K metro 0 – Praga – Passi avanti nel processo di “redenzione politica” dei comunisti in Repubblica Ceca. Ieri, la Camera bassa del parlamento ceco ha approvato, una proposta redatta dai deputati comunisti per risarcire le chiese del paese soggette a espropriazione dall’ex regime. I 56 dei 106 voti mostrano una crescente influenza dei comunisti
K metro 0 – Praga – Passi avanti nel processo di “redenzione politica” dei comunisti in Repubblica Ceca. Ieri, la Camera bassa del parlamento ceco ha approvato, una proposta redatta dai deputati comunisti per risarcire le chiese del paese soggette a espropriazione dall’ex regime.
I 56 dei 106 voti mostrano una crescente influenza dei comunisti di estrema sinistra sulle politiche ceche. Il partito non fa parte della coalizione di governo di centro-sinistra guidata da Andrej Babis, ma ha aiutato il governo di minoranza a sopravvivere con un voto di fiducia.
Quando i comunisti sono arrivati al potere in Cecoslovacchia nel 1948, le chiese si sono viste espropriare i propri beni, che potevano essere utilizzati solo sotto stretto controllo dello Stato.
Di seguito, una legge del 2012 ha disposto che le chiese del paese, inclusa quella Cattolica romana, e la comunità ebraica ricevano circa 3 miliardi di dollari in 30 anni come risarcimento dell’esproprio.
Babis, un miliardario con un passato ai vertici della nomenclatura filosovietica, ha firmato l’anno scorso un accordo con i comunisti per ottenere il loro appoggio esterno. Per la prima volta, dalla fine della rivoluzione di velluto del 1989, il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) ha un ruolo determinante al governo. L’indennizzo alle chiese è stata una delle condizioni imposte dal KSCM per garantire il sostegno. Il Primo Ministro Babis ha dichiarato che il risarcimento è troppo generoso e ha bisogno di qualche modifica.
La Camera alta, controllata dall’opposizione, potrebbe respingere il piano comunista. La coalizione di governo, composta dai centristi del movimento “Anò” e i socialdemocratici, d’altra parte, detengono la maggioranza con 200 seggi alla Camera alta e potrebbero scavalcare il veto. Anche il partito populista e anti-immigrazione Libertà e Democrazia Diretta si è unito alle forze comuniste. L’opposizione e alcuni esperti legali hanno detto che la proposta non è in linea con la legge e che, in questo modo, le chiese sfiderebbero la Corte Costituzionale, la più alta autorità legale del paese.
Secondo quanto riportato dalla stampa, Stanislav Pribyl, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Ceca “È una vittoria del populismo sul buon senso e lo stato di diritto”.
Fino alla prima metà XX secolo, la Repubblica Ceca era a maggioranza cristiana; da allora, la costante è fortemente diminuita e il paese registra un alto tasso di irreligiosità.