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Grecia: il Presidente, contestato, a Salonicco dagli estremisti contrari all’accordo con la Macedonia

Grecia: il Presidente, contestato, a Salonicco dagli estremisti contrari all’accordo con la Macedonia

K metro 0 – Atene – Circa 250 manifestanti nazionalisti hanno affollato domenica la seconda città più importante della Grecia, centro industriale e commerciale, protestando contro  la ratifica parlamentare dell’ accordo del 2018 con la vicina Macedonia,  insultando con slogan  i “politici traditori” e intonando l’inno nazionale greco facendo il saluto nazista: mentre alcuni funzionari

K metro 0 – Atene – Circa 250 manifestanti nazionalisti hanno affollato domenica la seconda città più importante della Grecia, centro industriale e commerciale, protestando contro  la ratifica parlamentare dell’ accordo del 2018 con la vicina Macedonia,  insultando con slogan  i “politici traditori” e intonando l’inno nazionale greco facendo il saluto nazista: mentre alcuni funzionari pubblici lasciavano la sala in cui si era tenuto un concerto per ricordare le vittime della Shoah, nella Giornata mondiale della memoria. La protesta è avvenuta fuori della Sala Concerti di Salonicco, mentre anche il presidente greco, Prokopis Pavlopoulos, stava partecipando alla commemorazione.

Pavlopoulos è stato scortato fuori dalla sala, attraverso un’uscita secondaria. I manifestanti, dopo aver provato a rompere le barriere della polizia intorno all’edificio, e dopo esser stati respinti, hanno iniziato a lanciare pietre contro gli agenti, e ad attaccare con bastoni i poliziotti in moto. La polizia ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per disperdere la folla: una persona è stata fermata e quattro sono state arrestate.

Il rapporto con la Macedonia è stato sempre un tasto dolente, da quando, con la dissoluzione della Jugoslavia nel 1991, la Macedonia settentrionale – che sino ad allora era stata sotto sovranità jugoslava – dichiarò la sua indipendenza. Senza potersi dichiarare pienamente “Repubblica di Macedonia”, trovandosi la sua parte meridionale, da lungo tempo, sotto la sovranità della Grecia: che, richiamandosi anche all’antico re macedone Alessandro Magno, non aveva mai nascosto la pretesa di riunire, un giorno, tutte le terre macedoni entro i sui confini

I manifestanti hanno contestato la decisione dell’esecutivo, secondo cui il piccolo Paese, con una soluzione di compromesso, verrebbe ribattezzato “Macedonia settentrionale”. Molti in Grecia sollevano obiezioni anche per l’entrata della Macedonia nella NATO: l’accordo del 2018, infatti, apre al paese balcanico le porte non solo della UE, ma anche dell’Alleanza atlantica, sinora chiuse per il veto appunto di Atene, nel timore che a questo passo potesse seguire la rivendicazione, da parte di Skopje, della Macedonia greca. Ora, se il Parlamento greco approverà il protocollo macedone sull’adesione alla NATO (che dovrebbe essere firmato entro due settimane), il ministro della difesa macedone, Radmila Shekerinska, dovrebbe partecipare al prossimo vertice Nato di Bruxelles del 13-14 febbraio.

Nel discorso dopo il concerto, Pavlopoulos ha espresso inoltre il suo orrore per il danno inflitto, venerdì scorso a un monumento dell’Università di Salonicco, nel sito di un ex cimitero ebraico. Ha definito la distruzione del monumento una “inumana e barbarica contaminazione”, chiedendo una vigilanza, a livello europeo, contro qualsiasi reviviscenza del nazismo. Già a giugno scorso si era assistito ad un atto vandalico, quando un gruppo di manifestanti, alla firma dell’accordo tra Grecia e Macedonia, aveva imbrattato di vernice un altro memoriale cittadino dell’Olocausto. Il Presidente ha promesso, poi, che il Museo cittadino della Shoah sarà terminato entro il 2020.

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