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Elezioni europee: con “Stavoltavoto” i calciatori professionisti della Fifpro ci mettono la faccia

Elezioni europee: con “Stavoltavoto” i calciatori professionisti della Fifpro ci mettono la faccia

K metro 0 – Bruxelles – Sono passati 40 anni dalla prima elezione a suffragio universale del Parlamento europeo nel 1979. Adesso, mancano 100 giorni al rinnovo delle cariche per la IX legislatura. Le procedure per le elezioni si svolgeranno dal 23 al 26 maggio 2019 in tutti i paesi del sistema comunitario: i primi

K metro 0 – Bruxelles – Sono passati 40 anni dalla prima elezione a suffragio universale del Parlamento europeo nel 1979. Adesso, mancano 100 giorni al rinnovo delle cariche per la IX legislatura.

Le procedure per le elezioni si svolgeranno dal 23 al 26 maggio 2019 in tutti i paesi del sistema comunitario: i primi a votare saranno i Paesi Bassi, proprio giovedì 23, seguiti a ruota dall’Irlanda e dalla Repubblica Ceca, che voteranno nei due giorni successivi, e da Malta, Lettonia e Slovacchia, che andranno alle urne il 25 maggio. L’Italia, insieme agli altri paesi, andrà al voto nella giornata di domenica 26 maggio.

Un punto certo e che mette tutti d’accordo, è l’aumento dei numeri dell’affluenza alle urne: per il bene di tutti, è necessario spingere quante più persone possibile, in particolare i giovani, ad andare a votare alle prossime elezioni europee. È questo è l’obiettivo del partenariato firmato oggi a Strasburgo, nel quadro della campagna dell’Eurocamera ‘Stavoltavoto’, dal Parlamento europeo insieme alla Federazione internazionale dei calciatori professionisti (Fifpro), l’organizzazione che rappresenta 65mila giocatori a livello mondiale. Altra novità, quindi, per queste elezioni del 2019, che vedono anche gli esponenti sportivi metterci la faccia.

A firmare l’intesa il presidente dell’Eurocamera Antonio Tajani e il segretario generale della Fifpro per l’Europa, Jonas Baer-Hoffmann. “La presenza di grandi campioni dello sport, come quelli che stanno partecipando a questa campagna – ha spiegato Tajani – serve a far capire che coloro che usano la testa per vincere grandi sfide, la usano anche per scegliere i loro rappresentanti. Sono dei cittadini” e, come tali, “vogliono mettere a disposizione la loro notorietà per spiegare, soprattutto ai giovani, che è importante andare a votare. Gli assenti hanno sempre torto”.

Da quest’anno, ovviamente, mancherà all’appello il Regno Unito, che costringerà a ridurre il numero di parlamentari e modificare la ripartizione dei seggi: da maggio 2019, infatti, gli eurodeputati passeranno da 751 a 705, e, dei 73 seggi del Regno unito liberati dalla Brexit, 46 saranno disposti in riserva per eventuali “allargamenti futuri” dell’UE, mentre i 27 seggi restanti saranno ripartiti tra le 14 rappresentanze nazionali che, al momento, sono sottodimensionate rispetto alla popolazione residente nello Stato membro (3 andranno all’Italia, che passerà da 73 scranni a 76).

Da domani, quindi, inizia il count down dei 100 giorni, per quelle che saranno sicuramente le più discusse e movimentate elezioni della storia parlamentare europea, così come alquanto movimentata sarà il periodo di campagna elettorale che ha già preso avvio, anche se in modo informale. Molti dei risultati dipenderanno sicuramente degli esiti della Brexit, prevista per il 29 marzo (se tutto va bene, altrimenti andranno al voto anche gli inglesi), che avrà influenze su diversi aspetti delle politiche nazionali e che da più di un anno, ormai, è costantemente al centro dei lavori del Parlamento europeo.

Il calendario europeo di quest’anno prevede che, una volta concluse le elezioni di fine maggio, il neo Parlamento si insedi il 2 luglio e che poi si proceda all’elezione del nuovo presidente dell’Assemblea di Strasburgo. Seguiranno poi, nei mesi successivi, l’avvio dell’iter procedimentale per la nuova Commissione Europea, che in autunno sostituirà il gruppo fin ora in carica, guidato in questi 5 anni da Jean-Claude Juncker.

Ma quali sono i pronostici? Cosa succederà al già delicato assetto politico europeo, dopo maggio?

Poll of Polls, che monitora costantemente la situazione dell’Unione Europea, riporta gli ultimi dati rilevati il 4 febbraio: secondo il sito, che riporta anche i numeri delle elezioni del 2014 per fare un paragone, i Popolari, uniti alle altre forze europeiste, dovrebbero riuscire a mantenere la maggioranza, senza per forza dover guardare ai sovranisti per una coalizione. Bisogna considerare, però, che una possibile unione di ECR, ENF ed EFDD, porterebbe però il blocco sovranista a 158 deputati in totale, rendendola la seconda forza al Parlamento Europeo dopo i Popolari. Il calo dei Socialisti, ultimamente in leggera ripresa, farebbe il paio con quello dei Verdi e della sinistra, mentre con la scelta di Emmanuel Macron di aderire all’ALDE i liberali prendono grande slancio.

Considerando il quadro italiano, poi, il sito riporta che al momento, 28 seggi andrebbero alla Lega, 22 al M5S, 15 al Partito Democratico e 8 a Forza Italia; Fratelli d’Italia, invece, è rischio rispetto allo sbarramento del 45, ma potrebbe superare il problema alleandosi con i Riformatori di Fitto, portando così al gruppo ECR 3 deputati.

Quello che appare chiaro, comunque, è che le prossime elezioni saranno uniche nel loro genere, perché in Europa sta avvenendo una forte trasformazione politica. I voti che PPE e PES stanno perdendo, sarebbero intercettati dai partiti nazionalisti e da quelli euroscettici o anti-comunitari; dall’altro lato, però, il sondaggio, riporta che una forza liberale come ALDE registra comunque l’incremento maggiore, rispetto a quei neomovimenti politici, diffusi in tutto il continente, che si definiscono più conservatori.

Un unico dato è certo: sarà la voglia di cambiamento ciò che guiderà il voto dei cittadini europei nel 2019.

 

di Tosca Di Caccamo

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