K metro 0 – Londra – Il primo ministro britannico Theresa May ha ribadito ancora una volta nel suo intervento alla Camera dei Comuni di essere assolutamente contraria a rimandare l’effettiva uscita del Regno Unito dalla Ue il 29 marzo prossimo, un’opzione chiesta a gran voce dall’opposizione. Il deputato Dalian Blackford, del partito nazionale scozzese,
K metro 0 – Londra – Il primo ministro britannico Theresa May ha ribadito ancora una volta nel suo intervento alla Camera dei Comuni di essere assolutamente contraria a rimandare l’effettiva uscita del Regno Unito dalla Ue il 29 marzo prossimo, un’opzione chiesta a gran voce dall’opposizione. Il deputato Dalian Blackford, del partito nazionale scozzese, ha ricordato alla May che la Scozia ha votato a larga maggioranza per rimanere nella Ue e ha accusato il primo ministro di non ascoltare la voce della Scozia e sovvertirne la volontà e ha chiesto di estendere l’articolo 50 e di far votare nuovamente il popolo. La May è rimasta costante sul suo messaggio che l’unico accordo possibile è quello al voto martedì e che non vi è alcuna intenzione di richiudere i confini fra le due Irlande.
La lettera della Ue al governo britannico
“Il presidente Tusk e il presidente Juncker si sono impegnati a mettere su un fast track i negoziati per definire la questione del backstop – ha detto – e se domani sera l’accordo sarà approvato, avremo quasi due anni interi per arrivare a un accordo definitivo che permetta di non attivare mai, alla fine del periodo di transizione il 31 dicembre 2020, l’accordo di backstop. Resta inoltre la nostra possibilità di chiedere un’estensione di questo periodo di transizione”, ha aggiunto May. “Questo accordo non è perfetto e sì, è un compromesso ma quando verranno scritti i libri di storia, saremo giudicati per il fatto se siamo stati capaci di dare al popolo ciò che ha chiesto o se abbiamo fallito”, ha infine detto la May, suscitando fragorose risate fra le fila dell’opposizione. A 24 ore dal voto, il governo appare avviato a subire una sconfitta schiacciante. La May ha spiegato di aver ricevuto lettere dal presidente Eu Donald Tusk e dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker che offrono rassicurazioni sul fatto che non è interesse dell’Unione attivare la soluzione di backstop sul confine fra le due Irlande e che qualora questa soluzione dovesse essere attivata, sarebbe interesse della Ue che duri il meno possibile.
La posizione nettamente contraria di Corbyn, che invoca nuove elezioni subito
“La soluzione di backstop comporterebbe il fatto che la Ue debba fare affidamento sul Regno Unito per controllare l’accesso al proprio mercato – ha detto la May – questo sarebbe senza precedenti e la Ue non lo vuole affatto”. Come prevedibile il capo dell’opposizione, Jeremy Corbyn, ha risposto allo statement della May affermando che il primo ministro non ha ottenuto nulla di più rispetto a quanto già contenuto nel testo sottratto all’ultimo momento al voto della Camera l’11 dicembre e ha ribadito il suo appello affinché vengano indette elezioni generali subito dopo la sconfitta della May nel voto di martedì. Lo scambio di lettere con l’Ue “non cambia nulla” nell’accordo sulla Brexit raggiunto da Theresa May con Bruxelles e non ha un vero valore legale nonostante la premier affermi il contrario, ha sostenuto Jeremy Corbyn, ribadendo il no del Labour all’accordo, auspicando la bocciatura della ratifica, nuove elezioni e “un nuovo governo”. Corbyn ha evocato una “sconfitta umiliante” per il governo e ha replicato a May dicendo che è il governo stesso, non i deputati contrari al suo accordo, a minare “la fiducia del popolo nella democrazia”.
Oltre 100 eurodeputati scrivono ai britannici a sostegno del rinvio della Brexit
E sono oltre cento i membri dell’Europarlamento che hanno promesso, in una lettera ai cittadini britannici, di appoggiare un rinvio della Brexit per garantire agli elettori più tempo per riflettere a riguardo. Il gruppo bipartisan di eurodeputati ha sottoscritto la missiva alla vigilia della probabile sconfitta di Theresa May al parlamento britannico, dove domani ci sarà il voto sull’accordo sulla Brexit negoziato con Bruxelles dal primo ministro. Sono in aumento le indiscrezioni che vogliono la Gran Bretagna costretta a chiedere all’Ue di sospendere il processo legato all’Articolo 50 che la vedranno uscire dall’Europa il prossimo 29 marzo, con o senza accordo. Alcune fonti hanno indicato che i leader Ue, che hanno firmato a fine novembre l’accordo di ritiro con May, potrebbero accettare una proroga della scadenza per evitare una drammatica rottura di rapporti. La Corte europea di giustizia ha stabilito che la Gran Bretagna può unilateralmente revocare la decisione di lanciare il conto alla rovescia di due anni per il ritiro se insieme decidesse di abbandonare la Brexit. Un rinvio per più tempo a May per persuadere i deputati più scettici – oppure organizzare un’elezione o un secondo referendum – dovrebbe però essere approvato all’unanimità dai leader Ue. I parlamentari europei, compreso il leader del gruppo socialista Udo Bullmann e quello dei Verdi Philippe Lambert, hanno annunciato il loro sì al rinvio. “Qualunque decisione britannica di restare nell’Ue sarebbe da noi calorosamente accolta”, hanno spiegato i firmatari nella lettera, pubblicata dai media tedeschi. “Abbiamo molto apprezzato l’enorme impatto con cui politici e cittadini britannici hanno contribuito al progetto europeo. Ci mancherà la straordinaria esperienza dei nostri colleghi britannici… La Brexit indebolirà tutti noi. Noi vogliamo che restiate”.
Jobsnews – Pino Salerno