K metro 0 – Bruxelles – “Non ci può essere un’Europa senza un’Ucraina indipendente, e non ci può essere un’Europa sicura senza un’Ucraina sicura. Per dirla in modo semplice: non ci può essere l’Europa senza l’Ucraina”, sono le parole che Donald Tusk ha appena rilasciato su Twitter, direttamente da Kiev, durante una visita di due
K metro 0 – Bruxelles – “Non ci può essere un’Europa senza un’Ucraina indipendente, e non ci può essere un’Europa sicura senza un’Ucraina sicura. Per dirla in modo semplice: non ci può essere l’Europa senza l’Ucraina”, sono le parole che Donald Tusk ha appena rilasciato su Twitter, direttamente da Kiev, durante una visita di due giorni in cui ha incontrato il presidente ucraino Petro Oleksijovyč Porošenko.
Donald Franciszek Tusk, lo ricordiamo, già in passato si è espresso più volte in sostegno dell’Ucraina: in un altro colloquio con il presidente Poroshenko, condannò “…l’uso della forza nel mare d’Azov da parte della Russia” e ha discusso più volte a Minks sulla necessità di porre fine al conflitto che dal 2014 si sta svolgendo nel Donbass, al confine tra Ucraina e Russia.
Le recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Europeo, forse non a caso, giungono proprio in questi giorni in cui Bruxelles e gli Stati Uniti d’America stanno valutando nuove sanzioni contro la Russia, misure che in passato hanno già portato al crollo del rublo, che nel giro di pochi minuti ha perso 46 copechi sul dollaro e ben 66 sull’euro (un rublo è diviso in 100 copechi, ndr). Anche se il primo ministro russo Dmitry Medvedev sembra aver reagito serenamente alle sanzioni, in particolare rivolgendosi agli Stati Uniti d’America, affermando come “Queste sanzioni hanno un effetto sulla nostra economia, ma non causano alcun danno sostanziale”, la Russia ha finora perso qualcosa come 6,3 miliardi di dollari in dazi, sanzioni commerciali e varie misure antidumping imposte da altri 62 paesi.
Già alla fine di gennaio il rappresentante degli Stati Uniti per l’Ucraina, Kurt Volker, stava discutendo con altri partner europei di queste sanzioni, che in quest’ultimo caso, però, non sono rivolte contro la Russia in generale, ma contro otto specifici alti funzionari (i cui nomi, dal momento che le procedure legali non sono ancora concluse, non sono ancora stati resi noti), e riguardano l’occupazione della Crimea, il conflitto nel Donbass e, in particolare, il peggioramento della situazione nello stretto di Kerch, dove la costruzione del Krymski Most (ponte di Crimea, in russo), inaugurato a maggio dello scorso anno con il presidente Putin che lo ha attraversato alla guida di un camion, ha fisicamente unito la Crimea alla regione russa di Krasnodar, portando nei mesi successivi a disordini e incidenti anche gravi.
L’annuncio di queste sanzioni in particolare è stato fatto da Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione Europea, che aveva già anticipato come, al termine del Consiglio dei ministri degli esteri dei 28 paesi europei a Bruxelles, si è avuto subito un alto consenso politico nei riguardi di ulteriori misure e sanzioni nei confronti degli otto esponenti russi. Che si tratti solo di sanzioni mirate a questi soli funzionari lo ha confermato anche Miroslav Lajcak, ministro degli esteri slovacco.
di Emiliano Federico Caruso