Paesi Bassi: permesso di soggiorno per 600 bambini rifugiati e le loro famiglie

Paesi Bassi: permesso di soggiorno per 600 bambini rifugiati e le loro famiglie

K metro 0 – Amsterdam – Ieri, i quattro partiti che formano la coalizione di governo dei Paesi Bassi hanno raggiunto un accordo, che prevede la garanzia del permesso di soggiorno per ben 600 bambini rifugiati, con conseguente concessione alle loro famiglie, per un totale di circa 1.300 persone. I 600 minori rispecchiano i criteri

K metro 0 – Amsterdam – Ieri, i quattro partiti che formano la coalizione di governo dei Paesi Bassi hanno raggiunto un accordo, che prevede la garanzia del permesso di soggiorno per ben 600 bambini rifugiati, con conseguente concessione alle loro famiglie, per un totale di circa 1.300 persone. I 600 minori rispecchiano i criteri previsti dal “kinderpardon”, una specifica forma di sanatoria che protegge i diritti dei bambini che hanno vissuto nei Paesi Bassi per almeno cinque anni ma la cui richiesta di asilo è stata rifiutata, o per cui le condizioni del soggiorno della loro famiglia sono cambiate.

Il fausto evento, però, sembrerebbe essere isolato, e i bambini e le famiglie che ne gioveranno dovrebbero ritenersi fortunati. Infatti, in cambio di questo gesto di apertura, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), di cui fa parte il primo ministro Mark Rutte, ha convinto i colleghi a rivisitare e modificare le attuali politiche sull’immigrazione e l’asilo in una direzione più severa, fino all’abolizione dello stesso kinderpardon; tale decisione politica, comunque, è stata raggiunta in seguito a una crisi del governo olandese, perché i 3 partiti alleati del VVD, avevano inizialmente avanzato la proposta di prolungamento del provvedimento.

Il kinderpardon, quindi, sarà abbandonato: d’ora in poi sarà il Servizio per l’immigrazione e la naturalizzazione del ministero della Giustizia a occuparsi delle richieste future e il ministro dell’Immigrazione perderà i poteri discrezionali nel concedere l’asilo ai minori in casi eccezionali. Questo, ovviamente, costituirà un maggiore ostacolo per quelle famiglie di rifugiati i cui figli non rientrano tra i fortunati 600: per queste persone, il kinderpardon costituiva l’ultima opzione legale che gli assicurasse la permanenza nel paese, ma comunque più del 90% delle richieste viene attualmente rifiutato. I casi, sottoposti all’analisi del Servizio per l’immigrazione e la naturalizzazione, per accedere al kinderpardon erano circa 700: le domande rifiutate sono dovute al fatto che i minori hanno dei familiari con precedenti penali o che hanno avuto problemi con la giustizia nei Paesi Passi e molto probabilmente gli stessi minori verranno rimpatriati insieme alle loro famiglie. I Paesi Bassi chiederanno anche che il numero di rifugiati venga ricollocato sul loro territorio nel quadro del programma delle Nazioni Unite.

Secondo Il Post, Klaas Dijkhoff, capogruppo del VVD alla Camera dei deputati, subito dopo l’incontro con gli altri partiti ha detto: “Abbiamo dovuto trovare un nuovo equilibrio e penso che abbia funzionato”.

La discussione in parlamento è prevista per il prossimo mercoledì, ma la maggioranza per il voto favorevole all’abolizione del provvedimento è già palese in via ufficiosa.

 

Di Tosca Di Caccamo

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