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Spagna: pro e contro della misura sul salario minimo del governo Sanchez

Spagna: pro e contro della misura sul salario minimo del governo Sanchez

K metro 0 – Madrid – Il governo di Madrid vuole rilanciare l’economia del paese partendo dalla riduzione delle disuguaglianze economiche, con una nuova misura che prevede l’aumento dei salari minimi. Se da un lato la notizia, a primo impatto, renderebbe felice qualsiasi onesto cittadino, dall’altro lato intervengono gli economisti sollevando preoccupazioni: nonostante, infatti, la

K metro 0 – Madrid – Il governo di Madrid vuole rilanciare l’economia del paese partendo dalla riduzione delle disuguaglianze economiche, con una nuova misura che prevede l’aumento dei salari minimi. Se da un lato la notizia, a primo impatto, renderebbe felice qualsiasi onesto cittadino, dall’altro lato intervengono gli economisti sollevando preoccupazioni: nonostante, infatti, la misura voluta da Pedro Sanchez tenda molto verso le ideologie tipicamente di sinistra, l’aumento del salario minimo rischia, secondo gli esperti di compromettere i livelli di occupazione di tutto il paese.

Parlando in numeri, la misura prevede un aumento di un consistente 22% (di gran lunga maggiore dell’ultimo rialzo dell’8%) dei salari minimi, portandoli sulla soglia di 735 euro a 900 euro, facendo registrare un incremento senza precedenti nella storia dei lavoratori spagnoli.

Pedro Sanchez, appoggiato dal partito Podemos, vorrebbe quindi una quella vera uguaglianza, sogno di ogni vero socialista.

Nel preambolo del provvedimento approvato lo scorso 21 dicembre si legge che “L’aumento del salario minimo è un fattore decisivo per la creazione di occupazione e la ripresa economica da tradurre in una progressiva riduzione reale della povertà e della disuguaglianza salariale (…) Servirà a migliorare le condizioni generali dell’economia”. Secondo i dati raccolti da Ugt, uno dei più importanti sindacati spagnoli, da questo provvedimento scaturirebbero benefici per ben 2,6 milioni di persone, tra cui molte donne, quindi potrebbe auspicarsi anche a una parità retributiva di genere.

La rivista Bloomberg, però, ha messo in luce i potenziali danni che la misura comporterebbe, danni che a quanto pare, potrebbero colpire il mercato spagnolo in modo profondo: per alcuni esperti, infatti, il provvedimento causerà la perdita di 145 mila posti di lavoro, soprattutto per quanto riguarda le fasce di lavoratori comprese tra i 16 e i 24, e tra i 25 e i 32, oltre che sulle piccole aziende con meno di dieci dipendenti. In effetti, lo scompenso era già stato pronosticato nei mesi passati dal governatore della Banca di Spagna. Pablo Hernàndez de Cos, che a novembre scorso, davanti alla Commissione bilanci del Congresso dei Deputati, aveva stimato la perdita di 150 mila posti di lavoro.

Gli esperti sanno quindi che questa misura, in concreto, non servirà a risollevare l’economia del paese, e propongono, di contro, misure alternative, come ad esempio, l’incremento degli investimenti nelle innovazioni tecnologiche aziendali.

 

Di Tosca Di Caccamo

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