K metro 0 – Ginevra – Agenda piena per il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres che lunedì 25 ha partecipato all’apertura del Consiglio per i diritti umani dell’Onu a Ginevra e nelle ultime ore alla terza conferenza dei Paesi donatori per lo Yemen, promossa da Svizzera, Svezia e Onu. Nel suo discorso di
K metro 0 – Ginevra – Agenda piena per il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres che lunedì 25 ha partecipato all’apertura del Consiglio per i diritti umani dell’Onu a Ginevra e nelle ultime ore alla terza conferenza dei Paesi donatori per lo Yemen, promossa da Svizzera, Svezia e Onu. Nel suo discorso di lunedì Guterres ha voluto esprimere la sua preoccupazione per un “restringimento dello spazio civico”, sottolineando come siano stati “uccisi oltre 1.000 tra giornalisti e attivisti per i diritti umani”. Ha poi aggiunto che “L’odio si sta spostando nel mainstream, nelle democrazie e nei sistemi autoritari Alcuni importanti partiti politici e leader stanno tagliando e incollando le idee dai margini della società per la loro stessa propaganda elettorale”, annunciando che il nuovo impegno sarà guidato dal suo consigliere speciale sulla prevenzione del genocidio, Adama Dieng. Guterres ha poi analizzato la situazione migranti: “Abbiamo visto come il dibattito sulla mobilità umana, per esempio, è stato avvelenato con false narrazioni che collegano rifugiati e migranti al terrorismo e li hanno trasformati in capri espiatori per molti mali della società”.
Nel discorso pronunciato alla conferenza riguardante lo Yemen ha descritto “una catastrofe umanitaria incredibile” nella quale circa 24 milioni di persone, ovvero quattro quinti della popolazione totale dello Yemen, necessitano di aiuti e protezione. Ha sottolineato poi che “20 milioni di persone non riescono a sfamare sé stessi o le proprie famiglie, circa 10 milioni, poi, sono sull’orlo della carestia”. L’organizzazione mondiale “Humanitarian Response Plan for Yemen” necessita nel 2019 di circa 4 miliardi di dollari da destinare a 15 milioni di persone nel paese. L’anno scorso la cifra raccolta dalle donazioni ammontava a 2 miliardi e mezzo. Lo Yemen è una terra di conflitto, il governo deve contrastare le forze ribelli vicine all’Iran, gli Houthis, che controllano le principali città yemenite. Due dei donatori più attivi, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi partecipano al conflitto, supportando proprio il governo yemenita in una piu’ larga coalizione ‘occidentale’. I due facoltosi stati del Golfo sono intervenuti attraverso una campagna aerea e imponendo un embargo nello spazio aereo, sul mare e sulla terra ferma. Hanno attuato poi un attento vaglio degli accessi al Paese, chiudendo l’aeroporto principale di Sanaa. Il conflitto ha portato alla morte di 60mila persone tra civili e combattenti, 3 milioni gli sfollati. Secondo il rapporto di Save the Children più di 80mila bambini sotto i cinque anni sono morti di fame o malattia.