K metro 0 – Roma – Secondo il rapporto diffuso ieri dall’Autorità Europea per la Sicurezza del cibo (EFSA), insieme al Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), i risultati sono chiari: l’antibiotico-resistenza non mostra segni di diminuzione e l’allarme per la diffusione di alcune infezioni aumenta. I dati trasmessi dai
K metro 0 – Roma – Secondo il rapporto diffuso ieri dall’Autorità Europea per la Sicurezza del cibo (EFSA), insieme al Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), i risultati sono chiari: l’antibiotico-resistenza non mostra segni di diminuzione e l’allarme per la diffusione di alcune infezioni aumenta.
I dati trasmessi dai due centri di ricerca europei denotano che gli antimicrobici usati per trattare malattie trasmissibili tra animali e essere umani, come salmonellosi e campilobatteriosi, stanno perdendo efficacia.
Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “Il rapporto pubblicato dovrebbe far squillare ancora una volta campanelli d’allarme: evidenzia che stiamo entrando in un mondo in cui infezioni comuni diventano sempre più difficili – e talvolta impossibili – da trattare. Tuttavia, politiche ambiziose, promosse da alcuni Paesi in cui si limita l’uso degli antimicrobici, hanno portato a una diminuzione della resistenza ad essi”.
“Dunque, prima che i campanelli d’ allarme diventino sirene assordanti, assicuriamoci di agire sempre più tutti insieme, in ogni Paese e in tutti i settori della sanità pubblica, della salute animale e dell’ambiente sotto l’ombrello di un approccio unitario alla salute (One Health)”, ha continuato il commissario.
Questo significa che vi saranno, nel futuro prossimo, molti più casi di infezioni difficili da curare, il che ridurrà la qualità di vita di chiunque sarà colpito da queste malattie, per cui le opzioni di cura diminuiscono.
I dati del rapporto si riferiscono al 2017, riguardano 28 Stati dell’Unione e sono stati raccolti su campioni di esseri umani, suini e vitelli di età inferiore a un anno. Confermano l’aumento della resistenza agli antibiotici già individuata negli anni precedenti: in alcuni paesi, secondo l’Efsa, la resistenza ai fluorochinoloni (come la ciprofloxacina) nei batteri del genere Campylobacter è talmente alta che tali antimicrobici non funzionano più per il trattamento di casi gravi di campilobatteriosi. Nella maggioranza dei Paesi europei, la salmonella nell’uomo è sempre più resistente ai fluorochinoloni mentre la multi-farmaco resistenza (ovvero la resistenza a tre o più antimicrobici) è elevata nella Salmonella trovata nell’uomo (28,3%) e negli animali.
Mike Catchpole, direttore scientifico dell’ECDC, sottolineando come sia necessario invertire l’andamento della resistenza se vogliamo evitare grosse conseguenze sulla salute dei cittadini, ha detto che “Il fenomeno è particolarmente allarmante quando si parla di resistenza congiunta: percentuali anche basse di resistenza congiunta implicano che per molte migliaia di pazienti in tutta l’UE le opzioni di cura in caso di infezioni gravi sono limitate”.
Dall’EFSA invece, Marta Hugas, responsabile scientifico capo, ha detto:” Abbiamo visto che quando gli Stati membri hanno attuato politiche rigorose, la resistenza agli antimicrobici negli animali è diminuita. Le relazioni annuali delle agenzie europee e nazionali includono di ciò esempi degni di nota. Ciò dovrebbe servire da ispirazione per altri Paesi “.
È utile ricordare che nel giugno 2017 la Commissione europea ha adottato un piano d’azione sanitario unitario dell’UE contro la resistenza antimicrobica (One Health Action Plan against Antimicrobial Resistance), chiedendo un’azione efficace contro questa minaccia e riconoscendo che deve essere affrontata in termini sia di salute umana, che di salute degli animali e ambiente. L’uso prudente degli antimicrobici è essenziale per limitare l’insorgenza e la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici nell’uomo e negli animali.