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Francia: il consigliere per la comunicazione di Macron abbandona l’Eliseo

Francia: il consigliere per la comunicazione di Macron abbandona l’Eliseo

K metro 0 – Parigi – L’ultimo aggiornamento dall’Eliseo vedrebbe uno dei consulenti più vicini al presidente francese Emmanuel Macron annunciare le sue dimissioni, continuando a scuotere l’equilibrio interno del Consiglio dei Ministri, che sta cercando di ritrovare la sua popolarità, a seguito degli ultimi tumulti. Ismael Emelien, consigliere 31enne per la comunicazione nel gabinetto

K metro 0 – Parigi – L’ultimo aggiornamento dall’Eliseo vedrebbe uno dei consulenti più vicini al presidente francese Emmanuel Macron annunciare le sue dimissioni, continuando a scuotere l’equilibrio interno del Consiglio dei Ministri, che sta cercando di ritrovare la sua popolarità, a seguito degli ultimi tumulti.

Ismael Emelien, consigliere 31enne per la comunicazione nel gabinetto di Macron, nonché artefice della strategia del governo francese, ha detto lunedì sera di voler lasciare la sua carica per dedicarsi alla stesura di un libro riguardo le politiche di centro-sinistra. La pubblicazione sarà fatta in collaborazione con David Emiel, altro consigliere prossimo all’uscita dal governo.

Il consigliere non è il primo a intraprendere un percorso del genere. La decisione presa dal Consigliere Emelien segue l’abbandono dell’Eliseo del direttore della comunicazione e «ghost writer», Sylvain Fort, risalente al mese scorso, e della responsabile della relazione con la stampa estera, Barbara Frugier.

“Per etica personale, mi sono impegnato a mantenere un silenzio assoluto che non è compatibile con la pubblicazione di quest’opera…non si tratta di dimissioni” ha dichiarato Emelien all’agenzia di stampa francese AFP. “La mia partenza corrisponde a una nuova tappa del mio impegno politico. Dopo Bercy, la campagna presidenziale e l’Eliseo, voglio ritrovare il confronto in prima linea. Oggi, ci si sente soli a difendere il progressismo, c’è bisogno di punti di riferimento nella società e oltre le nostre frontiere, e credo che in questa posizione sarei più utile. Resterò a completa diposizione del presidente e continuerò ad aiutarlo. Continuo a combattere la stessa battaglia, ma attraverso altre vie”. Una presa di distanza, piuttosto che un abbandono.

Il giovane collaboratore di Macron è ritenuto oggi uno dei più talentuosi strateghi politici, che ha lavorato dietro le quinte fornendo consigli su come comunicare le scelte politiche e contrastare gli oppositori. È stato proprio Emelien la mente dietro l’azione sul clima, diventata virale sui social, del presidente francese. Lo slogan “Rendiamo il nostro pianeta di nuovo magnifico!”, che richiama palesemente la frase “Rendiamo l’America di nuovo magnifica”, è stata la risposta tagliente allo scetticismo (per non dire negazionismo) sul clima del presidente statunitense Donald Trump. Il suo potere, tuttavia, è stato messo in discussione in questi mesi, prima per il suo coinvolgimento, riportato dai dossier giudiziali, relativo allo scandalo dell’ex bodyguard di Macron, e poi per le proteste dei “gilet gialli” iniziate a novembre.

Sin dalla sua elezione a presidente, Macron è sempre stato criticato per il suo modo di tenersi lontano dai media, diffondendo una serie di lamentele sulla poca chiarezza delle sue idee, dovuta appunto alle poche interviste rilasciate.

“Ismael si è sempre battuto per la diffusione di idee. Vuole portare avanti la sua importante battaglia in un modo diverso” ha detto il portavoce del governo Benjamin Griveaux al canale televisivo France2, aggiungendo che questa è stata una “decisione personale”. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata intenzione del premier francese scuotere il suo staff, composto, sin dalle elezioni, dal un gruppo fedele di uomini tra i 30 e i 40 anni, diventato noto come “Macron boys”.

Anche il consigliere politico Stephane Sejourne ha lasciato il gruppo presidenziale per lavorare alla campagna elettorale del Parlamento europeo per il partito di Macron, En Marche!

Macron ha riacquistato la popolarità perduta nelle ultime settimane dopo una serie di performance nei municipi di tutto il paese, organizzati come parte di un “grande dibattito nazionale” per discutere del futuro del paese, ma che rimandano essenzialmente a tecniche da campagna elettorale.

Il governo ha organizzato il dibattito per disinnescare le proteste dei “gilet gialli” che hanno avuto inizio a causa dei prezzi del carburante, ma sono cresciute in una sfida ampia e violenta alle politiche fiscali e allo stile di governo di Macron.

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