K metro 0 – Toscana – Intervista al presidente della Regione, Enrico Rossi. Nato nel 1958 e cresciuto in una famiglia operaia, dal 2010 Enrico Rossi è presidente della Regione Toscana. Oggi è uno dei fondatori di Articolo UNO – Movimento Democratico e Progressista. Presidente, quali sono le bellezze della Toscana più note in Europa e
K metro 0 – Toscana – Intervista al presidente della Regione, Enrico Rossi. Nato nel 1958 e cresciuto in una famiglia operaia, dal 2010 Enrico Rossi è presidente della Regione Toscana. Oggi è uno dei fondatori di Articolo UNO – Movimento Democratico e Progressista.
Presidente, quali sono le bellezze della Toscana più note in Europa e che si vuole valorizzare di più?
«La Toscana è icona di equilibrio e armonia, conosciuta e ammirata in tutto il mondo. Un equilibrio che ritroviamo sia nelle città d’arte, sia nel paesaggio delle campagne e delle colline. Insieme compongono l’iconografia più riconoscibile della nostra terra nell’immaginario collettivo. Questa concentrazione straordinaria di bellezze artistiche e paesaggistiche ci impone di valorizzare anche la Toscana che non rientra nei circuiti turistici noti, ma che è comunque fatta di bellissime realtà che meritano di essere promosse.
“Toscana Ovunque Bella” nasce per rispondere a questa esigenza: una campagna di promozione turistica realizzata insieme ai 273 comuni toscani per promuovere il nostro territorio dal basso. Un’idea semplice ma attraente. Abbiamo chiesto a ognuno dei comuni toscani di raccontarsi facendo emergere storie che, raccolte insieme, compongono una nuova mappa della regione per scoprire inediti percorsi di conoscenza.
Ma aldilà della promozione turistica, mi lasci ricordare che la Toscana è stata la prima regione a dotarsi di un piano del paesaggio. Uno strumento fondamentale per uno sviluppo sostenibile e durevole».
L’economia della regione è in crescita? Quali sono gli indicatori più rilevanti dello sviluppo?
«L’ultimo decennio è stato senza dubbio anche per l’economia toscana il peggiore dal dopoguerra. Tuttavia, la tenuta del sistema produttivo è stata per certi versi sorprendente consentendo alla Toscana di collocarsi con Lombardia, Emilia-Romagna e (in parte) Veneto tra le regioni più dinamiche (meglio sarebbe dire meno sofferenti) del paese: un nuovo quadrilatero che rappresenta il cuore pulsante dell’intero sistema produttivo nazionale, trainato in modo particolare dalla capacità di esportare e di attrarre turisti. L’occupazione dall’inizio della crisi a oggi è addirittura aumentata; il tasso di disoccupazione si attesterà nel 2018 attorno al 7%, tra i più bassi del paese. Merito evidentemente della capacità delle imprese di creare lavoro, ma forse anche dell’impegno della Regione sul fronte della formazione e delle altre iniziative, come il progetto per l’autonomia dei più giovani “GiovaniSì”, volte a favorire inserimento dei giovani nel mondo nel lavoro. Gli investimenti sono nel complesso calati, ma quelli pubblici – in particolare quelli nella sanità- hanno contribuito ad attenuare il calo, così come del resto l’impegno sull’utilizzo dei fondi europei».
Cos’è “L’Europa in Toscana”? Viaggio nella regione che cambia con i fondi europei. Quali sono i progetti più importanti finanziati dall’Unione europea nei vostri territori?
«Il ruolo dell’Europa nello sviluppo di una Toscana moderna è decisivo. Senza i fondi europei, la nostra regione sarebbe meno dinamica e meno coesa. Chi addossa all’Europa le colpe di un mancato progresso, chi in tutte le occasioni usa l’Unione come capro espiatorio, sbaglia.
L’Europa conta invece tantissimo per i territori della nostra Regione, per le imprese, l’innovazione, la tutela del patrimonio storico e paesaggistico.
Con i fondi europei, gestiti dalla Regione Toscana, l’Europa aiuta l’agricoltura e la ricerca, sostiene lo sviluppo economico, la difesa dell’ambiente e la mobilità sostenibile, dà una mano alle imprese che vogliono farsi più dinamiche e investire sul trasferimento tecnologico. Un contributo fondamentale poco noto ai cittadini italiani che, secondo l’Eurobarometro, per il 60% dichiara di non conoscere i fondi strutturali mentre l’80% tra coloro che li conoscono li considera inutili.
Per queste ragioni, ho deciso di intraprendere “Europa in Toscana”, un tour di 100 tappe pensato per coinvolgere tutte le province della Toscana, da Nord a Sud, per raccontare e rendere visibili ai cittadini i progetti che hanno beneficiato dei finanziamenti europei e il loro impatto sull’economia regionale. Nella nostra regione i fondi europei mobilitano, nel complesso, circa 400 milioni l’anno che attivano, grazie al moltiplicatore, oltre 1 miliardo e 200 milioni d’investimenti, percentuale non banale dei 90 miliardi di Pil della Toscana. Tra il 2007 e il 2020 dall’Europa sono arrivati (e arriveranno) più di 2,5 miliardi di euro. Nel periodo 2007-2013 la nostra Regione ha addirittura speso il 118 per cento dei fondi ricevuti, in altre parole anche parte delle risorse che altri non sono stati in grado di impiegare. In Toscana non c’è una grande città o un piccolo comune che non abbiamo usufruito dei fondi europei. Lo stesso GiovaniSì che ho citato prima è stato reso possibile grazie a queste risorse».
La versione integrale sarà pubblicata sulla prossima edizione cartacea.
di Alessandro Luongo