K metro 0 – Berlino – Il governo di Orban continua a destare preoccupazioni tra le autorità europee. Da mesi ormai, i rapporti tra il governo ungherese di Viktor Orban e il capo dell’Esecutivo dell’Unione, Jean-Claude Junker, sono in bilico, e ieri, il premier ungherese si è scagliato direttamente contro il presidente della Commissione europea:
K metro 0 – Berlino – Il governo di Orban continua a destare preoccupazioni tra le autorità europee. Da mesi ormai, i rapporti tra il governo ungherese di Viktor Orban e il capo dell’Esecutivo dell’Unione, Jean-Claude Junker, sono in bilico, e ieri, il premier ungherese si è scagliato direttamente contro il presidente della Commissione europea: la nuova campagna elettorale del governo lo addita come responsabile delle politiche europee che mettono a repentaglio la sicurezza dell’Ungheria. Di contro, lo scorso martedì sera da Stoccarda, Juncker si è rivolto a Orban, senza mezzi termini: “Orban e io non abbiamo nulla in comune, perché dovrebbe restare nel mio partito, se non abbiano nulla in comune? Dovrei andarmene solo perché c’è qualcuno al tavolo che rifiuta tutto quello che io sostengo? A mio parere, il suo posto non è nel PPE”.
La campagna del governo del primo ministro ungherese Viktor Orban, lanciata prima delle elezioni del Parlamento europeo a maggio, ha aggravato le tensioni a lungo termine tra Budapest e Bruxelles. A questo proposito, oggi, la cancelliera Angela Merkel ha detto che appoggerà pienamente il presidente uscente Juncker di fronte alla nuova campagna elettorale, che accusa le istituzioni europee di aver volontariamente e strategicamente indebolito i confini esterni del blocco per permettere l’ingresso a un numero maggiore di migranti. “Jean-Claude Juncker ha la mia piena solidarietà e lo chiariremo anche nelle nostre discussioni con l’Ungheria”, ha detto Merkel ai giornalisti a Berlino, durante la conferenza stampa con il presidente del Burkina-Faso, Roch Marc Christian Kaboré.
Negli ultimi giorni, per le strade del paese e su giornali e riviste, sono apparsi manifesti elettorali ritraenti Junker insieme al finanziere ungaro-americano George Soros: il messaggio che vogliono mandare è che i leader europei, dietro istruzione dello stesso Soros, “stanno lanciando progetti di immigrazione sperimentale con i paesi africani; vogliono introdurre quote di regolamento obbligatorie; vogliono ridurre l’assistenza finanziaria per i paesi contrari alla migrazione”.
I vertici europei hanno respinto le accuse, sostenendo che l’UE e Juncker sono, al contrario, in prima linea nel rafforzare le frontiere esterne del blocco.
La campagna ungherese ha aumentato il distacco dal partito Fidesz di Orban, che adesso potrebbe essere espulso dal gruppo del Partito popolare europeo (PPE) di centro destra al Parlamento europeo, gruppo di cui è membro anche l’Unione Democratica Cristiana, il partito della Merkel.
“Sono molto sorpreso di vedere questi manifesti ora diffusi in Ungheria”, ha detto Juncker in una conferenza a Bruxelles. “Ma non mi sto arrendendo. Non sono così.” Il Presidente ha aggiunto che non ci può essere “nessun progresso” in Europa se le nazioni combattono l’una contro l’altra: “Adesso basta”.