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Sardegna. La protesta dei produttori di latte ovino contro i prezzi infimi imposti dalle aziende casearie

Sardegna. La protesta dei produttori di latte ovino contro i prezzi infimi imposti dalle aziende casearie

K metro 0 – Sassari – Quarto giorno di manifestazioni in Sardegna da parte dei pastori che protestano per il prezzo del latte ritenuto così basso da non coprire i costi di produzione. I conti infatti non tornano nelle aziende produttrici di latte ovino. Secondo le rilevazioni dell’Ismea, il prezzo del latte ovino in Sardegna ha subìto un ulteriore

K metro 0 – Sassari – Quarto giorno di manifestazioni in Sardegna da parte dei pastori che protestano per il prezzo del latte ritenuto così basso da non coprire i costi di produzione. I conti infatti non tornano nelle aziende produttrici di latte ovino. Secondo le rilevazioni dell’Ismea, il prezzo del latte ovino in Sardegna ha subìto un ulteriore calo nelle prime settimane di febbraio, attestandosi sui 60 cent/litro (iva inclusa). Nel mese di gennaio il prezzo medio registrato è stato pari a 62 cent/litro Iva inclusa, corrispondenti a 56 cent iva esclusa. Nello stesso mese i costi di produzione Iva esclusa hanno raggiunto i 70 cent/litro, segnando un margine negativo per le aziende produttrici di 14 cent/litro.

In diverse parti dell’isola si sono registrati blocchi stradali, sversamenti di Latte e presìdi

Un folto gruppo di allevatori ha manifestato a Berchidda, sulla deviazione della strada a quattro corsie Olbia-Sassari, dove il traffico è stato rallentato. Assieme agli allevatori del luogo anche un gruppo di ‘colleghi’ arrivati dalle campagne di Olbia. I pastori hanno distribuito bottiglie di latte agli automobilisti che hanno, in parte, solidarizzato con loro. A margine della manifestazione decine di pastori hanno consegnato le schede elettorali nelle mani del primo cittadino di Berchidda, Andrea Nieddu. A cinquanta chilometri di distanza, un altro presidio lungo la Olbia-Sassari, all’altezza dello svincolo per Ozieri. Anche qui manifestanti provenienti da diverse aziende del Nord dell’Isola hanno bloccato il traffico mentre da una sopraelevata sono state rovesciate decine di taniche di latte: un fiume bianco ha inondato la strada tra gli applausi degli automobilisti. Proteste anche in provincia di Oristano dove stamane un presidio è stato attuato lungo la Statale 131 all’altezza del bivio di Marrubiu, di fronte allo stabilimento caseario Sepi. La circolazione stradale è stata bloccata temporaneamente. A Oristano, invece, i pastori hanno manifestato sotto la torre di Mariano, e hanno imbiancato di latte piazza Roma. Sempre nell’oristanese, i pastori hanno manifestato a Samugheo, Sedilo e Usellus: questa volta, però, il latte è stato regalato ai compaesani. Un altro presidio, con relativo blocco del traffico, sempre sulla Statale 131, è stato organizzato all’altezza dello svincolo per Paulilatino. Anche in questo caso diversi allevatori sono saliti su un cavalcavia e hanno riversato sulla carreggiata sottostante il latte di pecora contenuto in alcuni bidoni. Presidi e sversamenti di latte sono stati segnalati in altri cinque o sei centri dell’isola, oltre che in alcune strade provinciali, mentre ad Alghero i pastori hanno sfilato in corteo sulla ‘strada dei due mari’ ottenendo anche la solidarietà del sindaco della cittadina catalana Mario Bruno.

