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Russia: celebrati i 75 anni della liberazione di Leningrado, protagonista il carro armato T-34

Russia: celebrati i 75 anni della liberazione di Leningrado, protagonista il carro armato T-34

K metro 0 – San Pietroburgo – La città russa di San Pietroburgo ha ricordato ieri, con un’imponente parata nella storica Piazza del Palazzo, il 75° Anniversario della Liberazione dall’assedio nazista della Seconda guerra mondiale. Il Presidente Russo Vladimir Putin ha omaggiato le centinaia di migliaia di vittime portando fiori al Cimitero commemorativo di Piskaryovskoye. L’assedio

K metro 0 – San Pietroburgo – La città russa di San Pietroburgo ha ricordato ieri, con un’imponente parata nella storica Piazza del Palazzo, il 75° Anniversario della Liberazione dall’assedio nazista della Seconda guerra mondiale.

Il Presidente Russo Vladimir Putin ha omaggiato le centinaia di migliaia di vittime portando fiori al Cimitero commemorativo di Piskaryovskoye. L’assedio di Leningrado durò quasi due anni e mezzo, sin quando, il 27 gennaio 1944, le truppe sovietiche riuscirono a scacciare i nazisti dalla città.

Nonostante non vi sia un numero preciso di vittime, gli storici concordano nel dire che, durante l’assedio, più di 1 milione di residenti di Leningrado sarebbero morti a causa della fame o dei bombardamenti. La cifra ufficiale fornita, a suo tempo, dal Governo sovietico è di 1.250.000, tra morti e dispersi, civili e militari.

Ieri, più di 2.500 soldati e 80 reparti dell’esercito hanno sfilato sotto la neve e con le rigide temperature invernali. Tra i veicoli della parata è apparso anche il mitico carro armato T-34, il mezzo corazzato delle truppe sovietiche che giocò un ruolo chiave nella difesa dai nazisti, ed oggi è divenuto il simbolo della resistenza della nazione durante la Seconda guerra mondiale.

Durante l’assedio, la maggior parte della popolazione fu costretta a sopravvivere con 125 gr di pane al giorno, o qualunque altro cibo riuscissero a comprare vendendo, o scambiando al mercato, i propri beni. Prosperava il mercato nero, e vi furono anche raccapriccianti episodi di cannibalismo. I nazisti, infatti, erano riusciti a chiudere quasi tutte le vie d’accesso a Leningrado, e solo da gennaio del ’43 i russi, distruggendo gran parte delle fortificazioni tedesche, poterono riprendere a rifornire la città abbastanza regolarmente.

Tra coloro che soccombettero alle privazioni dell’assedio vi fu anche il fratellino di Putin, di appena 1 anno. Putin stesso è nato, sempre a Leningrado, dopo l’assedio, nel 1952. Il presidente russo non ha partecipato però alla parata, contestata da alcuni cittadini e considerata come un’ostentazione di forza militare, piuttosto che una commemorazione delle vittime. “Noi, come i nostri discendenti, dobbiamo fare tutto il possibile affinché tali tragedie non si ripetano mai, dobbiamo difendere la memoria di tutti coloro che hanno portato la vittoria. Dalla memoria, lasciata in eredità per unire il popolo, esortare la gente alla pace e alla giustizia”, ha detto il capo del Cremlino nel suo discorso commemorativo. Aggiungendo che “il nostro compito è trasmettere ai pronipoti dei vincitori l’intera verità sull’eroismo della Leningrado assediata, il senso di ammirazione, onore e dignità di Leningrado e il nostro dolore per le centinaia di migliaia di vittime”.

Sempre ieri, il Cremlino ha annunciato che Putin ha firmato uno stanziamento di 150 milioni di rubli (quasi 2 milioni di euro) per organizzare nuove esposizioni al Museo statale dell’assedio.

Tamara Chernykh, 81 anni, ha raccontato all’“Associated Press” di non riuscire ancora a dimenticare i piccoli pezzi di pane che la nonna le metteva sotto al cuscino, come una sorpresa per una bambina di quattro anni affamata, durante il tragico inverno del 1941-1942. La Chernykh racconta che, durante il giorno, lei e suo cugino rimanevano al buio sotto le coperte: in quel primo, più freddo, inverno dell’assedio, infatti, non c’era il riscaldamento, e le temperature, a volte, scendevano anche a -40 gradi Celsius. La nonna di Chernykh, cedendole la sua piccola razione di pane, le diceva che le briciole avrebbero portato buoni sogni. È morta di fame prima che la città fosse liberata.

Il governo tedesco, ha stanziato 12 milioni di euro per modernizzare un ospedale russo per i veterani della guerra, e creare un centro a San Pietroburgo in cui tedeschi e russi possano incontrarsi, in conferenze o altre occasioni di dialogo. “Siamo sicuri che questa azione volontaria migliorerà la qualità della vita dei sopravvissuti all’assedio e servirà anche per la riconciliazione storica dei popoli di entrambi i Paesi”, hanno detto i ministri degli esteri tedesco e russo Heiko Maas e Sergey Lavrov in un comunicato congiunto.

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