K metro 0 – Mosca – Un tribunale russo ha deciso, venerdì scorso, di tenere in carcere a Mosca per altri tre mesi un marine statunitense detenuto per presunto spionaggio. L’ufficio investigativo del FSB (il Servizio Federale di Sicurezza russo, erede del vecchio KGB) aveva avviato, infatti, un procedimento penale nei confronti del cittadino americano, secondo l’articolo
K metro 0 – Mosca – Un tribunale russo ha deciso, venerdì scorso, di tenere in carcere a Mosca per altri tre mesi un marine statunitense detenuto per presunto spionaggio. L’ufficio investigativo del FSB (il Servizio Federale di Sicurezza russo, erede del vecchio KGB) aveva avviato, infatti, un procedimento penale nei confronti del cittadino americano, secondo l’articolo 276 del Codice Penale della Federazione Russa (con l’accusa di “spionaggio”), che prevede una pena detentiva dai 10 ai 20 anni.
Paul Whelan, residente nello Stato del Michigan, è stato arrestato alla fine di dicembre scorso. Il suo avvocato lo ha difeso dicendo che il suo cliente era in possesso di una chiavetta USB di cui, però, non conosceva il contenuto. Whelan, in realtà, come riferito recentemente dal fratello David a CBS News, è in possesso anche delle cittadinanze canadese, britannica e irlandese: del suo caso, quindi, si stanno interessando ben 4 Governi occidentali.
Il marine non è stato propriamente condannato: il tribunale di Mosca ha deciso di tenerlo in custodia cautelare. Il fratello, in una dichiarazione diffusa dalle agenzie stampa, dice di non essere sorpreso dalla sentenza: “Non c’è stato alcun dubbio sul fatto che le accuse contro Paul possano essere false e che l’obiettivo sia quello di isolarlo, mentre l’FSB …continua ad inventare prove”. “Siamo profondamente preoccupati per la sua sicurezza e il suo benessere. Non abbiamo dubbi sulla sua innocenza, e siamo convinti che i suoi diritti verranno rispettati”, hanno dichiarato, ai media americani, i familiari del militare.
Quando, a fine dicembre l’FSB, aveva annunciato di aver arrestato Whelan qualche giorno prima, il Governo di Mosca è stato accusato, dall’opinione pubblica americana, di voler preparare in questo modo, in perfetto stile da “Guerra fredda”, lo scambio tra il marine e Maria Butina, una cittadina russa che a dicembre ha confessato, in un tribunale americano, di essere un agente russo: l’ipotesi, però, è stata subito respinta dal Ministero degli Esteri russo. Il Presidente americano Donald Trump ha comunicato che Washington “sta esaminando” il caso di Whelan, senza però riferire alcun dettaglio sulla posizione della sua amministrazione. “Abbiamo chiaramente espresso la nostra speranza nel fatto che si saprà di più sui capi d’accusa, in modo da comprendere per cosa viene accusato, e qualora la detenzione non sia fondata, esigeremo un rilascio immediato.” ha sottolineato, ad ogni modo, il segretario di Stato Mike Pompeo.
Intanto, l’Ambasciata americana a Mosca ha nuovamente accusato, venerdì scorso, le autorità russe per non aver permesso a Whelan di presentare una deroga alla normativa internazionale sulla privacy che permetterebbe ai funzionari consolari USA di rilasciare maggiori dettagli sul suo caso. È la prima volta che il Comitato Investigativo Russo non permette a un cittadino statunitense di consegnare un modulo firmato di esenzione dalla privacy. Il portavoce dell’Ambasciata americana, Andrea Kalan, ha scritto in un tweet: “Perché questo caso è differente? L’accesso consolare che non permette un vero sostegno al proprio cittadino non è un accesso reale”.
Il Corpo dei Marine ha consegnato comunque, a gennaio, il documento di servizio di Paul Whelan: l’uomo è entrato a far parte della marina nel 1994, è diventato sergente nel 2004 e nello stesso anno è stato in missione in Iraq, dove è ritornato nel 2006 per diversi mesi. In seguito, come riferito anche dal “Washington Post”, Whelan è salito ai “piani alti” dell’esercito statunitense, dopo essere diventato sergente maggiore. Secondo gli atti ufficiali, il marine, però, nel gennaio 2008 è stato giudicato per furto da una Corte marziale (per fatti legati al suo ruolo di impiegato amministrativo in Iraq), venendo poi segnalato, per cattiva condotta, alla fine di quell’anno.
L’agenzia stampa russa “Rosblat”, basandosi su fonti dei servizi speciali russi, ha riferito che Whelan esattamente è stato arrestato in flagrante, in una stanza dell’hotel moscovita “Meropol” dove alloggiava, nell’atto di ricevere, da un cittadino russo, una penna USB contenente informazioni che costituirebbero segreto di Stato: liste di persone – tra cui, in particolare, i collaboratori delle forze speciali – la cui diffusione è assolutamente proibita dal Governo di Mosca. Sempre secondo la “Rosblat”, ripresa anche dal quotidiano russo online gazeta.ru, Whelan dieci anni fa aveva iniziato a registrarsi a risorse online utilizzate solitamente dai cittadini russi. I suoi colleghi americani avrebbero identificato alcuni dei siti conosciuti dal marine, che danno accesso ad informazioni confidenziali.
Recentemente Whelan, che parla fluentemente il russo, lavorava per l’azienda americana Borg Warner Incorporated, che ha filiali in altri 17 Paesi del mondo.
Dal momento del suo arresto, sostengono sempre i media russi, si è scoperto che sul suo profilo del social network “VKontakte”, egli avrebbe criticato il canale americano CNN, accusandolo di divulgare notizie false. A sua volta, il consigliere del Consiglio per la politica interna e la difesa, il general-maggiore del FSB Aleksandr Michailov, ha comunicato che con l’arresto del cittadino USA “si è sventata un’importante operazione dei servizi speciali americani”.
di Fabrizio Federici