K metro 0 – Bruxelles – Secondo quanto riporta l’agenzia delle frontiere europea, il Frontex, lo scorso anno sono stati 150.114 gli ingressi registrati in tutta l’Unione Europea. In particolare, il numero degli arrivi in Italia per l’anno 2018 è di poco più di 23 mila persone. Il numero di partenze dalla Libia è diminuito
K metro 0 – Bruxelles – Secondo quanto riporta l’agenzia delle frontiere europea, il Frontex, lo scorso anno sono stati 150.114 gli ingressi registrati in tutta l’Unione Europea. In particolare, il numero degli arrivi in Italia per l’anno 2018 è di poco più di 23 mila persone. Il numero di partenze dalla Libia è diminuito dell’87%, quello dell’Algeria è calato di quasi la metà, mentre i numeri degli arrivi dalla Tunisia restano più o meno stabili.
Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell’agenzia UE, rispondendo alle domande sulla decisione del vicepremier Matteo Salvini di chiudere i porti delle città italiane, ha detto: “Con l’Italia abbiamo una cooperazione molto buona. E l’operazione Themis non ha affrontato difficoltà nell’attuazione della sua attività”. La Themis è una missione di soccorso e monitoraggio pensata per combattere le migrazioni senza controllo e i crimini transfrontalieri, appunto nella speranza di armonizzare la gestione dei flussi migratori via mare. Continuando, Leggeri ha aggiunto che nel 2018, la rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia ha registrato il numero più basso di arrivi dal 2012, e che nella “buona collaborazione” con l’Italia rientrano anche l’espletazione delle procedure di rimpatrio: allo stato attuale, l’Italia avrebbe usufruito di 73 voli dei 345 previsti dal Frontex. Dunque, vi sono dei miglioramenti nel complesso.
In Spagna invece, lungo la rotta del mediterraneo orientale, il numero degli arrivi è raddoppiato per il secondo anno consecutivo, con il Marocco nella pole position degli stati di partenza, ed è attualmente il percorso maggiormente battuto degli immigrati, da quando il Frontex raccoglie dati in materia.
Quanto alla Siria, il direttore esecutivo del Frontex ha sottolineato l’importanza di tenere sotto controllo la situazione, soprattutto per quanto riguarda la tanto discussa questione del rientro dei cosiddetti foreign fighters. Leggeri ha commentato: “Dobbiamo monitorare attentamente la situazione” sul terreno in Siria “sia dalla prospettiva delle ondate di migranti, che da quella della sicurezza, per essere sicuri che alle nostre frontiere esterne si possano intercettare” eventuali arrivi “di foreign fighter”.
Le statistiche delle agenzie ufficiali specializzate sui numeri degli arrivi in ogni paese, e sui numeri di rifugiati attualmente presenti all’interno dei confini, parlano chiaro: in testa alle classifiche figurano Turchia, Svezia, Malta, Austria e Germania, mentre l’Italia è piazzata negli ultimi posti insieme alla Grecia e al Regno Unito. La percentuale dei rifugiati rispetto alla popolazione totale è molto bassa, anche se in continua crescita ovunque.
Per quanto riguarda invece i numeri delle domande presentate, tra il 2017 e il 2018 si è visto un tracollo in Germania (-70%), Polonia (-59%), Ungheria (-89%) e Danimarca (-48%), oltre a una diminuzione significativa anche per Olanda, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Il numero di domande di asilo è invece cresciuto in Romania (+156%, ma si partiva da numeri prossimi allo zero), Cipro (+57%), Irlanda (+31%, ma anche qui su numeri bassi), Francia (+18%), Grecia (+15%). L’Italia si colloca in questo gruppo, con un aumento però molto limitato, del 5%. Solo una parte delle domande presentate hanno avuto esito positivo e si sono trasformati in status di protezione.