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Madrid. Iniziato il processo ai dodici leader coinvolti nel referendum per l’indipendenza della Catalogna

Madrid. Iniziato il processo ai dodici leader coinvolti nel referendum per l’indipendenza della Catalogna

K metro 0 – Madrid – Iniziato ieri il processo ai dodici leader coinvolti nell’organizzazione e nella convocazione del referendum sull’indipendenza della Catalogna dell’ottobre 2017, che fu proposto alla popolazione nonostante fosse stato imposto dal governo spagnolo un blocco costituzionale. Gli imputati si sono presentati davanti al Tribunale Supremo spagnolo, già nove di loro sono

K metro 0 – Madrid – Iniziato ieri il processo ai dodici leader coinvolti nell’organizzazione e nella convocazione del referendum sull’indipendenza della Catalogna dell’ottobre 2017, che fu proposto alla popolazione nonostante fosse stato imposto dal governo spagnolo un blocco costituzionale. Gli imputati si sono presentati davanti al Tribunale Supremo spagnolo, già nove di loro sono detenuti da più di un anno in attesa di giudizio. Uno di loro, Raül Romeva, parlando a Reuters, ha attaccato così il sistema giudiziario spagnolo: “Una condanna al carcere peserebbe per sempre sulla storia e sul futuro della Spagna”. Non solo, altri sei personaggi legati al movimento separatista verranno processati per disobbedienza dal Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna.

Il processo è iniziato proprio nel momento in cui il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez è in trattativa con i partiti pro-indipendenza catalani per rivedere il budget del 2019. Sanchez potrebbe essere costretto a proclamare elezioni anticipate se i separatisti, che hanno contribuito all’ascesa dei Socialisti lo scorso anno, non modificheranno la propria posizione. I separatisti vorrebbero che Sanchez accordasse la discussione sul tema dell’autodeterminazione della regione ma il governo ha più volte ribadito che la costituzione spagnola non lo permette. Le autorità spagnole hanno tenuto comunque a precisare che non si tratta di un processo politico, piuttosto di un processo che segue i dettami e gli standard dell’Unione europea.

Il presidente della Corte Suprema spagnola ha parlato del processo definendolo: “Il più importante organizzato da quando abbiamo ristabilito la democrazia”, quindi dalla fine della dittatura di Francisco Franco nel 1975. Tra gli imputati l’ex vicepresidente della Generalita, Oriol Junqueras, e Carme Forcadell, ex presidente del Parlamento mentre non figura nella lista Carles Puigdemont, ex presidente della regione rifugiatosi in Belgio. I capi di imputazione sono: malversazione, disobbedienza e ribellione allo Stato spagnolo. Per queste accuse potrebbero dover scontare fino a 25 anni di prigione. L’avvocato di Junqueras, Andreu Van Den Eynde, è stato il primo a parlare, facendo una considerazione sul processo: “Va contro la dissidenza politica”. Ha continuato poi sottolineando l’eccezionalità dello stesso, aggiungendo che l’autodeterminazione dei popoli è la formula per evitare conflitti.

Intanto sia a Madrid che a Barcellona sono previste nuove manifestazioni. Nella capitale spagnola è attesa una folla di persone ai piedi del tribunale, a sostegno dei leader processati. A Barcellona scenderanno in piazza migliaia di persone, con tanto di bandiere catalane. Anche il fronte unionista si sta muovendo per contrastare gli indipendentisti, pianificando già dalla scorsa domenica la richiesta di rispetto della costituzione spagnola e la condanna dei secessionisti.

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