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Ucraina. Tymoshenko chiede l’incriminazione del presidente Poroshenko

Ucraina. Tymoshenko chiede l’incriminazione del presidente Poroshenko

K metro 0 – Kiev – La corsa presidenziale a Kiev si fa sempre più accesa. Yulia Tymoshenko, ex primo ministro ucraino, e candidata della campagna presidenziale, ha esortato, ieri, i legislatori ad avviare un procedimento di impeachment nei confronti del presidente Petro Poroshenko, in seguito a un’indagine sui media che riportava i presunti programmi

K metro 0 – Kiev – La corsa presidenziale a Kiev si fa sempre più accesa. Yulia Tymoshenko, ex primo ministro ucraino, e candidata della campagna presidenziale, ha esortato, ieri, i legislatori ad avviare un procedimento di impeachment nei confronti del presidente Petro Poroshenko, in seguito a un’indagine sui media che riportava i presunti programmi di appropriazione indebita nelle industrie militari della nazione.

A meno di 5 settimane dalle elezioni, in previsione per il 31 marzo 2019, un media ucraino ha diffuso un programma in cui si sostiene che persone vicine al magnate ucraino si siano arricchite contrabbandando pezzi di ricambio per equipaggiamento militare dalla Russia. Il rapporto investigativo di Bihus.info, pubblicato su YouTube il 25 febbraio, afferma che Ihor Hladkovskyy, figlio del collaboratore di Poroshenko, Oleh, vicesegretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa, ha organizzato una rete per contrabbandare pezzi di ricambio di equipaggiamento militare dalla Russia nel 2015, un anno dopo che la Crimea decise di tornare russa e Mosca dette il suo sostegno ai separatisti militanti nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk.

La Tymoshenko, che gli attuali sondaggi elettorali indicano come una dei tre candidati favoriti, insieme allo stesso Poroshenko, ha detto che il suo partito Batkivshchyna (Patria) ha lanciato un processo di impeachment, con il sostegno di altri partiti. Queste accuse non dovrebbero essere troppo minacciose, però, per Poroshenko, grazie alla divisione interna al Parlamento sulla questione, ma il procedimento ha comunque riscaldato gli animi della squadra presidenziale, che ha visto crollare la sua popolarità, in un contesto di dilagante corruzione e problemi economici che hanno seguito l’annessione della Crimea.

“Riteniamo che i fatti rivelati dai giornalisti investigativi rientrino nell’articolo 111 del Codice penale e siano definiti come tradimento deliberatamente commessi da un cittadino dell’Ucraina a scapito della sovranità, integrità territoriale, inviolabilità, difesa, sicurezza statale ed economica dell’Ucraina “, ha detto Tymoshenko in parlamento. “Questa è collaborazione con il nemico, la distruzione dell’esercito ucraino, l’assistenza al paese occupante, è un caso criminale”.

Secondo il rapporto anche altri due uomini, Andriy Rohoza e l’ex impiegato di Ukroboronprom Vitaliy Zhukov, avrebbero aiutato Hladkovskyy a contrabbandare i pezzi di ricambio dalla Russia, guadagnando illegalmente almeno 250 milioni di hryvnyas (9,2 milioni di dollari) attraverso tre importanti aziende private, una delle quali apparteneva a Poroshenko in quel momento.

La Costituzione ucraina afferma che il presidente “può essere messo sotto accusa se commette un alto tradimento o altri crimini”. Il gruppo parlamento del blocco presidenziale, però, ha chiesto al ministero degli Interni ucraino di smentire le dichiarazioni sul presunto coinvolgimento del presidente in atti di corruzione, in vista delle elezioni; in alternativa, Artur Herasymov, presidente del gruppo parlamentare della formazione ha chiesto che siano fornite immediatamente le prove delle accuse presentate.

 “Si tratta di dichiarazioni semplicemente politiche, senza fondamento, che vengono diffuse circa il nostro partito. Chiediamo che vengano smentite o che si presentino immediatamente le prove in merito”, ha affermato Herasymov, ripreso dall’agenzia di stampa Ukrinform.

In precedenza, il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov ha affermato in un’intervista al quotidiano Dzerkalo Tyzhnia che il deputato Serhiy Berezenko è coinvolto nell’inchiesta sui presunti schemi di corruzione elettorale. Berezenko, che è vicepresidente del gruppo parlamentare del blocco Poroshenko, ha successivamente respinto le accuse fatte da Avakov nell’intervista.

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