K metro 0 – Mosca – Un tribunale militare russo, precisamente il tribunale distrettuale di Mosca, ha emesso ieri una sentenza di condanna per tradimento per un ex alto funzionario del controspionaggio e un dirigente della società di sicurezza informatica Kaspersky Lab, perché collegati a un caso di dispersione di dati sensibili dell’intelligence americana. Sergei
K metro 0 – Mosca – Un tribunale militare russo, precisamente il tribunale distrettuale di Mosca, ha emesso ieri una sentenza di condanna per tradimento per un ex alto funzionario del controspionaggio e un dirigente della società di sicurezza informatica Kaspersky Lab, perché collegati a un caso di dispersione di dati sensibili dell’intelligence americana.
Sergei Mikhailov, l’ex capo del dipartimento di cybersicurezza del (FSB), servizi segreti russi, è stato condannato a 22 anni di reclusione per alto tradimento e privato del grado di colonnello e delle decorazioni, tra cui quella di élite “Per i servizi alla Patria”, mentre al secondo indagato, Ruslan Stoyanov, ex impiegato della società informatica, è stata comminata una pena di 14 anni.
La natura del procedimento penale nei confronti dei due uomini rimane top-secret, ma il tribunale ha lavorato per diversi mesi sulle indagini per ottenere le prove che hanno portato al verdetto. Anche le basi delle accuse rimangono oscure e i media russi riferiscono che il caso sarebbe stato incentrato sul fatto che Mikhailov avrebbe contattato Stoyanov per passare informazioni captate da una sonda dei servizi russi, a un analista con presunti legami con l’FBI.
L’avvocato di Stoyanov, Inga Lebedeva, ha detto che il suo cliente potrebbe fare appello e si aspettava che gli avvocati della squadra di difesa di Mikhailov avrebbero consigliato al loro cliente di fare lo stesso.
Nel frattempo, alcuni media russi, tra cui il giornale di opposizione “Novaya Gazeta” e la rete televisiva Tsargrad, hanno riportato che Mikhailov abbia partecipato a un incontro tra i funzionari dei servizi russi nel dicembre 2016, e che alla fine di quella riunione abbia lasciato la stanza con una busta. Subito dopo, lo stesso mese, lui e Stoyanov sono stati messi sotto accusa, e analizzando le tempistiche, è stato ipotizzato che le azioni in questione abbiano influito sulle elezioni presidenziali USA del 2016, e che vi sia stata una talpa che abbia avvisato l’intelligence statunitense dell’interferenza russa.
Inoltre, un altro ufficiale dell’FSB che ha lavorato con Mikhailov, il maggiore Dmitry Dokuchayev, è stato arrestato e accusato di tradimento: Dokuchayev ha firmato una dichiarazione di colpevolezza ed è in attesa di giudizio insieme a un quarto imputato. Nel frattempo, i media russi avrebbero identificato in Dokuchayev un ex hacker noto come “Forb” che era apparso in un’intervista del 2004 sui siti web governativi degli Stati Uniti.
“Il loro arresto […] è stato un seguito diretto al clamore negli Stati Uniti per l’ingerenza russa”, ha detto Andrei Soldatov, un esperto dei servizi di sicurezza russi e coautore di “Red Web” all’Associated Press, e ha aggiunto: “Mikhailov è stato il primo ufficiale dell’FSB incaricato di mantenere i contatti con le agenzie di sicurezza occidentali nella cyber-sfera, qualcosa che è andato fuori moda dopo l’ultimo scandalo”.
Di contro, l’avvocato Lebedeva ha dichiarato che questi legami con i possibili pilotaggi delle ultime elezioni americane non hanno basi certe, e che le accuse sarebbero state inventate per placare la rabbia dell’uomo d’affari russo Pavel Vrublevsky: ciò che è stato svelato esattamente durante il processo non è chiaro, poiché i dettagli che lo circondano restano secretati, ma secondo le informazioni riportate per la prima volta da KrebsOnSecurity nel gennaio 2017, la spiegazione più probabile per il loro procedimento deriva da un rancore di lunga data tenuto da Vrublevsky: imprenditore che gestiva una società di pagamento chiamata ChronoPay e per anni ha pagato la maggior parte del mondo spammer e autori di virus, per pompare malware e centinaia di miliardi di e-mail spazzatura nelle caselle di posta degli Stati Uniti.
Nel 2013, anche Vrublevsky è stato condannato per aver ingaggiato il suo più fidato spammer e scrittore di malware per lanciare un paralizzante attacco denial-of-service (DDoS) contro uno dei principali concorrenti della sua compagnia. Un’e-mail che Vrublevsky scrisse a un impiegato ChronoPay nel 2010 fa presagire gli arresti di Mikhailov e Stoyanov, sottolineando il sospetto di Vrublevsky che i due fossero strettamente coinvolti nella fuga di e-mail e documenti ChronoPay che erano stati sequestrati dalla divisione di Mikhailov.