K metro 0 – Parigi – Angela Merkel ha affermato che nel trattato di Aquisgrana è stata aggiunta una lista di progetti, che in modo permanente mostri come Germania e Francia in Europa portino le cose avanti insieme. La cancelliera ha sottolineato che la cooperazione sarà molto ampia, ricordando che ci sarà un momento in cui, in
K metro 0 – Parigi – Angela Merkel ha affermato che nel trattato di Aquisgrana è stata aggiunta una lista di progetti, che in modo permanente mostri come Germania e Francia in Europa portino le cose avanti insieme. La cancelliera ha sottolineato che la cooperazione sarà molto ampia, ricordando che ci sarà un momento in cui, in primavera, Francia e Germania si troveranno a guidare, in due mesi consecutivi, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. In merito, Angela Merkel ha detto: “Così si può dire che non collaboriamo solo sul piano economico e nelle regioni di confine, ma anche rispetto alle sfide globali. Noi lavoriamo per l’Europa e vogliamo dare impulsi per l’unione europea”.
Oggi, con la firma del presidente francese, Emmanuel Macron, e della cancelliera tedesca, Angela Merkel, Parigi e Berlino hanno rinnovato formalmente la loro collaborazione ed amicizia con una nuova intesa, ad integrazione e rafforzamento del Trattato dell’Eliseo firmato da Charles De Gaulle per la Francia e Konrad Adenauer per la Repubblica federale di Germania il 22 gennaio 1963 a Parigi, già rinnovato nel 1988 da Mitterrand e Kohl in vista dell’Ue e dell’introduzione dell’euro.
L’intesa è stata sottoscritta nel corso di una cerimonia che si è tenuta nella Sala delle Incoronazioni del Municipio di Aquisgrana, in Vestfalia, nel Nord-Reno.
In una nota dell’Eliseo si legge: “Il nuovo trattato di integrazione e cooperazione ha come base fondante il Trattato dell’Eliseo, che ha ampiamente contribuito alla riconciliazione storica franco-tedesca. La nuova intesa ha per obiettivo un’accresciuta convergenza tra i due paesi, che dovranno prepararsi alle sfide cui saranno confrontati nel XXImo secolo. Il Trattato di Aquisgrana rafforzerà i legami già stretti tra Germania e Francia, nei settori, tra gli altri, della politica economica, della politica estera e di sicurezza, dell’educazione e della cultura, della ricerca e della tecnologia, del clima e dell’ambiente oltre che a livello di cooperazione tra regioni frontaliere e società civili. I due paesi puntano ad approfondire il loro comune impegno per la sicurezza e la prosperità dei loro cittadini, nel quadro di un’Europa più sovrana, unita e democratica”.
Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, in una dichiarazione diffusa dal mistero degli Esteri di Berlino, ha affermato: “Con il nuovo Trattato franco-tedesco rivolgiamo lo sguardo al futuro. Uniamo le nostre forze per far sì che su temi quali la digitalizzazione, l’istruzione e la tecnologia i nostri due paesi siano pronti per l’avvenire. E ci schieriamo assieme a difesa di un’Europa forte e capace, di un mondo pacifico e di un ordine basato sulle regole”.
Forse non è un caso che la firma del nuovo trattato franco-tedesco sia avvenuta ad Aquisgrana, la città di confine tra i due Paesi. Aquisgrana, oltre ad essere stata in passato capitale dei Merovingi, sede preferita da Carlo Magno è stata sede di incoronazione di ben 37 imperatori del Sacro Romano Impero. In realtà, la città di Aquisgrana non è proprio al confine con la Francia ma è perfettamente incastonata alla giunzione tra Belgio, Olanda e Germania, poco sopra il Lussemburgo ed a 40 km da Maastricht. Siamo dunque al centro del cuore, del motore storico dei tentativi di superare lo stato-nazionalismo europeo che aveva portato al doppio conflitto bellico della prima metà del Novecento.
La Comunità Economica per il Carbone e l’Acciaio (1951) promossa da belgi, olandesi, lussemburghesi che, terrorizzati di trovarsi in mezzo ai due giganti che si erano fatti ben sette guerre nel precedente secolo e mezzo, convinsero i francesi a tender la mano ai rivali germanici stremati e paralizzati dal peso della tremenda eredità prussiano-nazista. L’Italia di De Gasperi venne invitata ad aggiungersi per ragioni economiche e per dare una dimensione continentale ad un processo che riguardava specificatamente questa problematica parte dello spazio geo-storico dell’Europa. L’Italia, con gli emigranti del Sud, ha fornito la forza lavoro nelle miniere (principalmente in Belgio e Germania) per l’estrazione del carbone e dei minerali ferrosi.
La ragione geo-storica mostra palesemente una radice importante per ordinare il processo di unificazione dell’Europa. Gli interessi dei popoli che da più di 15 secoli abitano quella zona, popoli poi formalizzati in nazioni ma di comune origine, abitanti una zona che costituisce contiguità e continuazione geografica. Ciò che deriva da questa storia di lunga durata, arriva infine a spiegare l’essenza dell’Unione europea e dell’euro stesso, il sospettoso darsi la mano tra i due storici rivali mentre le ancelle che stanno in mezzo spargono essenze di gelsomino per celebrare la solennità degli eventi.
Tuttavia, nonostante le positive manifestazioni storiche, l’asse franco-tedesca risulta ingombrante per gli altri Stati membri dell’Ue nel percorso di integrazione europea, anche se sono condivisibili i principi e le dichiarazioni rese oggi da Francia e Germania per una Europa più sovrana, più unita e più democratica. Ma, dopo le elezioni di maggio come cambierà la rappresentatività politica di Francia e Germania? Se le forze populiste, antieuropeiste ed antidemocratiche dovessero avere il sopravvento sia in Francia che in Germania, come utilizzerebbero il nuovo trattato firmato oggi da Emmanuel Macron ed Angela Merkel?
Potrà sembrare inverosimile, ma lo scenario politico, sociale ed economico non è statico, ma sempre più dinamico in un mondo estremamente velocizzato.
Ad alimentare gli interrogativi e le preoccupazioni manifestate, andrebbe considerata la contestazione fatta all’inizio della cerimonia, quando il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel sono stati accolti dai fischi di decine di persone, alcune delle quali vestite con gilet gialli. Il presidente e la cancelliera hanno rapidamente imboccato l’ingresso del prestigioso municipio della città tedesca, mentre i manifestanti, dotati di fischietti e vuvuzelas, urlavano “Merkel muss weg” (“Merkel deve andarsene”) e “Macron dimettiti”.
di Salvatore Rondello