Molte le prese di posizione a favore della protesta dei pastori di associazioni e politici tra cui quella del candidato alla presidenza della Regione, Andrea Murgia, che ha deciso di sospendere per un giorno la campagna elettorale in segno di solidarietà con i pastori in lotta. Una cooperativa dell’oristanese ha invece ‘aderito’ alla protesta sospendendo la produzione. Si estende la protesta nelle campagne e arriva in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento la rabbia degli agricoltori colpiti dalle pesanti calamità con il dimezzamento del raccolto nazionale di olio di oliva provocato dai danni del gelo e dalla Xylella che avanza inarrestabile distruggendo milioni di ulivi, ma ci saranno anche i pastori sardi per denunciare alle Istituzioni nazionali la tragedia del latte di pecora sottopagato. L’appuntamento è per domani martedì 12 febbraio dalle ore 9,30 davanti a Piazza Montecitorio a Roma dove arriveranno migliaia di agricoltori in giallo guidati dal presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini con l’incontro di esponenti Istituzionali. Non c’è più tempo da perdere nell’affrontare drammatiche emergenze che hanno messo in ginocchio decine di migliaia di famiglie, con gli agricoltori costretti a lasciare le proprie aziende per salvare l’economia ed il lavoro di interi territori. Si tratta ora di affrontare responsabilmente una crisi storica per garantire un futuro ad un settore strategico per il Made in Italy. Così in un comunicato.

Conte in Sardegna incontra i produttori di latte

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è sbarcato all’aeroporto militare di Decimomannu (Cagliari) dove ha incontrato una delegazione del mondo agropastorale, presente uno dei leader del movimento Felice Floris, che gli ha illustrato le ragioni delle proteste di questi giorni. Con lui anche i ministri dell’Agricoltura e del Sud, Gian Marco Centinaio e Barbara Lezzi. Poi Conte e i ministri si sono recati a Cagliari in Prefettura, dove hanno presentato un programma di sviluppo del territorio promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e che verrà attuato, attraverso un contratto istituzionale di sviluppo, da Invitalia, l’agenzia per lo sviluppo del Governo.

Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana: “Io sto con i pastori sardi”. De Petris presenta interpellanza parlamentare

La vicenda del crollo del prezzo del latte ovino e caprino al litro “è la dimostrazione plastica di come il mercato non funzioni. Chi lavora duramente subisce le decisioni dei cartelli dell’industria della trasformazione e viene strozzato da prezzi e costi che non stanno né in cielo né in terra”, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Lo stesso meccanismo strozza alla fonte le produzioni agricole dei piccoli produttori, con prezzi alla pianta del tutto incongrui rispetto alle necessità – prosegue il leader di SI – pensate a quanto poco vengono pagate al chilo le olive, o le ciliege, o le arance, a chi coltiva e raccoglie. E pensate a quanto le paghiamo poi alla grande distribuzione. C’è un guadagno che non finisce nelle tasche di chi coltiva e di chi fatica. E’ così che si finisce per mortificare il lavoro nei campi. È così che poi a pagare è l’ultimo anello della catena, e cioè quei lavoratori che guadagnano poco. È questa la base del lavoro povero: sottopagato, precario, senza diritti e senza futuro. O si opera per un riequilibrio dei costi e dei guadagni – conclude Fratoianni – o è barbarie”. La capogruppo di Leu, De Petris, ha presentato oggi una interrogazione urgente al ministro delle Politiche agricole e al ministro dell’Interno sulla situazione del latte in Sardegna e sulla protesta dei pastori. “L’autorità Antitrust – dichiara la senatrice – avrebbe dovuto già da tempo accendere i riflettori sulla filiera del latte sardo, come previsto dall’art. 62 del decreto-legge n.1 del 2012. È in gioco non solo la sopravvivenza della pastorizia, ma una parte irrinunciabile della cultura e della tradizione dell’isola”. “Abbiamo notizia – conclude De Petris – che prefetti e questori hanno già provveduto in più occasioni ad identificazioni e denunce a carico dei manifestanti che rischiano, fra l’altro, di incorrere nelle nuove sanzioni contro le manifestazioni stradali introdotte dal cosiddetto decreto Sicurezza invece di organizzare la repressione, il ministro dell’Interno e il ministro delle Politiche agricole si occupino di difendere l’interesse dei più deboli e di aprire una prospettiva di sviluppo per un prodotto fondamentale per l’economia della Sardegna”.

 

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