K metro 0 – Strasburgo – “Purtroppo, siamo costretti a confermare che il nostro collega Antonio ci ha lasciati. I nostri pensieri vanno alla famiglia e a tutti i suoi amici e colleghi. Vi preghiamo di rispettare il momento doloroso”, in un tweet la radio Europhonica, per cui lavorava il giornalista Antonio Megalizzi, ne annuncia il
K metro 0 – Strasburgo – “Purtroppo, siamo costretti a confermare che il nostro collega Antonio ci ha lasciati. I nostri pensieri vanno alla famiglia e a tutti i suoi amici e colleghi. Vi preghiamo di rispettare il momento doloroso”, in un tweet la radio Europhonica, per cui lavorava il giornalista Antonio Megalizzi, ne annuncia il decesso, poi confermato anche da fonti della Farnesina. Antonio Megalizzi come Valeria Solesin e Fabrizia Di Lorenzo. La drammatica vicenda del giornalista 28enne morto a Strasburgo per le ferite riportate nell’attentato dell’11 dicembre, ricorda quella delle due connazionali rimaste uccise negli attentati del mercato di Natale di Berlino nel 2016 e del Bataclan a Parigi nel 2015. Tutti e tre facevano parte di quella generazione Erasmus di ragazzi aperti al mondo, convinti europeisti, pronti a trasferirsi all’estero per studio e per lavoro. Erano persone entusiaste, piene di voglia di vivere, di conoscere persone di altri paesi, ma anche ragazzi colti, intelligenti e preparati che avevano studiato con passione per costruirsi un futuro. Antonio Megalizzi era a Strasburgo per seguire l’Assemblea plenaria dell’Europarlamento come giornalista di Europhonica, una web radio legata al mondo universitario. Dopo la laurea a Verona, aveva seguito un corso magistrale a Trento in European International Studies e ora era impegnato in un master sulle istituzioni europee.
L’attentato, il coma, il decesso
Antonio è morto nel reparto rianimazione dell’ospedale di Hautepierre di Strasburgo dov’era ricoverato da martedì sera a seguito dell’attentato al mercatino. La pallottola sparata è andata a conficcarsi in una posizione delicatissima che non hanno consentito ai medici di procedere con l’intervento chirurgico. Megalizzi – quarta vittima dell’attentato – aveva raggiunto Strasburgo domenica scorsa per seguire la plenaria del Parlamento europeo per conto di Europhonica, l’emittente radiofonica che fa parte al pool delle radio web universitarie di Francia, Germania, Spagna e Portogallo per la quale Antonio lavorava. Martedì sera era uscito assieme a due colleghe, Caterina Moser di Trento, e Clara Rita Stevanato, veneta che vive a Parigi, quando è stato colpito da un proiettile sparato da Chekatt. Fatali sono state le lesioni riportate alla base del cranio, in una posizione gravissima tra nuca e spina dorsale che in un primo momento non erano conosciute. Del grave fatto di sangue Luana Moresco, fidanzata di Antonio da quattro anni è venuta a saperlo dalla televisione. Successivamente ha provato a mettersi in contatto con Antonio che normalmente sentiva ogni 4-5 ore ma questa volta non ha avuto la tanto sospirata risposta. Immediatamente Luana ha telefonato a Caterina Moser che raccontava di essere barricata in un bar e che quando ha udito gli spari ha iniziato a correre cercando rifugio in un locale dicendo anche Antonio non era assieme a lei. Ricevuta la comunicazione ufficiale dalla Farnesina che confermava la gravità del giovane reporter, attorno alle 23,30 di martedì, Luana assieme ai familiari di Antonio, papà Domenico (dipendente delle Ferrovie dello Stato), mamma Annamaria (è catechista presso la parrocchia Cristo Re a Trento) e la sorella Federica, si sono diretti verso Strasburgo. Mercoledì il padre di Luana, noto ristoratore di San Michele all’Adige, ha reso nota la gravità di Antonio dicendo che “si trovava in coma” e non poteva essere operato. Antonio Megalizzi si era laureato all’Università di Verona e successivamente si era specializzato in Studi internazionali all’Università di Trento con un passato anche alla Rai di Trento (nella trasmissione radiofonica ‘Tesi di Laurea’). Collaborava anche con Radio 80 Forever Young e Sanbaradio, la radio universitaria trentina.
La commozione e il cordoglio dell’Università di Trento. Bandiere a lutto
Profonda commozione è stata espressa dall’Università di Trento per la scomparsa di Antonio Megalizzi. Il rettore Paolo Collini, addolorato per il tragico epilogo di questa vicenda, esprime a nome di tutto l’Ateneo, sentimenti di vicinanza alla famiglia e alla fidanzata Luana, anch’ella studentessa dell’Università di Trento. Da domani le bandiere ufficiali sulla sede del Rettorato siano listate a lutto e esposte a mezz’asta per ricordare Antonio. Nei prossimi giorni sarà anche aperto uno spazio sul sito di Ateneo dove raccogliere i messaggi di cordoglio e i pensieri che la comunità accademica e studentesca vorrà dedicare al ricordo di Antonio. Il primo ricordo ad essere raccolto è quello del direttore della Scuola di Studi internazionali, Andrea Fracasso: “La perdita di Antonio, avvenuta a seguito di un atto barbaro e crudele, ha lasciato sgomenti la comunità della Scuola di Studi Internazionali e l’intero Ateneo. Dopo giornate cariche di apprensione, passate nel vano tentativo di trovare notizie di conforto e motivi di speranza, è oggi il dolore a riempire i nostri cuori”.
Fnsi e Odg, Megalizzi ‘guardiano della verità’
La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti, assieme alle loro rappresentanze di Trento e Bolzano, si stringono attorno alla famiglia di Antonio Megalizzi, colpito a morte dai colpi di un “signore dell’odio e del terrore” a Strasburgo. “Voleva raccontare il mondo e favorire la conoscenza di quelle diversità e differenze che sono la ricchezza dell’Europa unita. Diversità e differenze che sono, invece, odiate dall’integralismo fanatico di ogni natura e colore. Il nome di Antonio Megalizzi entra, purtroppo, di diritto nell’elenco di chi ha perso la vita perché aveva scelto di essere guardiano di verità”, affermano, in una nota, FNSI, Ordine dei giornalisti, Associazione Regionale di Stampa e Ordine del Trentino-Alto Adige.
Noi di kmetro0 partecipiamo il cordoglio dei familiari di Antonio con un abbraccio di solidarietà per la perdita di un collega. Il tragico epilogo del giovane Antonio Megalizzi non sarà vano: al mondo intero possiamo dire che è morto assassinato un fervente europeista, ma l’idea dell’Europa unita non morirà mai.
di Beppe Pisa