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Europa-Draghi: affrontare insieme le sfide globali

Europa-Draghi: affrontare insieme le sfide globali

K metro 0 – Bruxelles – Nel Parlamento europeo, ieri, dopo qualche riflessione fatta da Juncker sulle politiche economiche dell’Eurozona e le polemiche del M5S, ci sono state le ferme e decise prese di posizione di Mario Draghi e di Antonio Tajani. Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, durante la cerimonia del Parlamento

K metro 0 – Bruxelles – Nel Parlamento europeo, ieri, dopo qualche riflessione fatta da Juncker sulle politiche economiche dell’Eurozona e le polemiche del M5S, ci sono state le ferme e decise prese di posizione di Mario Draghi e di Antonio Tajani.

Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, durante la cerimonia del Parlamento Europeo per il ventennale dell’Euro, ha detto: “Le politiche di austerità dell’Eurozona sono state a volte avventate. È stata molto criticata la politica dell’Eurozona; è una cosa che mi riguarda personalmente, perché sono stato presidente dell’Eurogruppo nel momento più grave della crisi economica e finanziaria. Sì, c’è stata dell’austerità avventata. Non perché abbiamo voluto punire coloro che lavoravano o che erano disoccupati, ma perché le riforme strutturali, indipendentemente dal regime monetario in cui ci si trova, restano essenziali. Mi rincresce che abbiamo dato troppa importanza all’influenza del Fondo Monetario Internazionale. Se la California entra in difficoltà, gli Usa non si rivolgono al Fmi, si rivolgono agli Stati Uniti, e noi avremmo dovuto fare lo stesso. Mi è sempre dispiaciuta la mancanza di solidarietà che è apparsa al momento di quella che è chiamata la crisi greca. Non siamo stati abbastanza solidali e abbiamo insultato e coperto di invettive la Grecia. Oggi, mi rallegro di vedere che la Grecia e il Portogallo hanno ritrovato non dico un posto al sole, ma un posto tra le vecchie democrazie europee”.

Laura Agea, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo, ha affermato: “Parole che sono suonate come uno schiaffo per gli oltre 100 milioni di poveri europei. Juncker, dall’alto del suo stipendio da nababbo di 27.000 euro al mese, non è credibile quando parla di austerità. La sua ipocrita autocritica è uno schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri europei”.

Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, intervenendo alla seduta plenaria del Parlamento Europeo, ha detto: “In alcuni Paesi, non tutti i benefici dell’euro sono stati pienamente realizzati. In parte perché le riforme a livello nazionale sono necessarie, e lo sarebbero con qualunque sistema monetario, per produrre crescita sostenibile; in parte perché l’Unione economica e monetaria rimane incompleta. Sono stati compiuti notevoli progressi dopo la crisi, ma occorre ancora lavorare; e non c’è alternativa a un futuro in cui tutti continueremo a collaborare per rendere unione monetaria per tutti gli stati membri.

Oggi la maggior parte delle sfide sono globali e possono essere affrontate solo insieme. È questa unione che è la sovranità del mondo, la sovranità che altrimenti andrebbe perduta in questo mondo globalizzato. È proprio in questo senso che la moneta unica ha dato a tutti i membri dell’area euro la propria sovranità di politica monetaria, rispetto agli accordi monetari preesistenti. È insieme che abbiamo una voce nella regolamentazione dei mercati finanziari internazionali; una voce, che è stata fondamentale nel riformare il regolamento finanziario mondiale dopo la crisi finanziaria globale”.

Alla Plenaria a Strasburgo, il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, in occasione dei venti anni dell’euro, ha detto: “Personalmente, resto convinto della bontà del progetto dell’Euro. Ma l’euro non è fine a sé stesso. Deve essere uno strumento per realizzare un’economia sociale di mercato, con l’obiettivo di portare prosperità e lavoro a tutti cittadini europei. E’ dunque imperativo finire l’edifico che abbiamo cominciato costruire. L’Unione Bancaria e il Mercato dei Capitali vanno completati al più presto, così come vanno portate avanti l’Unione fiscale e quella economica, non possiamo rimanere in mezzo al guado, dove rischiamo di essere travolti da una nuova crisi. Oggi celebriamo l’anniversario dei 20 anni della nostra moneta. L’Euro è utilizzato da 340 milioni di cittadini europei, ed è la seconda moneta più importante al mondo. Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, tre europei su quattro danni un giudizio positivo sulla moneta unica. L’Euro ha reso più trasparente e competitivo il nostro mercato interno, facilitando le transazioni, gli spostamenti, il commercio, il turismo. Durante la crisi economica, anche grazie al Quantitative Easing deciso dalla Bce, la moneta comune ha svolto una funzione di scudo, evitando il collasso delle economie più deboli, ma la crisi ha anche evidenziato il mancato completamento dell’edificio dell’Euro e alcuni errori compiuti nella gestione del problema dei debiti sovrani. Il presidente dell’Eurocamera ha poi riconosciuto che non tutti sono convinti del buon funzionamento della moneta unica. Anche in quest’aula, vi sono colleghi che criticano la costruzione dell’euro, e che considerano l’Unione Monetaria e gli eccessi di austerità come un freno alla crescita e all’occupazione. Il mio appello è che quella di oggi non sia una mera celebrazione, dove ci culliamo sugli allori, ma una presa d’atto dei problemi ancora aperti. Chiedo un’assunzione di responsabilità ai leader europei per avviare urgentemente quei cambiamenti necessari per rafforzare l’euro e rilanciare crescita e occupazione”.

Dunque, non c’è tempo da perdere, bisogna pensare urgentemente al futuro dell’Europa ed al bene dei popoli europei.

di Salvatore Rondello

 

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