K metro 0 – Parigi – Un altro duro colpo per i diritti delle donne, ancora cyber bullismo: stavolta però non si tratta di episodi da banchi di scuola. Il caso vede protagonisti diversi dirigenti dei media francesi, che sono stati sospesi o licenziati perché accusati di aver orchestrato campagne di cyber bullismo, con molestie
K metro 0 – Parigi – Un altro duro colpo per i diritti delle donne, ancora cyber bullismo: stavolta però non si tratta di episodi da banchi di scuola. Il caso vede protagonisti diversi dirigenti dei media francesi, che sono stati sospesi o licenziati perché accusati di aver orchestrato campagne di cyber bullismo, con molestie perpetrate online attraverso un gruppo privato di Facebook.
Il gruppo fondato da Vincent Glad, la Ligue du LOL (League of LOL), per gran parte a composizione maschile, avrebbe preso di mira scrittrici e attiviste femministe: da quando il è stato smascherato dal quotidiano francese di sinistra Libération, decine e decine di persone hanno condiviso la loro esperienza di cyber bullismo a causa del gruppo in questione.
Tra i sospesi, vi sono due giornalisti di Libération: uno è proprio Vincent Glad, libero professionista e creatore del gruppo nel 2009, il quale si è scusato su Twitter, affermando di essersi reso conto che tali pratiche sono di fatto inaccettabili e che lo stesso nome “LOL” perde di significato, perché non è affatto divertente quando lo scherzo e l’ilarità diventano di branco. Per la maggior parte, gli attacchi e gli insulti sono stati fatti attraverso anonimi account di Twitter, con cui i membri del gruppo si sono fatti beffe di altri giornalisti, molti dei quali donne, non risparmiandosi nemmeno volgari battute sessiste, ironia sugli stupri, fino alla condivisione di foto pornografiche.
Tra le vittime, importanti giornalisti e scrittori tra cui Nora Bouazzouni, il giornalista della Slate France Lucile Bellan e la podcaster Mélanie Wanga.
La presentatrice scientifica Florence Porcel ha dichiarato, in un tweet, che un membro del gruppo l’avrebbe contattata telefonicamente, fingendosi un redattore di un programma di notizie “prominente”: l’’ha intervistata per un lavoro inesistente e ha condiviso l’audio della loro conversazione. “Quando la registrazione è stata resa pubblica, ho pianto di vergogna per tre giorni”, ha detto la Porcel. Il responsabile di questo episodio, David Doucet, direttore della rivista francese Les Inrockuptibles, ha confessato di essere dietro all’intervista e si è scusato pubblicamente con la signora Porcel.
Tra gli altri implicati nello scandalo figurano giornalisti e dirigenti senior di importanti media, tra cui Slate France e Publicis. In un tweet, l’editore online di Libération, Alexandre Hervaud ha rilasciato delle scuse per il suo coinvolgimento, ma in un post successivo ha attaccato “quelli che saltano di gioia” nella sua situazione.
Anche Vincent Glad ha pubblicato un lungo messaggio su Twitter, scusandosi per l’accaduto, dichiarando che “ha creato un mostro che è completamente sfuggito”