K metro 0 – Milano – Lo scorso 5 dicembre i movimenti europeisti “Per L’Italia con l’Europa”, “Sì Torino va Avanti”, e “Soprattutto Europa” hanno lanciato una campagna comune per motivare i cittadini a dare un piccolo sostegno al progetto europeo. Facendo in modo che più bandiere europee possibili sventolino nelle strade italiane nel corso
K metro 0 – Milano – Lo scorso 5 dicembre i movimenti europeisti “Per L’Italia con l’Europa”, “Sì Torino va Avanti”, e “Soprattutto Europa” hanno lanciato una campagna comune per motivare i cittadini a dare un piccolo sostegno al progetto europeo. Facendo in modo che più bandiere europee possibili sventolino nelle strade italiane nel corso dei mesi che porteranno alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo di maggio 2019. In particolare, il 9 maggio 2019, festa dell’Europa.
Una campagna nata da un incontro di questo gruppo di associazioni civiche il 30 novembre; associazioni per cui la cooperazione europea è un valore fondamentale e fondante, oltre che un traguardo necessario per migliorare il nostro paese e la nostra società. «Le elezioni europee del maggio 2019- ha evidenziato Marco Ghetti, presidente di Per l’Italia con l’Europa – saranno un vero e proprio referendum pro o contro l’Europa. Con questa campagna i nostri connazionali possono testimoniare, con un gesto di forte carica simbolica, la volontà di rimanere nella casa comune della solidarietà tra le nazioni europee».
A noi di Kmetro0 interessa fare due chiacchiere proprio con questo nuovo movimento creato e presentato a Milano proprio pochi giorni fa, a cui stanno molto a cuore temi come l’ambiente, l’istruzione, migranti e lavoro. Ci risponde lo stesso Ghetti.
di Alessandro Luongo
Come nasce Per l’Italia con l’Europa? Quali le motivazioni alla base della fondazione?
«L’associazione nasce dalla passione per l’Europa, e dalla preoccupazione per la politica nazionalista e sovranista dell’attuale governo, di tre amici che hanno velocemente coinvolto una rete di persone a loro vicine. Io, che sono un consulente di direzione, Fabio Ausenda, imprenditore di successo nell’hotellerie, Paola Testori Coggi, già direttrice generale salute e consumatori della Commissione europea, Elisabetta Furcht che si occupa di strategie di comunicazione in un’agenzia media».
Quali gli obiettivi?
«Sensibilizzare i giovani che non sanno cosa vuol dire vivere fuori dall’Europa, e gli indecisi sull’importanza di restare. Le prossime elezioni saranno un referendum sull’Europa, in pratica».
Quanti aderenti vorreste raccogliere e quanti ne avete al momento? «Per noi non è importante il numero di soci. Non ci presenteremo alle elezioni. Ci seguono in tanti sui social è il nostro obiettivo è crescere in visibilità per influenzare l’opinione pubblica».
In questo momento cercate fondi per una campagna di comunicazione?
«Certo, siamo tutti volontari e abbiamo e facciamo fund raising per finanziare le nostre campagne, prevalentemente sui social media».
Vogliamo spiegare bene al pubblico e con qualche esempio perché l’Italia non può fare a meno dell’Europa? A partire magari dalle nostre imprese che possono contare su un mercato libero di 500 milioni di persone?
«Certo, guardiamo l’esempio catastrofico della Brexit, dove le imprese stanno già licenziando e cambiando i piani d’investimento per i mutati equilibri, sia per l’esportazione delle merci finite sia per l’importazione delle materie prime. Ma l’impatto sarebbe anche morale e civile».