fbpx

Istat sulla fiducia degli italiani inquadra a febbraio un paese pessimista. I valori più bassi da 18 mesi

Istat sulla fiducia degli italiani inquadra a febbraio un paese pessimista. I valori più bassi da 18 mesi

K metro 0 – Roma – Era un anno e mezzo che i consumatori non erano di umore così nero. E sono passati addirittura quattro anni da quando le imprese hanno guardato con così poca speranza al futuro, nell’ormai lontano febbraio del 2015. La consueta indagine mensile dell’Istat sulla fiducia degli italiani inquadra a febbraio un

K metro 0 – Roma – Era un anno e mezzo che i consumatori non erano di umore così nero. E sono passati addirittura quattro anni da quando le imprese hanno guardato con così poca speranza al futuro, nell’ormai lontano febbraio del 2015. La consueta indagine mensile dell’Istat sulla fiducia degli italiani inquadra a febbraio un paese pessimista in quasi tutte le sue componenti: l’indice relativo alle famiglie presenta un ampio calo a 112,4 punti dai 113,9 del mese precedente – con i tonfi peggiori che riguardano il clima economico e quello corrente -, mentre per le aziende si conferma l’evoluzione negativa in atto dallo scorso luglio, col dato che scende a 98,3 punti dai 99,1 di gennaio. Anche in questo caso, la percezione che il tempo volga al brutto è piuttosto trasversale. A livello di settori, solo il commercio al dettaglio registra un miglioramento nell’indice, mentre la manifattura paga le preoccupazioni legate alla produzione e le costruzioni soffrono il ridimensionamento delle aspettative in tema di occupazione.

“Il cedimento della fiducia di famiglie e imprese è ormai incontrovertibile, anche se gli effetti su investimenti e consumi si avvertiranno di più solo nei prossimi mesi”, commenta lapidaria Confcommercio, pronosticando che “quando, prima o poi, verranno al pettine i nodi di finanza pubblica intrecciati con il peggioramento di Pil rispetto alle previsioni ufficiali, sarà complicato evitare dolorosi aggiustamenti di rotta”. A chiedere un intervento in tempi rapidi è quindi Confesercenti, per cui “la priorità, ora, è spezzare la spirale al ribasso imboccata dall’economia italiana”. Compito, questo, che secondo l’associazione richiede “segnali forti e, soprattutto, chiarezza sul piano del governo”. Sul lato delle famiglie, invece, di “pessimo segnale” parla il Codacons, paventando a sua volta ripercussioni del clima di fiducia sui consumi. Mentre l’Unione Nazionale dei Consumatori spinge sul tasto politico, affermando che “se non si può ancora parlare di rottura definitiva tra italiani e governo, certo il divorzio è oramai alle porte”.

Federconsumatori legge nei dati Istat “una debacle su tutti i fronti, della quale anche i cittadini si rendono conto, smentendo gli eccessivi ottimismi del Governo”. Il calo dell’indice di fiducia del consumatore a febbraio ai valori più bassi da 18 mesi, si aggiunge, per l’associazione, “al vero e proprio bollettino di guerra sulla nostra economia, con l’entrata del Paese in recessione tecnica, il calo dei consumi ed il crollo della produzione industriale del -5,5% a dicembre 2018 su base annua”. “Le misure di carattere assistenziale varate dal Governo non sono sufficienti – si legge in una nota -, ma si rende urgente un serio intervento del Governo per intraprendere la strada della ripresa, dando un nuovo slancio alla crescita, attraverso un piano di investimenti destinati allo sviluppo, alla ricerca, alla modernizzazione e alla realizzazione delle infrastrutture”.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: