K metro 0 – Londra – Il processo della Brexit continua a dare problemi al governo del Regno Unito. Le aziende della Gran Bretagna e dell’Unione Europea devono prepararsi alla possibilità che il Regno Unito lascerà il blocco a marzo senza un accordo d’uscita, come hanno avvertito ieri gli alti funzionari britannici e dell’UE, dato
K metro 0 – Londra – Il processo della Brexit continua a dare problemi al governo del Regno Unito. Le aziende della Gran Bretagna e dell’Unione Europea devono prepararsi alla possibilità che il Regno Unito lascerà il blocco a marzo senza un accordo d’uscita, come hanno avvertito ieri gli alti funzionari britannici e dell’UE, dato che un numero crescente di imprese si stanno già preparando alla rottura, accumulando merci o spostando le operazioni all’estero.
La scorsa settimana i deputati britannici hanno respinto l’accordo di divorzio con l’UE del Primo Ministro Theresa May e ora i tentativi di trovare una sostituzione sono bloccati.
“Il no-deal è una possibilità”, ha detto il Segretario del Commercio Internazionale del Regno Unito Liam Fox. “Sappiamo che, secondo la legge, i trattai europei smetteranno di essere applicati nel Regno Unito il 29 Marzo e l’unico modo per far sì che ciò non accada è trovare un accordo” ha detto Fox alla BBC dal Forum Economico Mondiale a Davos, in Svizzera. Il Segretario ha aggiunto che rimandare la Brexit, così come il revocarla, sarebbe un “disastroso tradimento” della fiducia espressa dal popolo, e quindi, sulla bilancia, pesa di più questa soluzione rispetto a un’uscita senza accordo.
A Bruxelles il capo della Commissione responsabile dei negoziati sulla Brexit, Michel Barnier ha detto: “Prepararsi ad un’ipotesi no-deal è più importante che mai, sebbene io speri ancora di poter evitare questo problema.”
La maggior parte dei gruppi d’affari britannici temono che un no-deal possa causare uno scompiglio economico, strappando gli accordi commerciali e imponendo nuove tariffe, accordi doganali e altri ostacoli tra il Regno Unito e l’UE, suo più grande partner commerciale.
Secondo le stime della Banca di Inghilterra, nella peggiore delle ipotesi, una hard Brexit potrebbe scatenare una recessione senza precedenti, con una riduzione dell’economia britannica dell’8% in pochi mesi, aumentando in parallelo i tassi di inflazione e disoccupazione. Carolyn Fairbairn, della Confindustria britannica, suggerisce ai politici britannici di provvedere alla regolamentazione dell’uscita “no-deal”, considerandolo “l’unico modo per fermare il danno irreversibile e ripristinare la fiducia delle imprese”.
Con l’avvicinarsi del giorno della Brexit, gli avvertimenti da parte dell’industria si stanno facendo sempre più assordanti. L’amministratore delegato di Airbus, Tom Enders, ha detto, all’inizio di questo mese, che l’incertezza sui termini di uscita sta diventando insostenibile. Ad un incontro d’affari, ha esortato i deputati a “smettere di fare ostruzionismo, lasciando che la Brexit faccia il suo percorso ordinario, e trovare un accordo con Bruxelles”. Finora, non è stato ascoltato.
Il Parlamento della Gran Bretagna, attualmente fratturato, prevede una seduta per votare la proposta della May il prossimo martedì e discutere anche delle proposte, da parte di gruppi di legislatori, di ritardare l’uscita ed escludere il “no-deal”.
Il governo May ha rifiutato entrambe le idee, ma un numero sempre maggiore di deputati crede che la Gran Bretagna, per risolvere il problema dell’impasse, dovrà chiedere all’UE un rinvio della Brexit oltre il 29 Marzo.
Il Ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier ha detto che “qualsiasi richiesta verrebbe seriamente considerata” dal blocco. “Una Brexit no-deal deve essere evitata, questa è la priorità” ha detto a Davos.
Sempre durante il Forum Economico Mondiale, l’Europa si esprime attraverso Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, che ha sostenuto che la richiesta di estensione potrebbe essere accettata da parte degli altri 27 stati membri, solo se fatta in modo chiaro. “Non puoi dire ‘Bene, è il 28 Marzo, non siamo pronti. Dateci un po’ più di tempo’. Bisogna fare chiarezza sulle modalità” ha aggiunto.
Theresa May non crede che estendere la deadline risolverebbe il problema. L’unico modo per evitare che la Gran Bretagna esca con un no-deal è far passare il suo accordo.
I sostenitori della Brexit accusano coloro che stanno cercando di rinviarla di voler ribaltare i voti degli elettori del 2016 di lasciare l’UE. “Stanno facendo di tutto per tenerci legati all’Unione Europea” ha dichiarato il conservatore Jacob.
Con la Brexit a soli due mesi di distanza, le aziende stanno agendo per attutire gli urti di una eventuale distruzione.
La società P&O Ferries fa sapere che, dopo la Brexit, potrebbe registrare nuovamente le sue imbarcazioni sotto la bandiera di Cipro per continuare la sua attività secondo il regime fiscale dell’UE.
Mentre molte aziende si preoccupano dell’impatto della Brexit, alcuni famosi uomini d’affari la supportano, come James Dyson, fondatore e presidente della società di elettrodomestici Dyson. Il produttore di aspirapolveri è stato accusato di ipocrisia per aver programmato di trasferire la sua sede principale dal sud-ovest dell’Inghilterra a Singapore. L’azienda si è giustificata dicendo che lo spostamento è dovuto all’importante crescita del mercato asiatico e non è legato alla Brexit.
Il procuratore generale Robert Buckland, che rappresenta un’area vicino al quartier generale della Dyson, invece, ha dichiarato di “essere deluso nel dire che in questo momento un’azienda guidata da una persona che sosteneva la Brexit ha deciso di trasferirsi al di fuori del paese “.
Tutti gli occhi sono puntati all’appuntamento parlamentare di martedì.