K metro 0 – Spagna – La vicepresidente del Governo, Carmen Calvo, ai microfoni della radio nazionale spagnola RNE, ha accusato Partido Popular (PP), Ciudadanos (CS) e Vox di criticare l’esecutivo senza essere in grado di proporre una valida alternativa. “La destra spagnola, sebbene formata da tre partiti, in realtà costituisce un unico fronte che
K metro 0 – Spagna – La vicepresidente del Governo, Carmen Calvo, ai microfoni della radio nazionale spagnola RNE, ha accusato Partido Popular (PP), Ciudadanos (CS) e Vox di criticare l’esecutivo senza essere in grado di proporre una valida alternativa. “La destra spagnola, sebbene formata da tre partiti, in realtà costituisce un unico fronte che non accetta la Costituzione”.
La manifestazione organizzata dalla destra si è svolta domenica scorsa nella Plaza de Colón di Madrid contro il governo di Pedro Sánchez, accusato di tradimento al paese e alla Costituzione per aver cercato una mediazione con gli indipendentisti catalani. I leader dei tre partiti di destra hanno chiesto al capo del governo di rompere qualsiasi relazione con i partiti scissionisti e di convocare le elezioni politiche subito. Vox ha proposto addirittura la sospensione dello Statuto di Autonomia della Catalogna.
La mobilitazione è stata organizzata mercoledì scorso, dopo che il socialista Sánchez aveva nominato un relatore per coordinare le trattative con gli indipendentisti.
Secondo Carmen Calvo, la manifestazione non è servita a dare risposte concrete al popolo spagnolo, ma solo a infuocare ancor di più gli animi.
La vicepresidente ha detto che la democrazia, per la quale il paese ha lottato tanto e con convinzione, sta tornando indietro di 40 anni: “molti partiti stanno oltrepassando il limite in modo inquietante”.
La Calvo ha sottolineato anche che il governo, in queste settimane, sta lavorando duramente per dare soluzioni concrete al paese riguardo al dibattito sui bilanci generali dello Stato. “Coloro che sono interessati all’estremismo radicale, senza guardare a ciò che stiamo tentando di fare dall’inizio dell’anno, ai nostri tentativi di dare risposte concrete al problema economico, stanno perdendo di vista il punto focale dell’utilità della politica…Ora bisogna concentrarsi sui bilanci del governo”.
Il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez, da parte sua, ha già spiegato che l’obiettivo del 2019 è quello di lavorare sodo per mettere fine alle disuguaglianze e che il tempo è fondamentale per il bilancio. Riferendosi ai dialoghi avviati con gli indipendentisti catalani, ha sottolineato che il suo governo per la complessa situazione della Catalogna non ha fatto altro che adottare uno degli strumenti fondamentali della democrazia: il dialogo. Sánchez ha specificato che “il governo deve rispettare la legge e gli indipendentisti devono comprendere che un probabile separatismo dalla Spagna deve essere fatto secondo le norme, altrimenti non si va avanti”.
Il primo ministro spagnolo ha spiegato che il tema della Catalogna ha radice passate profonde, è molto complesso e deve essere trattato con decisione: “non possiamo accettare che esista il diritto all’autodeterminazione di un territorio e se questo è il punto di partenza è inutile parlarne”.
Per questo motivo, secondo la vicepresidente Calvo, il governo sta facendo la mossa giusta nel rispetto della legge e della democrazia; bisogna sedersi e porre sul tavolo delle trattative tutte le possibili soluzioni. Ha ricordato, inoltre, che sebbene in queste settimane non ci siano stati contatti con gli indipendentisti, è arrivato il momento di fare un bilancio generale della questione.
Per quanto riguarda la figura del relatore, Carmen Calvo ha opinato che questa è una “controversia senza sostanza”. “C’è sempre qualcuno che deve ricordare ciò che è stato detto per vedere cosa è stato avanzato e cosa no” ha cercato di spiegare.
“La Spagna è di tutti, i simboli sono di tutti”; “non c’è una Spagna che appartiene a qualcuno” ha affermato Calvo. In riferimento ai partiti di destra ha concluso dicendo: “coloro che non sono d’accordo con il dialogo devono dirci quale altra soluzione vedono”.
Sánchez ha sempre detto, comunque, di essere contrario all’indipendenza della Catalogna e gli indipendentisti catalani hanno rifiutato ogni negoziato con il governo, chiedendo invece un nuovo referendum per l’indipendenza.
Nonostante le trattative tra governo e indipendentisti siano fallite, la destra è scesa comunque in piazza, non senza risultato: le elezioni potrebbero essere anticipate al 14 aprile, circa un mese e mezzo prima delle elezioni europee, comunali e provinciali del prossimo 26 maggio. Per ora nessuna fonte ufficiale ha confermato la notizia e non ci resta, dunque, che aspettare di vedere come nelle prossime settimane si evolverà la questione.
di Mara Di Fuccia