K metro 0 – Berlino – I giudici della Corte suprema tedesca hanno respinto all’unanimità l’azione legale intrapresa dal partito Alternativa per la Germania (AfD), sostenendo che l’accusa non è riuscita a dimostrare che la decisione presa dalla Merkel nel 2015 sull’immigrazione, fosse una violazione costituzionale. Nello specifico, la Corte tedesca ha rigettato ben tre azioni
K metro 0 – Berlino – I giudici della Corte suprema tedesca hanno respinto all’unanimità l’azione legale intrapresa dal partito Alternativa per la Germania (AfD), sostenendo che l’accusa non è riuscita a dimostrare che la decisione presa dalla Merkel nel 2015 sull’immigrazione, fosse una violazione costituzionale. Nello specifico, la Corte tedesca ha rigettato ben tre azioni legali intraprese dal partito nel tentativo di arginare la politica sui rifugiati adottata dal 2015 dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel.
I giudici della Corte suprema hanno respinto all’unanimità tutti i casi che gli sono stati sottoposti dal gruppo politico accusatore in Parlamento, giudicandoli “inammissibili” secondo la legge tedesca. In particolare, questi casi si concentravano sulla decisione della Merkel del 2015 di rinunciare temporaneamente alle regole dell’Unione Europea sulla migrazione, così da permettere ai richiedenti asilo di attraversare i confini tedeschi.
L’AfD ha affermato che tale scelta ha violato il diritto del Bundestag, la Camera bassa del Parlamento federale tedesco, di partecipare a questa decisione, asserendo inoltre che l’adozione di una tale decisione ha violato il principio della separazione dei poteri.
Nell’emanare la sentenza, i giudici hanno motivato la loro decisione sostenendo che i ricorrenti dell’AfD non sono riusciti “a comprovare sufficientemente che le decisioni del Governo Federale in quest’ambito hanno violato o minacciato i suoi diritti” costituzionali. Inoltre, i giudici hanno sottolineato che AfD è stato eletto al Parlamento nazionale per la prima volta solo nel 2017, e non era rappresentato nel Bundestag nel periodo in cui il governo tedesco prese quella decisione proprio nel 2015.
Le accuse dell’AfD in tribunale erano troppo deboli
I tentativi dell’AfD di ricorrere legalmente contro il governo tedesco sono inammissibili per varie ragioni, ma la Corte ha rilevato indirettamente che il vero problema è stato soprattutto la scelta delle modalità procedurali dei ricorrenti. Il partito ha tentato di sfidare il governo tedesco utilizzando una procedura legale chiamata “Organstreitverfahren” (un partito nel Bundestag può confrontarsi in tribunale col Governo federale). La Corte Costituzionale non ha accolto la richiesta dell’AfD contro il governo, asserendo che tale procedura, però, non è necessariamente finalizzata ad obbligare il governo nell’osservare un comportamento specifico.
L’AfD stava cercando di spingere il governo a “svolgere un’azione specifica, ovvero il respingimento dei richiedenti asilo ai confini,” ha detto la Corte. A settembre 2015, la Merkel aveva preso la decisione di non chiudere il confine meridionale con l’Austria, permettendo così a migliaia di persone di mettersi in salvo, abbandonando i territori di guerra e condizioni di povertà in Africa e nel Medio Oriente, ed entrare in Germania.
Il governo giustificò tale decisione come una risposta eccezionale e temporanea alla crisi umanitaria, con centinaia di migliaia di persone che cercavano di entrare in Austria dall’Ungheria, in viaggio poi verso la Germania. Nonostante allora vi fu un largo consenso riguardo tale decisione, supportata anche dalla comunità internazionale, questa scelta della Merkel fu soggetta a pesanti critiche all’interno dei confini nazionali, specialmente con il passare degli anni. Tale decisione ha anche contribuito al consolidarsi della posizione dell’AfD nel panorama politico tedesco: infatti, temi come migrazione e minoranze musulmane dominano l’agenda politica del partito.