erano impegnati a fronteggiare le insorgenze del Medio Oriente”.
Spendere denaro per le guerre in Iraq e in Afghanistan, ha proseguito Esper, ha finito col “mortificare la prontezza” degli USA a combattere, se necessario, contro Paesi come Russia e Cina. Il risultato è che oggi, l’equipaggiamento complessivo dell’Esercito, in servizio da oltre 40 anni, va assolutamente modernizzato: per il 2019, sono stati richiesti, al Congresso, stanziamenti di 182 bilioni di dollari solo per finanziare l’aggiornamento di programmi e stipendi dei militari; di questi 182 bilioni, solo 22 dovrebbero andare per l’acquisto di nuovi specifici sistemi d’armamento.
Esper ha aggiunto, in ultimo, che ristrutturare in questo modo le spese militari USA “pagherà dividendi” per le decadi a venire. “Se stiamo andando a combattere, e vincere, con russi e cinesi nell’anno 2030, 2040 o 2050, devo iniziare a costruire la nuova generazione ora”.
di Fabrizio Federici